Una domanda, nessuna risposta
Martedì 27 Novembre il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Gaetano Pascarella ha risposto all’interrogazione inoltrata in Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione) dagli on. Titti De Simone, Donatella Duranti e Pietro Folena.L’interrogazione, dal titolo “Libertà di espressione di opinioni all’interno degli organi scolastici anche a mezzo organi di stampa.”, riguardava l’ormai nota disputa scolastica tra il dirigente scolastico dell’I.T.I.S. “Enrico Fermi” di Francavilla Fontana, Giovanni Semeraro, e il docente di Lettere dello stesso istituto, Gerardo Trisolino.
All’interrogazione dei tre parlamentari di Rifondazione in cui si chiedeva che cosa intendesse fare il ministro dell’Istruzione “per ribadire che, in un sistema democratico, le opinioni di dissenso interne agli organismi scolastici, qualora vengano anche esternate a mezzo organi di stampa, soprattutto se espressi in forma civile ed adeguata, non possano costituire un pretesto per azioni disciplinari”, il sottosegretario Pascarella ha risposto in maniera insoddisfacente, non rendendo alcun conto del comportamento antidemocratico di cui è stato vittima il prof. Trisolino..
Nella sua risposta, Pascarella ha, infatti, completamente eluso il problema centrale della vicenda, ossia la minaccia alla libertà di manifestazione di pensiero esercitabile dai componenti degli organismi scolastici, libertà garantita dalla Costituzione, come non ha mancato di sottolineare Pietro Folena, presidente della Commissione VII, oltre che cofirmatario dell’interrogazione.
Il sottosegretario ha insistito sull’assenza di un effettivo provvedimento disciplinare intrapreso nei confronti del docente, lasciando del tutto indiscusse le contestazioni di addebiti inviate al professore dal dirigente scolastico. Ha continuato, poi, dicendo che gli articoli pubblicati in merito alla questione sul quotidiano “Senza Colonne” “si limitano ad alimentare la polemica di giugno dando per irrogati provvedimenti disciplinari che in realtà non sono stati presi, e occasione per lanciare un generico attacco alla severità dei docenti dell’istituto, piuttosto che avviare una pacata e seria riflessione più generale sul tema degli insuccessi scolastici.”
In cosa consiste la “pacata e seria riflessione”?
Ci risponde subito dopo lo stesso Pascarella: “Vorrei ricordare al riguardo che per favorire il successo scolastico di ciascun allievo e promuovere la qualità dell’istruzione, indirizzandola verso i livelli europei sono stati adottati provvedimenti, quali il decreto recante disposizioni in materia di interventi didattici, finalizzati al recupero dei debiti formativi e la relativa ordinanza, che consentono a tutti gli allievi di poter colmare le lacune che si evidenziano sin dai primi mesi attraverso corsi di recupero e attività didattiche, incentrate sulle loro necessità, che le scuole sono obbligate ad attivare.”.
Dovrebbe vergognarsi Pascarella. Farebbe meglio a tacere su questo. Se questa è la sua scuola, se questa è la scuola del suo superiore e ministro Fioroni, e con lui, la scuola di tutti i ministri che l’hanno preceduto, allora non è una scuola. È un’azienda e come tale non la vogliamo.
Segue, infine, nella risposta, una frase di circostanza in stile evangelico. Eccola: “Tutti sono chiamati a un serio impegno, ciascuno per il proprio ruolo: gli studenti, che devono imparare; la scuola, che ha il compito di far apprendere, anche attraverso corsi di sostegno e di recupero; le famiglie, che, puntualmente informate, sono responsabilizzate in questo percorso.”
Siamo sconcertati da queste risposte, di molto inferiori al silenzio. Lo stile evasivo del ragionamento del sottosegretario ben esplica quanto stia a cuore oggi, in un sistema scolastico consapevole del suo stesso fallimento, la voce di dissenso lanciata da un docente, quella voce che il dirigente Semeraro nella contestazione di addebiti definì come una “fonte di discredito, agli occhi del lettore e dunque della collettività, del buon andamento e dell’efficienza dell’ITIS”, nonché un “chiaro danno all’immagine della stessa Istituzione scolastica”.
Non crediamo che un vero provvedimento disciplinare possa peggiorare di molto questo rimprovero ingiusto, indebito e soprattutto contrario alle leggi della nostra Costituzione.
Sottoscriviamo appieno, dunque, l’insoddisfazione espressa da Folena per le parole pronunciate da Pascarella e ringraziamo le/i parlamentari del PRC per l’interesse dimostrato nei confronti di questa vicenda, che abbiamo voluto portare alla luce, perché emblematica dell’attuale sistema scolastico, un sistema regnato dall’arrivismo e dalla volontà di mantenere un’immagine nella scuola, un immagine a tutti i costi, anche quando il costo è altissimo.
Anche quando il costo è la libertà.
Raffaele Emiliano