cfa6b664056d7aea64670825d055bc20.jpgRagione e dignità

Giusto qualche secolo fa in Italia, in una società nella quale superstizione, pregiudizio e riverenza divina erano ideali molto forti,fioriva un movimento culturale chiamato Rinascimento. Questo movimento non accettava più  l’uomo succube della fortuna (intesa come volontà divina),ma anzi proponeva l’uomo come artefice della sua storia. Ad una visione di tipo “teocentrica ” ,viene sostituita una visione di tipo “antropocentrica ”. L’uomo insomma riprende in mano la ragione e la sua dignità, che per molti secoli erano state lasciate in  prestito alla Chiesa.

Ed è proprio di questo che voglio parlare: ragione e dignità. Tracciando un quadro generale sulla nostra società capiamo che questi due valori, per i quali un tempo la gente lottava,sono ormai ,usando un termine al passo coi tempi”,da sfigati”.Proprio così, chi nella vita vuole “realizzarsi veramente” non può fare a meno di furbizia, forza e denaro. Sono questi gli ideali in cui noi crediamo,ideali che offre la società capitalistica, una società che si affanna ad espandersi economicamente e militarmente ,ma che trascura l’essenza vera dell’uomo. Sono arrivato a tali conclusioni osservando semplicemente più da vicino la vita di tutti i giorni. Sei a scuola? Qualcuno cercherà sempre di superarti, qualcuno sarà sempre invidioso dei tuoi voti, qualcuno ti terrà sempre a bada con qualche minaccia!!! Sei a casa e vedi un telegiornale?Si parla di maggioranza fiduciosa al senato,opposizione che chiede il voto anticipato,si discute se cacciare tutti i romeni dall’ Italia e ci si arrovella su un omicidio che cadrà in prescrizione. Se invece finisci di studiare ed esci un po’, tranne alcune sporadiche presenze di posti di aggregazione alternativi,anche essi dubbi,una delle possibilità di “svago” è la piazza del paese:posto che di solito è pieno di bar e pizzerie,insomma l’apoteosi del consumismo. Qualcuno potrebbe propormi l’interesse per la politica….ah perchè questa è politica? Non riesco a capacitarmi del fatto che un senatore dice due puttanate per qualche anno e ha una pensione facile facile,mentre una persona normale;ammesso il caso che riesca a trovare lavoro,deve fare sacrifici per quaranta anni per poi campare il resto della sua vita con 700 euro al mese.

A questo punto l’unica possibilità per cambiare qualcosa è un nuovo Rinascimento. Bisogna elaborare alternative concrete al capitalismo e al consumismo. Qualcuno,ahimè, ha già fallito nel tentativo. dobbiamo distruggere l’attuale “kleptocrazia” e restaurare la nostra cara democrazia. Bisogna riportare al potere il popolo,un popolo che ha voglio di giustizia di sapere e di rinascere.     

Nicola Modugno

Ragione e dignitàultima modifica: 2007-11-21T21:30:16+01:00da casadelpopoloff
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5 Thoughts on “Ragione e dignità

  1. Hai davvero ragione Nicò. La fase storica che stiamo vivendo è da un punto di vista culturale un adattamento in chiave modernista di atteggiamenti medievali. E non di Basso, ma di Alto Medio Evo. Viviamo in uno Stato che oltre ad obbedire alle più assurde e ingiuste meccaniche economiche, obbedisce nella maniera più passiva possibile ai dettati di un signore seduto su un trono e vestito con abiti oscenamente sontuosi che vuole insegnarci di tutto: cos’è la famiglia (proprio lui che non l’ha mai vissuta quest’esperienza), come va gestita la sessualità (proprio lui che ha il voto di castità), come moderare i toni in politica (proprio lui che deriva il suo potere da una vecchia supremazia gerarchica sulla nostra società e che ha legittimato le più dure dittature, vedi il fascismo). Viviamo in una società che ha ancora paura del diverso, del gay, del rom, del drogato o semplicemente del disagiato che non ce l’ha fatta. Assistiamo ai più grandi scandali, alle intimidazioni e agli abusi di potere, ma non possiamo rispondere, dobbiamo chiudere gli occhi, e in fondo neanche ci sforziamo di aprirli. Accettiamo ancora con fatalismo le mafie, i poteri forti e oscuri. Sappiamo a priori che dobbiamo stare zitti, chinare la testa e passare avanti.La speranza dovremmo essere noi giovani, una nuova generazione che dovrebbe farsi carico di una vera rivoluzione, una rivoluzione culturale, capace di spazzare ogni superstizione e ogni passività, capace di risollevare le sorti di un popolo rassegnato. Siamo un popolo triste, ma a volte sembriamo contenti di questa nostra tristezza, in fondo ci piace, non vorremmo mai lasciare le nostre piccole certezze per tentare una vita magari molto più libera e dignitosa.Io credo che valga la pena, provarci.I vari signori troveranno, altrimenti, in noi stessi la loro legittimazione. Togliamo loro quest’ennesima e gratuita soddisfazione.

  2. Una discussione puo’essere utile alla gratificazione personale, all’esporre concetti reazionari progressisti o rivoluzionari.Molte volte non ci poniamo neanche la domanda, a cosa serve quello che faccio, agisco mi muovo esisto gli altri non capiscono un cazzo , nella migliore delle ipotesi li etichettiamo come ignavi, inetti, incapaci.Badate bene che questa è anche autocritica.Qualche anno fa intere generazioni hanno provato “l’assalto al cielo” e mi riferisco alla generazione del 68 a quella del 77 e al popolo dei social forum di inizio del secoloTutti questi movimenti hanno avuto un filo conduttore la ricerca della felicità, la gioia di stare insieme; contro tutte le individualità.Oggi purtroppo non vedo all’orizzonte grandi movimenti di ricerca o di trasformazione dell’esistente. Il PD,il neo partito berlusconiano del popolo, il movimento di Grillo, la cosa rossa : ingegneria politica , sono tutte esperienze mal riuscite per la collocazione di ceto politico.Bene , mi sono sfogato!Tuttavia non rinuncio alla ricerca di un mondo migliore, forse anche possibile, l’assalto al cielo è ancora alla vostra, o nostra portata; “possibile”.I luoghi non possono essere i bar o le piazze non lo sono i partiti i luoghi sociali scarseggiano e internet non può essere l’unica soluzione.Mettiamoci in viaggio quello vero, una canna o l’ alcol non sono la soluzione.Altrimenti non ci resta che……….. il Mab di de Franco.

  3. carissimo nicolanavigando tra un blog e l’altro, mi sono soffermato su questo post, dato il tema qui rievocato, che è l’affascinante tema del rinascimento. immagino che tu sia uno studente, data la foga con cui parli di certi argomenti e le linee parallele da te tracciate nel cercare di mettere in piedi una base di discussione su taluni scenari della modernità.esprimo, quindi, qui di seguito, un mio piccolo parere in merito: l’elemento incontrovertibile della società moderna è l’indivisualismo generalizzato, logica che porta ogni individuo a raggiungere il proprio riscatto economico, e non solo, a scapito degli altri, siano essi popolo, cittadini, esseri umani, viventi tutti. tale meccanismo credo, ma spero di sbagliare, è di fatto inarrestabile, dato che la cultura imperante ci mostra, se vuoi mistificando la realtà, però ce lo mostra, come sia possibile ambire ad assumere un domani divine spoglie. i prodotti culturali che ci vengono propinati da più fronti, siano le veline, i calciatori e le brambilla dal versante televisivo, siano le spensierate bevute serali e l’inno alla droga sul versante della strada, sono i vessilli della presunta libertà dei giorni nostri. se non si finisce di dare al termine libertà questa accezione drammaticamente grottesca siamo irrimediabilmente spacciati. e non dico questo dall’alto di uno scranno, bensì dal basso delle strade che calpesto tutti i giorni, come tutti noi. le piazze saranno anche piene ma sarebbero meritevoli di umanità. ma questo è uno sfogo anche il mio, è tardissimo, e me ne andrò a letto. siamo spacciati. il dado è tratto e i cocci sono suoi.

  4. Il post di Nicola è meritevole in quanto tira fuori una discussione giusta che andrebbe seriamente affrontata anche se in maniera differenziata. Io credo infatti che una cosa sia il nulla e l’immobilismo di un paese come Francavilla, spacciata, senza via d’uscita, con ragazzi effettivamente mortificati nel loro quotidiano ( in parte dalla dimensione del paese ma in parte anche dalla realtà prettamente francavillese), ed altra cosa le analisi sulla società capitalistica o magari sull’economia o sulle pensioni o sulla competizione, sulla concorrenza. Ci sarebbero da esprimere un po’ di concetti ma il discorso è lungo.Mi limito ad osservare in questa sede soltanto che non è affatto un male che vi siano luoghi come i bar della piazza e che non sono un male in se coloro che frequentano certi luoghi. Il difetto, grosso, è la mancanza di alternativa per chi non è disposto a fare (o a fare soltanto) quello. Allora ce la si deve fare da soli. E proprio noi ce l’abbiamo fatta, per quasi due anni, con cento passi, che resta, per quanto mi riguarda, un’esperienza molto forte e che mi ha cresciuto tanto.D’altronde, però, credo che quello dell’antipolitica, visto che si accennava a questo, sia un sentimento antropologico, connaturato alla specie umana. Guardate con quale facilità è salito alla ribalta Grillo e con quale è sparito. Eppure, il populismo becero del centrosinistra dominante ha seguito come un sol uomo il dettato giustizialista del comico genovese. Alcuni amici miei sono andati a firmare al v-day entusiasmati da messaggi a dir poco agghiaccianti. Molto semplice mettere una firma per mandare a quel paese un politico. Il difficile viene dopo e Grillo è già fuori dai giochi.Infine, sul discorso della libertà, esprimo un mio punto di vista: mi limito ad essere antiproibizionista anche in questo. Non possiamo dare alla libertà solo i connotati che ci piacciono; la libertà è una conquista che non si può scremare, dalla quale non si può prendere solo ciò che noi riteniamo bello, altrimenti siamo uno Stato etico. Mi viene in mente la droga: la droga si governa con l’informazione e dunque con la responsabilizzazione degli uomini. Come tutto. O la prostituzione: non siamo nessuno per dire che essa è un male assoluto, che è magari un eccesso di libertà perché qualche benpensante non vuole che le mogli (altrui) vengano tradite. Ma se per delle persone è lecito, allora sia lecito.

  5. Nicola!!Quello che hai scritto dovrebbe far riflettere tutti quanti sui significati delle parole dignità e ragione. La dignità dovrebbe (e uso il condizionale) essere quel valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano: tutti gli uomini, senza distinzioni di età, stato di salute, sesso, razza, religione, nazionalità, ecc. meritano un rispetto incondizionato, sul quale nessuna “ragion di Stato”, nessun “interesse superiore” della “Scienza”, la “Razza”, o la “Società”, può imporsi. Ogni uomo è un fine in se stesso, possiede un valore non relativo ma intrinseco. E la ragione, invece, quella facoltà per mezzo della quale si esercita il pensiero, soprattutto quello astratto. Credo proprio che oggigiorno, molti sottovalutino questi due importantissimi valori che caratterizzano l’uomo. Beh un altro mondo è possibile..l’importante è crederci!!

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