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Il Partito della Rifondazione Comunista di Francavilla Fontana lancia l’iniziativa G.A.P. (Gruppi di Acquisto Popolare).

Per combattere il caro-prezzi dei beni di prima necessità
e il calo del potere d’acquisto di salari e pensioni,
venerdì 27 marzo dalle ore 09,00
verrà distribuito un paniere composto da:

2 kg di patate, 1 kg di pane,
1 kg di pelati, 6 uova.

Il tutto al prezzo di € 3,50.

Per info e prenotazioni, rivolgersi al circolo PRC “Ernesto Che Guevara”
oppure
e-mail: rifondazione.ff@alice.it
cell.3282856852 oppure 3288365627

Aderisci al GAPultima modifica: 2009-03-24T13:25:15+01:00da casadelpopoloff
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8 Thoughts on “Aderisci al GAP

  1. FERMIAMO BERLUSCONI E IL SUO GOVERNO PRIMA CHE SIA TROPPO TARDIL’ultima uscita del Cavaliere in piena sintonia con il suo governo non può che essere la goccia che fà traboccare il vaso per qualsiasi cittadino che abbia ancora un minino di ragionevolezza.Al di là delle posizioni che si possono avere sulla questione che riguarda Eluana Englaro il suo calvario e quello della sua famiglia…su cui si stanno consumando i peggiori istinti dell’ essere umano e dei fanatismi religiosi, il sig. Berlusconi ha superato tutti i limiti della decenza.Berlusconi:”Eluana ha un bell’aspetto, non staccherei la spina””I casi del tipo di Eluana reversibili al 50%””Eluana è Viva e può avere un figlio …””A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi di mezzo una scomodità. Tutto qui””Perché’ Eluana non e’ morta di morte naturale. E’ stata ammazzata. E’ morta mentre quelli stavano a discutere sulla costituzionalità’ di un disegno di legge del governo…Hanno fatto vincere la cultura della morte al posto della cultura della vita’Le sue esternazioni su Eluana sono vere e proprie volgarità che denotano, se mai ce ne fosse stato bisogno, una ignoranza mescolata ad una crudeltà inaudita.Le intimidazioni rivolte al presidente della Repubblica con arroganza e prepotenza danno il senso di cosa pensa Berlusconi delle istituzioni e della democrazia.Se mai qualcuno pensa di poter cavalcare questa situazione, come sembrano voler fare le gerarchie della chiesa cattolica, non solo si sbaglia ma rischia di diventare complice più o meno consapevole di un attacco ai principi democratici e aprire un breccia verso una dittatura neppure tanto mascherata.Credo sia necessario che tutti si assumano la propria responsabilità a partire dai partiti che nel Parlamento di questo disgraziato paese dicono di fare opposizione.Con questo governo non si tratta, con questa maggioranza non si discute non può che essere questa la posizione da mantenere.Non importa cosa dicono i sondaggi la Democrazia si difende indipendentemente dagli interessi elettorali.Scendiamo nelle piazze, partecipiamo alle manifestazioni, discutiamo nelle nostre case e sui luoghi di lavoro esprimendo le nostre idee e cercando di scuoterci dal letargo.DOBBIAMO FERMARLI DOBBIAMO FARCI SENTIRE DOBBIAMO PROVARCI DOBBIAMO RIUSCIRCI

  2. Un regalo per tutti gli amici senza bisogno di commenti, uno solo, la faccia di Amato forse la peggiore , socialista come Brunetta.Oltre a raccontare, per la prima volta in tv, lo scandalo Rete4-Europa7, lo strepitoso Report di domenica ha fornito un’imperdibile galleria di mostri da far impallidire il museo Lombroso. Perché dei furbastri che per 25 anni han regalato al Cainano il monopolio dell’etere, ciò che più preoccupa non sono le azioni o le parole: ma le facce. La faccia muschiosa di Mammì, oggi dedito allo scopone scientifico («grande lascito dell’Illuminismo»). La faccia biforcuta di Violante, che si vanta di aver «garantito a Berlusconi e Letta di non toccare le tv fin dal ’94». La faccia sulfurea di Amato, che sogghigna sull’illegalità legalizzata all’italiana: «I decreti Craxi? C’ero, ma non ricordo. Da noi le cose sono “tendenzialmente vietate”, eh eh..». La faccia di tolla del Garante dell’Antitrust, anzi del Trust: «Noi resistiamo, andiamo avanti come la spada». La faccia inciucesca dei ministri Maccanico, Cardinale e Gentiloni, sotto i cui nasi è transitato il più colossale conflitto d’interessi della storia senza incontrare resistenza alcuna. La faccia impunita dell’Avvocato dello Stato che copia le memorie degli avvocati Mediaset. La faccia godereccia di Confalonieri, che li ha messi nel sacco tutti (senza faticare granchè) e ora mente sui 50 mila euro che avrebbe «piluccato» al sottoscritto; sul «pretore di Avellino» che nel 1984 avrebbe bloccato le sue tv (erano quelli di Torino, Pescara e Roma); e sul povero Di Stefano, destinatario di «favori politici enormi, diversamente da noi» (ha detto anche questo). Intanto, in sottofondo, Jannacci canta «Meno male che ho trovato te».Un regalo per tutti gli amici senza bisogno di commenti, uno solo, la faccia di Amato forse la peggiore , socialista come brunetta.

  3. Petizione per la rimozione della scorta di Emilio FedeLeggendo il libro “La Casta” veniamo a conoscenza dell’interessante dato che l’Italia e’ il paese con il maggiore numero di scortati in Italia. Ogni volta che, per esigenze economiche, un taglio al numero degli scortati diventa necessario, quelli che si vedono negare questo diritto e croce insieme sono coloro che piu’ ne avrebbero bisogno.Abbiamo assistito alla polemica tra il giornalista Emilio Fede e lo scrittore di “Gomorra” Roberto Saviano. Fede sembra minimizzare lo stress e la paura che derivano da dover temere della propria vita ventiquattr’ore al giorno.Afferma infatti con nonchalance che potrebbe impartire lezioni.A questo punto una domanda sorge spontanea:Ma perche’ Emilio Fede ha la scorta?Corre veramente pericolo di vita o il suo e’ un semplice status symbol?A giudicare dalla sua totale mancanza di rispetto per la condizione nella quale Roberto Saviano si trova in questo momento, della totale mancanza di preoccupazione, io propendo per la seconda opzione.Le vite di Emilio Fede e Roberto Saviano non potrebbero essere piu’ diverse.Saviano non riesce a trovare casa, ha diverse famiglie camorristiche che lo vogliono morto, e cio’ nonostante continua a combattere per la verita’ della parola.Si puo’ dire la stessa cosa di Emilio Fede?Propongo quindi di far risparmiare qualche soldino allo stato (che qualche cosetta in piu’ non fa mai male) e rimuovere la scorta a una persona che non sembra averne un gran bisogno.

  4. fate sparire emilio fido dal pianeta è mandatelo sù un satellite

  5. IL TAPPO STAPPA……. a breve , stapperanno anche molti Italiani!Al Congresso del PDL l’aria è effervescente, lo champagne scorre a fiumi.Il Tappo è raggiante, non si pone più limiti o remore.E’ in delirio di onnipotenza. Si sente forte, troppo forte…Un Dio!Gli occhi si fanno sempre più fissi, grandi e dilatati…Il gesticolare sempre più convulso.Sì, qualcosa non quadra…Il dottor Scapagnini, lì accanto, lo osserva inquieto e pensieroso…Teme che , a breve , stapperanno anche molti Italiani!

  6. Partiti i cortei. Una distesa di bandiere rosse nelle strade di RomaROMA – Le cinque piazze non riescono a contenere i manifestanti quando ancora treni e pullman son lontani dalla capitale, centinaia di auto cercano di avvicinarsi il più posssibile alle zone da cui partiranno i cortei. Le strade della capitale si colorano di rosso, un immensa distesa di bandiere rosse del mondo del lavoro, della Cgil, cappellini rossi in testa, partoni i cortei. Il primo che si muove è quello dell’Ostiense, Piazzale dei Partigiani. Si avvia alle 8,48 altrimenti tutta la zona sarebbe rimasta ingolfata. Ci sono lavoratori, precari, pensionati, disoccupati dell’Emilia Romagna, della Liguria, del Piemonte.Tanti giovani, tanti studenti che si radunano in particolare dietro al “ sound sistem”, grandi camion da cui arriva una musica assordante che si confonde con i cori che si levano dal corteo, le parole d’ordine gridate a tutta voce. Dieci minuti dopo parte il corteo da Piazza Ragusa.Qui, vicino alla storica piazza San Giovanni dove si concludevano tante manifestazioni sindacali, si sono dati appuntamento i manifestanti di Puglia, Sicilia, Calabria, Toscana.Tanti striscioni con uno che spicca su tutti, quello tricolore dei pratesi lungo duecento metri con scritto “ Prato non deve chiudere” e poi i nomi di tante fabbriche grandi e piccoli, i pensionati con i cappellini rossi dello Spi. Da Viareggio i manifestanti hanno portato la maschera di Berlusconi con al collo un cartello: “La crisi non esiste è un’invenzione dei comunisti.”Pochi minuti dopo parte il corteo dalla stazione Tiburtina. Il grande piazzale antistante non riusciva più a contenere i manifestanti. Il corteo è aperto dai lavoratori della Lombardia con uno striscione di cento metri contro la violenza sulle donne. Sono insieme, dietro allo striscione, lavoratrici e lavoratori italiani e migranti. Insieme ai lombardi delegazione del Trentino, del Friuli, del Veneto e dell’Umbria.A Piazza della Repubblica arrivano migliaia di giovani. La rete degli studenti medi, dell’Unione degli universitari che radunano sotto un camioncino da cui un loro rappresentante annuncia: “Appoggiamo la manifestazione del 4 aprile contro i provvedimenti del governo”. La Federazione pubblica Cgil attacca il ministro Brunetta con un’immagine che raffigura i Vigili del Fuoco al lavoro, e dice ironicamente: “Sempre con le mani in mano”.La Cgil di Siracusa espone uno striscione che dice: “Berlusconi cuoco, sta cucinando bene gli italiani”.Piazzale dei Partigiani già gremito prima dell’avvio di uno dei cinque cortei che affluiranno al Circo Massimo per la manifestazione della Cgil contro i provvedimenti anti crisi del governo. «Siamo già 200 mila », spiega il segretario organizzativo Enrico Panini. Palloncini, bandiere e striscioni si alternano per tutto il lungo serpentone che da piazzale Partigiani è già posizionato oltre via Piramide Cestia. ‘Insieme per costruire un futuro diversò, recita lo striscione di apertura insieme a quello dello slogan della manifestazione ‘Futuro sì indietro no giù le mani da salari, pensioni e dirittì.A Piazza dei Navigatori, sono arrivate le delegazioni dalla Campania, dal Lazio e dal Molise e si contano alcune migliaia di manifestanti. Molti gli slogan scanditi dalla musica e dal rullare dei tamburi e tantissimi striscioni uno dei quali, portato dai braccianti agricoli, recita: “Non ci basta una vita per andare in pensione”; un altro della Funzione Pubblica: ”Il lavoro porta bene, no alla precarietà”. Il clima del corteo è festoso e rumoroso, con la Cristoforo Colombo , una delle arterie che conducono a piazza dei Navigatori, invasa di manifestanti e di bandiere rosse.

  7. Colletta internazionale per poveri imprenditori Appena pubblicati i dati sulle dichiarazioni dei redditi, il Togo ha subito spedito aiuti umanitari per gli imprenditori italiani. La Nigeria ha inviato due navi di alimentari e generi di prima necessità destinate soprattutto agli indigenti industriali del settore tessile/abbigliamento che dichiarano redditi ampiamente al di sotto della soglia di povertà. Gli artisti albanesi hanno annunciato un grande concerto di solidarietà (Durazzo, 20 giugno prossimo) per sostenere le popolazioni imprenditoriali italiane in difficoltà. «Industriali alimentaristi e albergatori italiani – dice una nota diffusa a Tirana – non arrivano ai mille euro mensili. Possiamo assistere in silenzio a questa tragedia?». Albania for Italy raccoglierà fondi anche per i costruttori edili italiani, che dichiarano in media 21.000 euro l’anno e rischiano un futuro di emarginazione e povertà. Il colonnello Gheddafi, in un lungo discorso, ha detto che la Libia accoglierà di buon grado gli indigenti industriali e commercianti italiani che per disperazione dovessero approdare sulle sue coste con imbarcazioni di fortuna. Ma accanto a grandi prove di amicizia e solidarietà non mancano le riflessioni politiche. L’talia è l’unico paese al mondo in cui i lavoratori dipendenti dichiarano al fisco più degli imprenditori dai quali sono assunti. Gli industriali dell’abbigliamento – che diffondono nel mondo il glorioso Made in Italy, vanto delle fabbriche cinesi – dichiarano al fisco meno dei pensionati, e quindi serve subito una massiccia azione di mutuo soccorso (forse era questo che intendeva l’altra sera in televisione il dottor Della Valle parlando di solidarietà con operai e studenti). In più , l’Italia è l’unico paese in cui centinaia di migliaia di benestanti scendono in piazza a protestare – come è avvenuto ieri – mentre i poveri imprenditori lottano ogni giorno contro mille difficoltà, costretti all’indigenza, rintanati senza speranza e senza assistenza nell’umido delle loro Porsche Cayenne posteggiate nel parco delle loro ville.

  8. Eh si, da pensionato mi piange il cuore a leggere ste notizie.Propongo una raccolta di fondi per aiutare questi poveracci.Da domattina, chi di noi, pensionati e dipendenti, i può ancora permettere il lusso di farsi n caffè, conservi i fondi, arrivati ad un Kilo, li consegni alla caritas che ne farà dono agli imprenditori meno abbienti.I piu intraprendenti di loro, potranno macinarli finemente e confezionarci bustine di borotalco per gli africani. gli altri potranno riciclarli come thè che sa di caffè……..

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