rifo.jpgLa luna di miele del Governo Berlusconi è finita. La tracotanza del Presidente del Consiglio, che si è espressa senza freni per alcuni mesi dopo la disfatta delle forze del vecchio centrosinistra il 13 e 14 aprile, sta sfumando sotto i colpi di un variegato movimento che comincia a farsi sentire e di una pesantissima crisi economica.
Un primo segnale l’avevamo visto l’11 ottobre quando alla manifestazione promossa dalla sinistra di alternativa, con grandissimo impegno del nostro Partito, la partecipazione era stata ben più ampia di quella da noi stessi attesa. C’è stato poi il 17 ottobre, quando lo sciopero-manifestazione dei sindacati di base ha visto una presenza ben maggiore degli anni passati. Ma la vera svolta è stata determinata dal movimento che in poche settimane si è sviluppato nella scuola e nell’università contro le sciagurate iniziative del ministro Gelmini. Studenti, maestri, insegnanti, genitori, ricercatori e precari della scuola hanno costruito un’Onda che ha dato spontaneamente vita ad efficaci forme di lotta e a grandi manifestazioni contro i tagli e la privatizzazione della scuola, delle università e del sapere. Parallelamente a questo prima la Fiom, poi la Funzione Pubblica, infine tutta la Cgil, hanno proclamato lo sciopero generale nazionale per il 12 dicembre.
Il tutto avviene in un contesto di crisi economica di cui nessuno più nasconde la gravità. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i mutui subprime, ma il bicchiere della crisi è stato riempito dalle politiche economiche di questi trent’anni che hanno trasferito immense risorse dal lavoro ai profitti e alla rendita finanziaria.Il problema è che i ricchi che hanno accumulato fortune inimmaginabili sono pochi e i lavoratori che si sono impoveriti e indebitati in tutto l’Occidente capitalistico sono centinaia di milioni. Il risultato pratico è che, mentre le merci che il capitalismo produce in quantità sempre maggiore rimangono invendute, i capitali non trovano modo di valorizzarsi. Per cercare di ritardare questa crisi hanno fatto guerre. Hanno devastato l’ambiente. Ma la bolla è infine scoppiata e la crisi – che è di sovrapproduzione – sta producendo una recessione mondiale e provoca chiusura di fabbriche con milioni di licenziamenti.
Non è quindi una provocazione il titolo che abbiamo dato al nostro manifesto per lanciare il tesseramento del 2009 : «il futuro ha bisogno di Comunismo». E’ una verità elementare che dobbiamo ribadire con forza e a testa alta poiché il fallimento del capitalismo è davanti a noi e dice che non c’è futuro per questo pianeta se non si cambia alla radice il sistema economico.
Al contrario di quanto politici ed economisti hanno teorizzato in questi anni, il libero mercato e la cosiddetta globalizzazione non hanno portato alcun miglioramento. Occorre al contrario programmazione, intervento pubblico, una produzione che parta dalle compatibilità ambientali e dalle esigenze collettive e non dalla ricerca del profitto. Insomma un po’ di Comunismo.
Così come non è una provocazione l’altra parola d’ordine che abbiamo lanciato: «il futuro ha bisogno di Rifondazione». Una Rifondazione Comunista che, dopo l’esperienza fallimentare del governo Prodi, faccia un bagno di umiltà, come è stato deciso al congresso di Chianciano. Torni tra la gente e cerchi di ricostruire dal basso una credibilità e una connessione con il proprio popolo. Una Rifondazione che metta al bando, in primo luogo nei comportamenti dei suoi dirigenti e dei suoi rappresentanti nelle istituzioni – come avevamo già detto a Carrara – il personalismo e l’arrivismo per tornare ad essere percepita come una forza coerente non solo nelle lotte che conduce, ma anche nel suo concreto modo di agire.
Ce lo dice l’esperienza di tutti questi anni. Tutti i tentativi fatti nell’ambito della sinistra di alternativa, di costruire – partendo dai limiti del Prc (che pure ci sono e sono tantissimi) – altre forze politiche, non solo non hanno funzionato, ma hanno prodotto l’esito opposto a quello auspicato: si è indebolita Rifondazione e si è indebolita tutta la sinistra. Dalla scissione dei Comunisti Unitari, passando per la costituzione dei Comunisti Italiani, alle scissioni di Ferrando e di Cannavò, per arrivare alla Sinistra Arcobaleno, questo è stato il risultato. Perché allora non lavorare per rilanciare Rifondazione Comunista? Perché non investire tutte le nostre energie per dare nuovamente forza e autorevolezza al Prc che, a sinistra del Pd, resta il soggetto politico più significativo?
Noi ci vogliamo provare. Questo è quanto è emerso con forza alla partecipatissima assemblea pubblica che abbiamo tenuto venerdì a Roma, in occasione della quale abbiamo lanciato il tesseramento al Partito per il 2009. Non ci nascondiamo le difficoltà, che sono molteplici e si intrecciano. Le risorse ridotte dalla mancanza di parlamentari, il pesante deficit di Liberazione , l’istituzionalizzazione in molti territori, un partito “bianco” e “maschile”. Ma, discutendo, abbiamo anche verificato una risposta positiva alle iniziative messe in campo in queste settimane: in particolare i banchetti contro il carovita e per la distribuzione del pane, e la campagna di volantinaggio davanti ai luoghi di lavoro.
«Finalmente siete tornati»: questa è la frase più ricorrente che ci viene detta. Allora, forti di questo primo riconoscimento, che vogliamo interpretare come una riapertura di credito, ricominciamo. Da oggi, in tutte le regioni, sono a disposizione le nuove tessere di Rifondazione Comunista. Impegniamoci subito tutti. Ai banchetti, nella preparazione dello sciopero generale: ogni occasione è buona per proporre l’adesione a Rifondazione Comunista. E iniziamo subito a contattare tutti i vecchi iscritti e quelli che negli anni passati, per mille motivi, non si sono ritesserati.
Ci siamo già dati una scadenza: concludiamo questa prima fase del tesseramento il 24 e il 25 gennaio mobilitando per quelle due giornate tutti i nostri circoli, con la presenza attiva di tutti i dirigenti nazionali, regionali e provinciali. L’obiettivo da raggiungere per questa prima scadenza è il 30 per cento degli iscritti del 2008. Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare.

                                                                                                                  Claudio Grassi

Il futuro ha bisogno di Rifondazioneultima modifica: 2008-12-07T10:08:02+01:00da casadelpopoloff
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12 Thoughts on “Il futuro ha bisogno di Rifondazione

  1. Manifestazione nell’anniversario del rogo della Krupp con solo sindacati di base e sinistra torinese.Nessun dirigente nazionale. Nessun rappresentante del parlamento italiano. Nessuno del Pd«E i lavoratori dove sono? Al centro commerciale?». Il manifestante arriva in bicicletta su questo viale lungo e dritto, dalla pianura alle montagne, come solo a Torino ce ne sono. E’ basito. Nel corteo del primo anniversario della tragedia ThyssenKrupp, con i parenti delle sette vittime in testa, c’è un solo striscione di fabbriche o aziende. Quello della Electrolux del sindacato di base Sdl. Niente altro. Non c’è lo striscione della ThyssenKrupp, non ci sono i lavoratori dell’acciaieria di Terni. I compagni di lavoro. «Per me da oggi è come se fossero morti anche loro», ci dice un giovane operaio torinese del gruppo. Non c’è il sindacato confederale (nemmeno la Fiom se non a titolo personale con Giorgio Cremaschi e diversi delegati), non ci sono i leader dei partiti nazionali della sinistra (ci sono Prc, Pdci, Sinistra Critica, Pcdl con i rappresentanti locali, a parte Ferrando). Non ci sono i Verdi. Né Sd. Non c’è nessun rappresentante del Parlamento italiano. Nemmeno l’onorevole Antonio Boccuzzi (Pd) scampato quella notte al rogo. Tante bandiere rosse, per carità, di tutte le sigle possibili e immaginabili. I sindacati di base (tutti) e i familiari e lavoratori di altre tragedie… Tutta gente già solidale prima della tragedia. E Torino? I torinesi? Anche La Stampa ieri in prima pagina scriveva in apertura: “La città torna in piazza per non dimenticare”. Non è vero. Non c’era. Né le istituzioni (l’unico, il presidente del consiglio comunale del Prc), né la gente. Si vuole dimenticare?

  2. Grazie De Magistris. Grazie Clementina Forleo.!!!Grazie per aver avuto il coraggio di dimostrare, che esiste una larga parte di magistratura che è disinteressata ad arrivare alla verità in maniera imparziale.Chi ancora credeva nella magistratura, oggi cosa pensa?Se il capo del CSM è uno che ha avuto le mani in pasta nel sistema politico italiano da mezzo secolo, di cosa ci si meraviglia?Se la nostra classe politica è inadeguata ed inefficiente, la magistratura sta dando dimostrazione anche a chi non ci credeva, di essere nelle medesime condizioni.

  3. Lettera di una mamma disperata per la sorte di suo figlio disabile: “Mi vergogno di vivere in un Paese come il nostro, dove pochi navigano nell’oro e molti nella miseria”Gentile on. Gelmini, mi chiamo Rosa Mancini, sono la madre di un docente disabile dalla nascita. Ho appreso che nel documento di programmazione economica e finanziaria un taglio di 100.000 cattedre in 3 anni. E lo stop delle assunzioni. ll mio stato d’animo, credo possa rappresentare quello di altre migliaia di madri, le quali, anziane come me, vorrebbero morire vedendo finalmente sistemati i propri figli. Possibile che i numeri sono più importanti delle persone? possibile che la scuola deve essere smantellata, e sulle macerie di essa costruita un impresa dove il denaro detta le regole del funzionamento. Ma lei si rende conto di cosa significa fare classi con 30/35 e forse 40 persone. Significa far scoppiare il sistema scolastico ridurlo ad un cumulo di macerie. State trascinando nel caos l’istruzione, mentre invece si avrebbe assoluta necessità di ordine. Volete diminuire le ore di lezione, lasciando ancor di più nell’ignoranza miglioni di ragazzi. Ma non vi rendete conto ne lei ne i suoi consulenti che state mettendo in mezzo la strada migliaia di persone, lasciando senza futuro intere generazioni di adolescenti. Tagliare 100.000 cattedre non vuol dire sistemare i conti pubblici ma allargare la povertà di una parte molto vasta della popolazione, scatenando una violentissima forma di protesta dagli sbocchi imprevedibili. Non si possono trattare in questo modo migliaia di persone che da anni da molti anni lavorano e mandano avanti il carrozzone della scuola. Mi vergogno di vivere in un Paese come il nostro, dove pochi navigano nell’oro e molti nella miseria. Questi anni passano, la delusione sta crescendo, sarete spazzati via come foglie al vento se continuerete a trattare in questi termini migliaia di famiglie. Lei non ha i problemi di una madre o di un padre del mezzogiorno, dove il lavoro è una chimera, dove stare su una cattedra vuol dire stare in trincea. Volete togliere a mio figlio affetto da paresi spastica il valoro, vergognatevi!

  4. Dopo le numerose proteste di studenti e sindacati dei mesi scorsi il ministro ha pensato di aprire su you tube un canale su internet per testimoniare la disponibilità al dialogo e alle critiche costruttive. siamo alle pezze.

  5. Caro Marco,la situazione della magsitratura è ingarbugliata in modo inestricabile.Se i magistrati togati avessero preteso un vice presidente più serio, al di sopra delle parti al posto di un uomo di apparato come il compromesso e antico Nicola Mancino, cosa avrebbe detto l’informazione e cosa avrebbero fatto i politici???Poi, non devi scordare che viviamo una coincidenza negativa. Quando sarà scritta la storia di questi anni probabilmente si dirà che Napolitano è la persona per presidente più sbagliata nel momento meno adatto e più sbagliato per essa. Il Quirinale ha perso qualsivoglia afflato morale e sembra la direzione superiore di un ufficio.

  6. Dimenticavo:Infine non puoi mettere sullo stesso piano gli uomini del potere giudiziario (magistrati) col gliuomini del potere legislativo (politici).La natura del contrasto interno alla Magistratura, come ben dici Tu a proposito di De Magistris e Forleo – ma ci puoi aggiungere il pool di Salerno, oltre a chi eroicamente, come a Palermo e da altre parti, sta continuando la battaglia alla mafia – discende proprio dalla istanza di indipendenza che spinge per l’autoriforma e per superare le correnti interne e le cordate con certo potere (non solo politico ma anche finanziario, burocratico e industriale).Mentre i contrasti interni alla politica derivano dalle lotte di potere dettate dalla venalità, dal personalismo e dalla mania di protagonismo ove il conflitto di interesse non solo non viene combattuto ma, al contrario, viene coltivato.

  7. TUTTI SI PREOCCUPANO DEI MAIALI ALLA DIOSSINA E NESSUNO DI Taranto ce n’è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976) IL 93% DELLA PRODUZIONE NAZIONALE,intanto muiono mamme,lattanti,operai……….A Taranto si muore. Per la diossina. Non ci sono più dubbi. Neonati, bambini, mamme. Commercianti, avvocati, medici. Studenti, operai e tanta tanta gente comune. Taranto non ce la fa più. Sta affogando. E prova a reagire, a dire “Basta” con una manifestazione nel centro della città. Tutti in piazza contro l’Ilva, contro la diossina, contro l’inquinamento che sta negando un futuro ai giovani e ai bimbi. Ventimila persone, molti piccoli. “Ci avete rotto i polmoni”, è lo slogan principale. Non si respira più nella città pugliese. O quello che si respira fa morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E’ grigio e invece anche solo 10 anni fa non lo era. C’è qualcosa che non va, e ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo. Ai balconi sono appesi striscioni, anche se i balconi hanno cambiato colore. Persino i palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del veleno. Taranto. 200 mila abitanti, due mari e il più grande impianto siderurgico europeo, l’Ilva (l’ex Italsider svenduto dallo Stato al gruppo di Emilio Riva). Quello che produce il 93% di tutta la diossina italiana e l’8,8 per cento di quella europea. Ha il triste primato di città più inquinata del continente. Sì, una piccola città inquina più di una grande metropoli giapponese. DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO – Perché gli impianti industriali che le sono stati costruiti attorno sono più grandi della città stessa. Un problema che esiste da 30-40 anni, ma che ora sta diventando drammatico. La situazione sta degenerando, i bambini ne soffrono, le mamme hanno la diossina nel latte. Una sostanza si accumula nel tempo, e a Taranto ce n’è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976).

  8. BERLUSCONI parla di sé in terza persona, accosta il suo governo al paradiso di Dante, dà sfoggio della sua naturale propensione all’autoritarismo monarchico.One man show, magari fosse Vinicio Capossela. Invece è Silvio Berlusconi che alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa si concede a telecamere e taccuini come suo costume. Parla a tutto campo il presidente del Consiglio. Bruno Vespa c’è, le telecamere anche, il salotto è servito. Come un falco Berlusconi ne approfitta, vola su tutti gli argomenti politici per dettare la linea. La sua linea. Il messaggio è preciso, inequivocabile: la Costituzione della Repubblica si può cambiare. Del resto non l’ha scritta lui. Si vede. Dalle prole del premier si capisce che Pierferdinando Casini è tornato nelle file dei buoni. Che Walter Veltroni è tornato nelle file dei cattivi. Comunista era, per Berlusconi comunista è rimasto, eccetto una breve parentesi all’indomani del risultato elettorale di aprile. Anche perché quando si vince siamo tutti più boni. E l’uomo di Arcore ha vinto, è conscio del suo enorme potere, ne approfitta. «Non mi sederò mai al tavolo con questa sinistra leninista e antidemocratica». Dice proprio così: leninista e antidemocratica. In un batter di ciglia, il Cavaliere chiude la porta a un dialogo parlamentare sulla riforma della giustizia. «Ha ragione Bonaiuti quando dice che sono marxisti – spiega – Ci vuole un cambio di generazione per avere da noi una socialdemocrazia. Non accetto di parlare con questo tipo di persone». Mago Silvio fa l’incantesimo: bidibibodibibù e il dialogo con il Pd non c’è più.Parla di sé in terza persona, accosta il suo governo al paradiso di Dante, Berlusconi dà sfoggio della sua naturale propensione all’autoritarismo monarchico. «Il libro di Vespa “Viaggio in un’Italia diversa” – osserva il Cavaliere – mi ricorda il poema dantesco: c’è l’inferno, il purgatorio e il paradiso, cioè l’attuale governo». Pubblico in delirio. Quello non manca mai. L’occasione è ghiotta e il falco di Arcore scende in picchiata. Insiste in particolare sul tema della giustizia. Sottolinea che il governo è pronto anche a «cambiare la Costituzione». Proprio così: «Cambiare la Costituzione». «La Carta si può cambiare e poi l’ultima parola spetta ai cittadini. Questa è la democrazia», afferma il presidente del Consiglio. O meglio, il concetto di democrazia che ha Silvio Berlusconi. Un concetto che esclude il Parlamento da discussioni e decisioni sostanziali.Ricordando di essere reduce da un tour di 21 giorni in Medioriente, Berlusconi trova anche il tempo di fate una riflessione amara sul nostro Paese. «Ho visto – dice – che c’è una grande distanza tra loro e noi, poi tornando qui ho trovato un’Italia molto provinciale. Siamo una piccola cosa, non la caput mundi che ha ispirato l’impero romano». Ma la sua Italia non era il giardino dell’eden? Le elezioni sono passate ora si tratta di governare il paese. E non è facile, in momenti del genere.Capitolo Udc, che come sottotitolo potrebbe avere “l’amico ritrovato”. «Per Casini le porte del Popolo della libertà non sono aperte, sono spalancate». Lo conferma Berlusconi in un’intervista pubblicata sul mensile free press “Pocket”, dopo aver accolto nel Pdl l’ex giornalista Rai e deputato Udc Francesco Pionati. «Casini ha deciso di non far parte del Pdl e ha scelto una strada che lo sta portando su posizioni che hanno deluso molti suoi elettori e buona parte degli ex dirigenti dell’Udc». L’uomo di Arcore ha sempre ragione, Casini se ne renderà conto.Sull’ipotesi che abbandoni la politica, il Cavaliere replica: «Mi sento ancora un ventenne». «In politica contano i valori, e Berlusconi – afferma parlando di sé in terza persona – si ispira alla libertà». Azzurra libertà. Il presidente del Consiglio attacca (ancora e ancora) la stampa e la tv italiana: «Sulla scuola la sinistra e i suoi giornali, in pratica l’85% di ciò che si stampa in Italia, sono riusciti per settimane a ribaltare la realtà. In televisione, certi programmi della Rai e non solo, fanno di peggio». Parola dell’imperatore delle televisioni.Berlusconi in fine ripete che il dialogo «con questo Veltroni» è impossibile. «Con il Veltroni che diceva basta alla demonizzazione dell’avversario politico, il dialogo sembrava possibile. Poi si è alleato con Di Pietro e ne ha seguito l’esempio accusandomi di regime». Fine delle trasmissioni, almeno per oggi.

  9. «Il 2009 sarà l’anno orribile»Chiuso. Cancelli sbarrati alla porta due di Mirafiori. Dentro ci sono solo i custodi che guardano storditi il diluvio universale, in tutti i sensi, che si sta abbattendo su Torino. La fabbrica delle fabbriche riaprirà il dodici gennaio, per trenta giorni nessuno entrerà più dentro. Non un operaio, non un impiegato, non un dirigente. Da oggi sono chiuse quasi tutte le linee di produzione auto in Italia e 50 mila lavoratori sono in cassa integrazione. Venerdì scorso gli operai che non avevano partecipato allo sciopero mentre correvano verso l’autobus raccontavano dei loro timori per l’inverno che sta per arrivare. Storie di mutui, figli e pochi spiccioli per tirare a campare. Maledicevano un po’ anche il sindacato: «Allo sciopero io ci sarei andato, ma oggi avrei perso settanta euro e di questi tempi non sono pochi. Potevano farlo lunedì prossimo (oggi, ndr )!». Avranno tempo di rifarsi visto il significato delle parole che l’amministratore delegato della Fiat Marchionne sta pronunciando. Voci interne alla dirigenza sostengono che nel 2009 Mirafiori rischia di rimanere chiusa tre settimane su quattro ogni mese.L’idea è di tagliare del 75% la produzione, forse si salverebbero solo le officine dove costruiscono i cambi per il gruppo. Su tutto il resto, si abbatterebbe la più pesante mannaia della storia della Fiat.

  10. La nuova Tangentopoli è alle porte, si prega gli italiani e le italiane, dopo che questa classe politica di incapaci verrà spazzata via, di non fare come la volta scorsa.nel ’94 di votare il primo str..zo che capita ma di scegliere bene chi votare, SENZA basarsi sulla TV, popolo di pigri! ma leggendo libri, GRAZIE!!!Oggi qui molto nuvoloso emolto umido: notizie dell’Italia sui TG arresti – arresti – arresti.mi chiedono: ma queste persone restano in galera?ma in politica, quanti onesti? ma che gente candidate per governare l’Italia?che rispondere…alzo le spalle per dire boh!anzi, perchè mi vergogno di questi governanti.

  11. APPELLO AGLI ATTIVISTI DEL P.D.! Cari amici ribellatevi!!Conosco personalmente molti ex P.C.I, P.D.S., D.S. che hanno deciso diaderire al nuovo partito democratico.Molti, moltissimi di loro lo hanno fatto in buona fede, sbagliando secondome, ma in buona fede.Molti, moltissimi di loro sono delle persone oneste, che sanno bene quandosi parla di “questione morale” di cosa si parla.Ed e’ a queste persone che voglio dire ribellatevi!!Possibile, che io che niente ho piu’ a che vedere con la storia di questopartito fin dalla seconda svolta, cioe’ da quando il P.D.S. e’ diventatoD.S. Possibile che io devo provare un senso di vergogna!!Per la storia che forse ancora ci accomuna, per l’orgoglio DI QUELLO CHESIETE STATI.RIBELLATEVI!!!PRETENDETE: LE DIMISSIONI DI BASSOLINO, JERVOLINO,VELTRONI E D’ALEMA.PRETENDETE UN CONGRESSO STRAORDINARIO.PRETENDETE UN PARTITO DEMOCRATICO.PRETENDETE UN PARTITO DALLE MANI PULITE.ERA PER DIVENTARE QUELLO CHE SIETE ORA, CHE AVETE BUTTATO TUTTO NEL CESSO?gridate il vostro schifo, non diventate complici di chi vi ha illuso,tradito, usato.AZZERATE IL CORPO DIRIGENTE DEL VOSTRO PARTITO, LADRI E TRASFORMISTI.NON SIATE COMPLICI. RIBELLATEVI.

  12. La “LEGA NORD” dopo avere sonnecchiato per più di un anno, ha deciso di “DARSI ALLE BARRICATE” per salvare “MALPENSA”, “UNA BATTAGLIA GIA’ PERSA IN PARTENZA”. La “LEGA NORD” dopo avere sonnecchiato per più di un anno, si è accorta che “IL COSTOSISSIMO SALVATAGGIO DI ALITALIA”, comportava in ogni modo il “DE’ PROFUNDIS” di “MALPENSA”, perché nessun operatore privato si sarebbe accollato l’onere di mantenere in vita in Italia “DUE HUB INTERNAZIONALI”.Dove era la “LEGA NORD” mentre la “CUPOLA ROMANA” con “I COMPAGNI DI MERENDE DELLA CAI/NUOVA ALITALIA”, “TRAFFICAVANO PER SMANTELLARE LA MALPENSA”?Forse erano impegnati nella “POLITICA SALOTTIERA ROMANA”, a “SPARTIRSI POLTRONE E MINISTERI”, a “PARTECIPARE ALLA DIVISIONE DEI PICCIOLI”?Già la scelta di mettere insieme “IL FACSIMILE DI 18/20 CAPITANI CORAGGIOSI” Italiani, “SENZA NESSUNA ESPERIENZA IN COMPAGNIE AEREE” salvo “IL BANCAROTTIERE DI CARLO TOTO”, è stata una “SCELTA SUICIDA” perché era chiaro “CHE PER FARE VOLARE” la “CAI/NUOVA ALITALIA” occorreva un partner straniero con i “PICCIOLI” e esperienza.Non è importante chi sia il socio straniero, “AIR FRANCE-KLM” o “LUFTHANSA”, “MALPENSA” E “ALITALIA” “DIVENTERANNO UN PICCOLO AEROPORTO E PICCOLA COMPAGNIA” succursale di “PARIGI-ASTERDAM” o “FRANCOFORTE-BERLINO”, con buona pace di chi sosteneva la tesi di mantenere l’italianità della compagnia di bandiera, in funzione strategica per sostenere il turismo.I TURISTI dovranno fare “LE CAVALLETTE” e saltare da un aeroporto all’altro per raggiungere le località italiane.Da questa battaglia, la “LEGA NORD” “OTTERRÀ UNA VITTORIA DI PIRRO” la liberalizzazione degli “SLOT” in mano alla “CAI/NUOVA ALITALIA”, che a sua “VOLTA RICEVERÀ’ DAL GOVERNO UN’ALTRA “REGALIA” a carico dei contribuenti e come contro partita politica, la “LEGA NORD” dovrà accettare “LA BLOCCA-INTERCETTAZIONI” “COME RICHIESTO” dal “BOTTEGAIO DI ARCORE”.

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