08e49a92b3b7b258b3868f798e0c2c69.jpgINDIETRO TUTTA

E’ di ieri, 21 novembre, l’assurda notizia e l’ennesima trovata della ex casa reale italiana, i Savoia.

La pretesa avanzata da Vittorio Emanuele e dal figlio Emanuele Filiberto è di 260 milioni di euro di indennizzo  per i danni morali subiti a causa dell’esilio, sommati a tutti i possedimenti della famiglia risalenti al periodo del loro regno, tra cui anche il Quirinale!

Con l’arroganza classica di un “sangue blu”, non curandosi delle istituzioni democratiche del nostro Paese, il rampollo di casa Savoia afferma di esser convinto di poter spendere il bottino sicuramente meglio del governo italiano, avanzando addirittura un programma quasi progressista! “Se avremo quello che stiamo chiedendo, quei soldi ritorneranno agli italiani, in case popolari, borse di studio, aiuti per chi ne ha bisogno”.

In una lettera aperta Emanuele Filiberto spiega la “difficile” decisione che ha spinto la sua famiglia a intentare una causa allo Stato italiano, sottolineando che il dolore subìto non ha prezzo e che la cifra richiesta, se ottenuta, verrà devoluta alla “Fondazione Savoia” che si occupa di portare avanti progetti in favore delle fasce meno agiate della popolazione. “E’ una questione di giustizia, la legge è uguale per tutti, io credo di avere dei diritti come qualunque altro italiano, chiediamo quello che ci spetta. Se ci daranno ragione e riotterremo quello che vogliamo è già pronta una fondazione nella quale devolvere i soldi”.

E pensare che nel 2002  i Savoia assicurarono di voler rinunciare ad ogni risarcimento pur di poter tornare in Italia. “Signor presidente, desidero assicurare che è mia intenzione ritirare il ricorso, che presentai avanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con sede a Strasburgo, una volta approvata la legge costituzionale abrogativa dei due primi commi della XIII disposizione transitoria…”: era l’8 luglio del 2002 e Vittorio Emanuele di Savoia scriveva così all’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Inoltra nella lettera Vittorio Emanuele scrisse che una volta abrogata la parte della Costituzione che ne impediva il rientro in Italia e “decorsi i tre mesi prescritti” senza che venisse “richiesto il referendum confermativo” non si correva più alcun pericolo risarcitorio perché, trascorso questo breve periodo “potrà dirsi per quella vicenda cessata la materia del contendere”.

Qualcosa, da quella lettera è sicuramente cambiato, e oggi la “materia del contendere” è stata quantificata in 260 milioni di euro.

La richiesta del risarcimento è in aperto contrasto con lo spirito che ha portato all’approvazione del progetto di legge abrogativo della norma costituzionale che impediva ai Savoia di tornare in Italia. E in più dimostra quanto fossero “strumentali” dichiarazioni di Vittorio Emanuele come quella che pur di tornare in Italia si sarebbero accontentati anche di “un camper”.

E’ una pretesa assurda. Dovremmo essere noi cittadini italiani a chiedere il risarcimento morale per la cattiva condotta di Vittorio Emanuele III che facilitò l’avanzata del fascismo e con esso il tragico dramma della seconda guerra mondiale.

Sono notizie tristi per la democrazia nel nostro Paese, che fanno rabbrividire i Padri della Costituente ancora in vita e fanno rivoltare nelle tombe quelli già morti.

Ma questa gente cosa se ne importa della democrazia e della nostra Costituzione? Sono monarchi, quindi non possono essere democratici, sarebbe una contraddizione. E applicano alla lettera la loro carica. Infatti pensano ancora che il potere sia una questione di casate, di possedimenti territoriali e di titoli nobiliari, invece non è così. Bisognerebbe ricordare a questi gentiluomini che dopo che Vittorio Emanuele III fuggì dall’Italia (sennò chissà che fine avrebbe fatto), nel nostro Paese si innescò un processo politico chiamato REPUBBLICA che non prevede affatto la presenza di un monarca o la sua tutela. Solo un grande statista come Berlusconi poteva riuscire a cedere alle pressioni di un sovrano esiliato per gravi motivi politici.

Questa è gente pericolosa. Crede che il Paese graviti intorno a loro e ai loro pettegolezzi. Si va in massa a salutare il ritorno dei “nostri grandi sovrani”, si assiste trepidanti davanti al televisore al matrimonio del principe, si festeggia la nascita della figlia di quest’ultimo ed è incredibile che, dopo quello che hanno combinato ad inizio secolo, abbiano ancora proseliti! (come l’Unione monarchica italiana).  

Ma che ci vogliamo fare? Siamo in Italia, il Paese dove tutto gira al contrario. E allora, dopo che è stato modificato il testo costituzionale per il ritorno di questi vigliacchi, è anche legittimo che costoro chiedano il risarcimento per i danni morali.

Poi cosa vorranno? Vorranno partecipare alle elezioni del nostro Paese? O Faranno leva su quei seguaci che ancora hanno per ritornare sul trono?

Tanto ormai…

Enrico Saponaro

AVANTI SAVOIAultima modifica: 2007-11-22T16:27:27+01:00da casadelpopoloff
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4 Thoughts on “AVANTI SAVOIA

  1. “O ladri del nostro sudore…”Madonna! Ci mancava pure questai bravi* Savoiardi a batter cassasolo il pensiero mi dà il mal di testae nel pensarci penso a testa bassa.Con che coraggio fate la richiesta?Musi a ciglione dalla gota grassa,occhi sparati e tondi come i pesci!Vi ricordate di Gaetano Bresci?

  2. I Savoia chiedono un risarcimento di 260 milioni di euro all’Italia.La causale:”i danni morali subìti durante l’esilio per la violazione dei diritti dell’uomo così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948″.Il nonno e lo zio materno di Sibilla sono morti durante la ritirata in Russia (dalla data di morte sembra siano morti a Nikolajewka.)Ci si chiede: “E se tutti i parenti dei morti ammazzati in guerra chiedessero il risarcimeto danni ai quei PALLONI GONFIATI?”.

  3. Siamo sicuri che tutta la colpa di quello che è successo sia dei Savoia?Quando si parla di facilità nell’avanzamento del fascismo, bisogna ricordare che la colpa fu anche dei vari partiti politici del tempo, anche vari esponenti libearli furono con Mussolini, la legge elettorale che poi facilitò la vittoria del dittatore fu votata da TUTTI. I rappresentanti di partiti liberali, dell’avventino, si recarono dal re ( dopo il delitto Matteotti ) per chiedere lo scioglimento del Parlamento, ma in parlamento non ci fu mai una mozione del giorno per chiedere la sfiducia del governo Mussolini. Nella famosa seduta dove Mussolini si addosso la colpa del delitto, cosa successe? Per noi italiani una parte del ventennio è andata bene, finche le cose andavano bene e poi…. Vittorio Emanuele III avrà avuto le sue colpe, ma almeno ha evitato l’estremizzazione della dittatura e il cardine, anche se sgangerato della rinascita dopo l’otto settembre ( quello che voi chiamate fuga )Per quanto riguarda Umberto II, voglio solo ricordare che alla sua morte nel 1983, a questo signore morente, non fu data la possibilità di morire in Italia, ma ancora peggio il suo funerale non fu trasmesso. ( Era l’ultima vendetta dei partiti politici….).Moriva in esilio per una disposizione ( neanche legge ) transitoria e finale che durava da decenni………TRANSITORIAMa siamo italiani?Un paio di mesi dopo, fu trasmesso in diretta il funerale di Baldovino del Belgio. Poi Non vorrei continuare………. ma la storia dovrebbe essere letta in piena, non solo secondo una interpretazione di sinistra e di destra o del vincitore ( in questo caso dei partiti politici, i veri vincitori del Referendum del 1946 !!!!!)Allora forse i partiti devono farsi un esame di coscienza………..

  4. Raccontiamo i fatti con rigore storico? A disposizione.Innanzitutto occorre dire che fino al 1946 in Italia vigeva lo Statuto Albertino che in materia di fiducia e sfiducia al governo non era molto aggiornato. Infatti, all’articolo 6, recita:“Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regolamenti necessari per l’esecuzione delle leggi, senza sospenderne l’osservanza o dispensarne”. Prosegue all’articolo 9: “Il Re convoca in ogni anno le due Camere: può prorogarne le sessioni, e disciogliere quella dei Deputati”.Poi occorre ricordare qualche evento.Il fascismo si rese protagonista del primo episodio di guerra civile, nel 1915, con l’assalto alla sede dell’”Avanti!”.Quindi nascono le squadre d’azione che ottengono molti successi contro i socialisti.La classe dirigente (liberale) era neutrale o sosteneva con piacere il fascismo, visto come difensore dal percolo rosso (visti i fatti del biennio rosso). Inoltre la forza pubblica vedeva i fascisti come alleati nella lotta contro i socialisti.Con le elezioni del 21 c’è la formazione dei blocchi nazionali con cui conservatori e liberali favoriscono l’ingresso dei fascisti che ottennero la legittimazione e 35deputati.Nel 1922, dopo il breve governo Bonomi, viene formato il governo Facta che dimostra una scarsa autorità politica che favorisce la violenza squadrista.Mussolini, com’era sua abitudine, giocò su due tavoli: da un lato le trattative con i liberali in vista di un governo con ministri fascisti, dall’altro rassicurò la monarchia sconfessando le passate simpatie repubblicane.Nasce l’idea della marcia su Roma. Le bande fasciste erano equipaggiate in modo approssimativo (erano quattro beduini, per meglio dire) e non erano in grado di fronteggiare un esercito regolare.Intervento che non ci fu perché con il collasso della classe liberale, l’atteggiamento del re fu determinante. Vittorio Emanuele III rifiutò di firmare lo stato d’assedio preparato dal governo Facta e aprì alle camicie nere la strada per Roma. Mussolini, come se non bastasse, pretese di essere chiamato dal re a presiedere il governo (non aveva mica partecipato alla marcia, lui). Fu ricevuto dal re e incaricato di presiedere il nuovo governo. Il resto lo conosciamo tutti.Se questo non è dimostrazione di mancanza di spina dorsale, cos’è?E’ vero, i liberali li hanno fatti entrare in Parlamento. Tuttavia un re aveva prima di tutto il ruolo di difendere il suo paese, cosa che non fu fatta nonostante si era a conoscenza dei metodi assolutamente illegali del fascismo. O un paese si doveva solo difendere dal pericolo rosso del biennio 1919-21?

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