Non poteva non alzarsi,forte e decisa,la voce delle compagne e dei compagni del Partito della Rifondazione Comunista di Francavilla Fontana alla vigilia della Giornata Mondiale contro l’Omofobia e la Transfobia del prossimo 17 maggio 2014.Al centro di numerosi dibattiti ed analisi tematiche,non solo focalizzate sulla materia in sè ma anche sui recenti sviluppi internazionali della questione, si pone l’iniziativa della sezione francavillese del PRC tesa al coinvolgimento di tutta la collettività in tema di Omofobia e delle sue implicazioni in ambito sociale.Saranno evidenziate le sempre più stringenti istanze in campo legislativo ed amministrativo (matrimonio paritario ed unioni civili e copertura totale in caso di discriminazioni) e quelle garantite solo in linea di principio dalla Carta Costituzionale.Pensare,quindi,una forma di lotta anche a livello nazionale per la realizzazione di un substrato culturale antidiscriminatorio e antiautoritario sul modello dei paesi europei più progressisti che vivono senza ripensamenti i passi in avanti compiuti a favore delle pari dignità.Preoccuparsi, ciò non di meno,di tamponare in breve tempo gli effetti più disumani e spregevoli,in continuo aumento, di questa brutta piaga sociale,che è l’Omofobia, come la violenza verbalmente e fisicamente persecutoria nei confronti di chi esprime una sensibilità ed un orientamento sessuale “differente” o come la tragica solitudine in cui versano tanti adolescenti che nella delicatezza del momento di crescita verso l’età adulta vedono rimbalzare contro un muro di scherno,a volte tremendo e fatale di amici,familiari e conoscenti, ogni tentativo di autodeterminazione in senso omosessuale.Per noi, per chi scrive ora e qui, prendersi in carico la sofferenza di ogni essere umano in ordine ad una qualsiasi forma di privazione delle libertà personali,irrinunciabili e naturali,la Giornata contro l’Omofobia rappresenta un’occasione in aggiunta all’impegno quotidiano per rendere compiuto ogni sforzo di cancellazione e superamento di tutte le diseguaglianze sociali formali e sostanziali.A presto e tenetevi in contatto per sapere cosa stiamo preparando.

Giuseppe d’Angela (responsabile per la comunicazione con i movimenti) CANDIDATO AL CONSIGLIO COMUNALE PER IL PRC

Rivolgo questo appello a tutti gli uomini e a tutte le donne che hanno deciso di sostenere con la propria candidatura Maurizio Bruno. In questi primi giorni di campagna elettorale ho assistito alla solita rincorsa senza regole e senza freni del voto, sia da una parte che dall’altra sono tutti impegnati ad accaparare voti per la propria fazione,però nessuno riesce a rendersi  conto che il nostro paese, in questo momento, ha bisogno di qualcos’altro. E’ per questo che mi rivolgo ai compagni della mia coalizione e chiedo per questa campagna elettorale un salto di qualità.

Il nostro paese negli ultimi anni è stato commissariato per ben due volte, i cittadini francavillesi sono stati umiliati in diverse occasioni a causa delle malefatte dei nostrir amministratori e proprio per questo a Francavilla  l’anti-politica sta diventando un sentimento comune. Vi siete mai chiesti il perchè? Anni e anni di mal governo hanno allontanato dalla vita pubblica i nostri concittadini, che ormai non si aspettano più nulla di buono dai loro amministratori. Non è lontano il ricordo di “parentopoli”, quando noti politici locali favorirono durante dei concorsi pubblici amici e parenti. Ma senza andare così lontano nel tempo, basti pensare che l’intera amministrazione uscente è indagata per il cosidetto “caso farmacie”.Mentre l’ex sindaco Vincenzo Della Corte è stato indagato  per truffa ai danni del sistema sanitario nazionale, in un’altra inchiesta.

I francavillesi si sono fidati per anni delle stesse persone, riponendo le loro speranze nelle persone sbagliate, le stesse persone che per anni si sono arricchite alle loro spalle, agendo nell’illegalità e nel malaffare. Oggi, dopo anni e anni di politica clientelare, non riusciamo più a parlare di politica, non riusciamo a fdarci della classe dirigente e tutto ciò che viene deciso al comune o comunque nei “palazzi del potere”, viene percepito come qualcosa di estraneo, che non ci riguarda. Chi governerà il nostro paese per i prossimi cinque anni dovrebbe ristabilire un contatto con i propri cittadini, dovrebbe ricominciare ad ascoltare i problemi della gente, invece che riempirgli le orecchie di cazzate.

Per fare questo, a mio avviso, non dobbiamo promettere milioni di posti di lavoro,nè illudere le persone con proposte irrealizzabili, questo è già stato fatto  e ci ha portato alla deriva…. E allora, che fare?

C’è stato un tempo in cui per fare politica ci voleva passione, impegno e coerenza,  c’è stato un tempo in cui i sogni di milioni di giovani facevamo tremare le poltrone di mezzo mondo, c’è stato un tempo in cui la gente moriva per tener fede ai propri ideali……

Invece di promettere la luna ai vostri concittadini, invece di prendere per il culo la povera gente, provate a coltivare i loro sogni, provate ad ascoltare i loro problemi e infondete loro la speranza di un futuro migliore. Tutti noi, senza alcuna distinzione di classe sociale, abbiamo diritto a sognare un mondo migliore, una Francavilla migliore. Questa volta, cari francavillesi, è arrivato il momento di mandare a casa chi per anni si è preso gioco di noi, questa volta provate a dare una svolta radicale, una svolta a sinistra, votando Rifondazione Comunista.

Adesso, caro Maurizio, la parola passa a te, , tocca a te trasmetterci quell’entusiasmo, quella passione e quella voglia di fare che ci porteranno alla vittoria e che trasformeranno questo paese in un paese migliore. Io ci credo……

“Molti svendono la loro onestà molto facilmente, ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo. E’ il nostro piccolo spazio, all’interno di quel centimetro siamo liberi!!”         V per Vendetta

            Nicola Modugno

Rifondazione comunista a Francavilla fontana decide di sostenere la candidatura del prof. gerardo trisolino alle primarie indette dai soggetti politici firmatari del patto per il cambiamento ed appartenenti alla coalizione di centro-sinistra.
” Riteniamo che la discesa in campo del prof. Trisolino, uomo di cultura e storia politica di sinistra, non possa che arricchire la coalizione di centro-sinistra, portatore di valori e strumenti nuovi e diversi quali la
Cultura e l’impegno sociale, sconosciuti a quei mercenari della politica che antepongono i privilegi personali al
Bene collettivo e che devono essere isolati ed allontanati da una coalizione che intende cambiare lo stato delle cose.
Siamo pronti a dare a questa coalizione ed al prof. trisolino il nostro contributo rosso e comunista  in termini di idee ed entusiasmo per liberare Francavilla fontana dal grigiore e dalla rassegnazione determinati da decenni di malgoverno, opera dei soliti burattinai e burattini, ancora e sempre pronti a riciclarsi e vendersi al
Migliore offerente”.

Rifondazione comunista Francavilla Fontana

Nichi Vendola ieri al congresso dei Socialisti ha detto: “Per me che sono stato comunista dico che non è più possibile usare le menzogne a fin di bene aspettando il Sol dell’avvenire”. Sono completamente d’accordo, da sempre. Per questo ci chiamiamo Rifondazione Comunista, perché vogliamo il Sole dell’avvenire e non vogliamo le menzogne, i tatticismi e le doppie verità. La cosa che non condividiamo per nulla è che sia necessario buttare via il bambino con l’acqua sporca, il Sol dell’avvenire insieme alle menzogne. Anche perché di solito si butta il bambino ma resta l’acqua sporca, si butta il comunismo e restano le menzogne.

Paolo Ferrero

Si è tenuto a Brindisi il 24/11/2013  il IX Congresso Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista.

Dopo ampio e proficuo dibattito è emersa forte la necessità del rilancio del Partito stesso , individuando nei punti seguenti gli obiettivi generali da perseguire :

I/le Delegati/e hanno ribadito la necessità di costruire una forza comunista dichiaratamente anticapitalista, ambientalista e femminista che attraversi tutti i luoghi e i soggetti del conflitto attualmente attivi nello scenario politico.

Il dibattito si è caratterizzato per il richiamo all’unità di tutti i soggetti in lotta per costruire un fronte in grado di contrastare le politiche prodotte dall’Austerity e dal neoliberismo.

Il tema dell’Euro e dell’Europa hanno avuto ampio spazio aprendo una discussione articolata circa le scelte future che il partito dovrà assumere.

Il congresso nel ribadire la necessità di essere alternativi al centrosinistra  e alle forze che lo compongono , ha discusso abbondantemente del modello del Partito Sociale e della possibilità che esso apre nella ricostruzione della ‘classe’ e della forma partito.

Le/i Delegate/i hanno ritenuto  fondamentale la formazione per migliorare la qualità dell’organizzazione e per creare nuovi quadri comunisti in grado di svolgere un ruolo protagonista nei movimenti e nella società.

Il Partito ha rinnovato il proprio impegno nei Comuni  la dove ci saranno le elezioni amministrative. All’unanimità il Direttivo  provinciale del PRC ha riconfermato Segretario provinciale   Emanuele Modugno ed ha eletto come delegati al Congresso nazionale, che si terrà il 6-7-8 a Perugia, Nicola Cesaria, Anna Vitale e Giancarlo Scalone.

Nella stessa giornata si è riunito il direttivo del circolo  di Brindisi che ha eletto segretario cittadino Ivano Valente.

Durante lo svolgimento dei  congressi   è stato votato il seguente Ordine del Giorno:

 

Si  impegna il Partito a promuovere una campagna per accelerare le dimissioni del Sindaco di Brindisi, costruendo con tutti gli strumenti necessari una adeguata informazione nei confronti della popolazione brindisina di quanto sta avvenendo.

 

Il fenomeno criminale che sta investendo Brindisi e parte del Salento va guardato dritto negli occhi e  analizzato.

Di recente abbiamo visto un aumento esponenziale di fatti criminali, dalle rapine ai supermercati e alle attività commerciali in genere, agli scandali che hanno investito il Comune di Brindisi e la ASL  di Brindisi, fino all’invio di proiettili al PM Milto De Nozza e ad un poliziotto della Questura di Brindisi. E’ di ieri la notizia dell’incendio dell’auto del segretario cittadino del PD Antonio Elefante.

A tutte le persone offese va la nostra solidarietà.

Non tutti i fenomeni criminali sono uguali e non tutti hanno la stessa matrice, ma a Brindisi, abbiamo imparato negli anni, non vi è nulla di folcloristico. Non era folcloristico il contrabbando, che infatti aveva ramificazioni internazionali e rapporti con alcuni paesi mediterranei e agiva con logiche macroeconomiche di tutto rispetto e non è folcloristico ciò che sta avvenendo ora.

In questa fase ciò che si trova davanti il territorio brindisino è il prodotto complesso, molto complesso, degli effetti di una crisi economica e del modello politico di gestione di tale crisi. E’ evidente che un processo di disoccupazione di massa sta producendo un ritorno alle attività microcriminali da un lato e , dall’altro il modello politico applicato per dare risposte a queste degenerazioni è assolutamente inadeguato. Non è sufficiente un mero richiamo ai principi della legalità per uscire dal vortice: si rende indispensabile la costruzione di un’altra politica che agisca sui processi reali e produca risposte adeguate. Gli scandali recenti riguardo gli appalti della ASL di Brindisi, ad esempio, ci parlano di un sistema che si poggia su un modello politico, quello della privatizzazione del sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti. Fermo restando il necessario garantismo del caso, ciò che viene fuori è che il sistema dei privilegi e del rapporto privatistico fra chi organizza il sistema pubblico e chi partecipa alle gare d’appalto è troppo chiuso e privo del giusto grado di garanzie. Tutto questo rende la persona che necessita di sanità realmente fuori dagli obiettivi del modello messo in campo.

Anche la vicenda che vede protagonista il Sindaco di Brindisi lancia dei messaggi: parla di un rapporto privilegiato fra un Sindaco ed Equitalia nella gestione dei problemi privati del primo. Certo, anche qui, è necessario attendere il lavoro della magistratura, ma appare assolutamente evidente che esiste uno scarto fra quello che farebbe un qualunque impiegato o dirigente di Equitalia nei confronti di un pensionato al minimo o di un cassintegrato e quello che viene fatto nei confronti di un Sindaco. In questi anni le cronache dei giornali erano ricche di notizie riguardo persone che si son suicidate proprio per i debiti con Equitalia senza poter accedere ad alcun rapporto privilegiato per trovare soluzioni ai propri problemi. Riteniamo insufficienti le repliche del Sindaco Consales, in specie laddove pensa di trovare giustificazione attraverso il raffronto con le vicende che hanno visto protagonisti, a diversi livelli, il Ministro Cancellieri e il Presidente Vendola.

Il modello sociale nel quale siamo calati esprime esattamente questa disparità, fra chi in modo autoreferenziale accede a forme di privilegio e chi ne resta fuori. Il Governo e principalmente la cultura delle larghe intese, che qui in Puglia e a Brindisi sembra assumere la forma delle larghissime intese perché  coinvolge anche  SEL, ha come effetto la distruzione della politica e la possibilità di immaginare una alternativa che sia davvero tale.

Siamo persuasi che intorno a queste pratiche, sia che abbiano rilievo penale sia che non lo abbiano, si sia costruito un blocco di interessi territoriale che ha come scopo la propria riproduzione ai vertici della  classe dirigente e la continuazione della  cultura consociativa che storicamente ha caratterizzato questo territorio.

La popolazione e le classi subalterne sono vittime di tale sistema e ne pagano gli effetti in termini di peggioramento delle condizioni di vita materiali, individuabili nel peggioramento della qualità del sistema sanitario e nelle mancate possibilità di accedere, senza padrini, ai pochi posti di lavoro che si rendono disponibili.

La richiesta di dimissioni sono il prodotto di una valutazione politica ed esulano dalla valutazione dei profili penali, la cui verifica è nelle competenze della magistratura, ma individuano nel blocco di potere citato il soggetto plurale che decodifica gli interessi cui facciamo riferimento più su.

Questo avrebbe detto Nichi Vendola: “Mi scuso con il mio popolo. Al telefono con Archinà, portavoce dei Riva dell’acciaieria di Taranto, avevo un tono di indecente intrinsechezza, una intimità un po’ oscena fra potenti, alle spalle di un giornalista rompicoglioni. Ho sempre predicato e trasmesso valori rovesciati rispetto a quell’immagine che mi è esplosa contro con anni di ritardo. Ora mi vergogno profondamente. Alle scuse segue un periodo di astensione e di raccoglimento, che vi prego di concedermi, perché il senso di futilità e di doppiezza morale che quelle risate pastose e servili hanno gettato su ciò che penso o pensavo di essere mi opprime, e non so se riuscirò a cancellarlo per riprendere tra voi il mio posto”.

E’ l’affermazione del partito-persona, ma Berlusconi non inventa nulla, il modello arcaico e archetipico del condottiero solitario che redime il suo popolo: “Mi scuso con il mio popolo”, esordisce Vendola. E’ la crisi dei partiti di massa risolta con il ripescaggio e la riemersione di ciò che c’è sempre stato, con il recupero di un modello antropologico evidentemente sedimentato, non un semplice balzo all’indietro nella storia, ma qualcosa di più articolato. Questo dal lato pubblico, poi c’è il lato privato e individuale, in parte conseguenza del primo. Il potere che erompe nella propria vita e altera la percezione del sé pubblico, la scena pubblica come dimensione favorevole alla produzione di altri sé. Come dato politico questo ci dice che l’evoluzione storica dei modelli e delle relazioni pubblico-privato forse non è irreversibile o che l’evoluzione è certamente fluida e non rigida. Ma non è solo una questione di immagine, non è solo l’immagine pubblica che a Vendola gli “esplode contro”. E’ l’inavvertito mutamento e produzione dei sé quello più che lo turba, tanto da indurlo a dichiarare di aver bisogno di un periodo di riflessione sul suo percorso, di un’astensione ma forse intendeva dire: di un’astinenza. Certo i segnali di questa sua varietà identitaria si erano manifestati anche in altre occasioni. La inevitabile contiguità con i poteri forti da un lato, la mediazione e la necessità di mantenere consensi trasversali per attuare le proprie politiche dall’altro, evidentemente lusingano prima e finiscono poi con il “corrompere” anche i migliori. Ma non è solo una questione di etica pubblica.

E’ il modello stesso del governo rappresentativo che pone degli interrogativi. Perché attesta un potere difficilmente controllabile e arginabile se non in una fase tardiva (attraverso il voto o sempre più frequentemente, come alternativa, attraverso l’intervento della magistratura) e ormai nelle fasi più acute delle vicende, a danno economico, ambientale, sanitario e sociale consolidato. La vicenda Riva-Ilva ne è un esempio emblematico. La macchina statale e la macchina politica funzionano con una tecnologia inservibile. Nessun congegno tecnologico sarebbe mai prodotto e neanche progettato senza un rapido meccanismo di aggiustamento retro-attivo. Nessuno lo comprerebbe, neanche come giocattolo, sarebbe “spazzatura” pura. La retroazione politica è tarata su tempi improponibili, un aggiustamento generale ogni 5 anni, piccole modifiche (quando va bene) a distanza di mesi, un anno, due… elaborate dagli organi istituzionali.

Ma la questione (all’ordine del giorno ma antica come la civiltà umana) della doppiezza, del sé composito e del sé pubblico come visita di ospiti inaspettati, introduce anche il tema delle proprie maschere e delle proprie parti “ombra”, dei personali desideri (più o meno inconsapevoli) di totale autoaffermazione, cui peraltro (nel caso di copertura di incarichi pubblici) il modello di governo rappresentativo così come è oggi strutturato, sfuma o cancella ogni argine. L’evoluzione storico-politica avrebbe dotato le nostre società di parziali antidoti: la terzietà del potere giudiziario e, sempre più, il ruolo di denuncia dei media. Antidoti parziali contro questa osmosi e contiguità tra pulsioni individuali e poteri pubblici e privati. Certo neanche i procedimenti giudiziari, laddove vengano avviati, e non sempre lo sono (e dopo decenni di frequente contiguità e quiescenza delle magistrature) né le intercettazioni e la cassa di risonanza dei media sembrano sufficienti ad arginare la forza persuasiva e prorompente dei poteri forti e la connaturata tendenza di cittadini e gruppi sociali strutturati a blandirli come oggettivo strumento di protezione e salvezza personale.

Ma c’è un altro aspetto implicato nella questione. Le persone designate a rappresentare i cittadini appartengono a, ed ereditano di fatto, una pubblica scena (la radice semantica ha sorprendentemente il significato di luogo coperto, luogo ombroso). Da qui la tradizione li assiste nell’allestire sceneggiature, trame, performazioni del tutto simili a quelle teatrali (quel sacro teatro che rivela i sé, i mille volti del dio). La politica dunque non è tanto o non è solo il luogo della rappresentanza ma anche il luogo della rappresentazione, della rappresentazione dei propri sé, conosciuti o meno, anzi più spesso ignoti a se medesimi. Rappresentare, riportare. Il teatro non è tanto riportare quanto portare. Una porta che si dischiude su luoghi sconosciuti, non è mera e pedissequa riproduzione o rappresentanza, ma produzione e rivelazione, disvelamento. Il paradosso del modello “spazio pubblico-spazio scenico” è evidente. Impossibile agli uomini di potere, ai rappresentanti, riprodurre in concreto e attuare pedissequamente le prorpie dichiarazioni di intenti. E tanto più, è impossibile riprodurre (rappresentare) l’altrui volontà, impossibile riportarla sic et simpliciter, è la natura stessa della rappresentazione (scambiata per rappresentanza) che impone un margine fluido di interpretazione. La volontà e le dichiarazioni di intenti non contano quanto essi stessi vorrebbero (quando questo non costituisce un alibi sgangherato). La volontà è solo la parte più superficiale del sé, l’ultima arrivata, non ha sempre influenza sulla parte più profonda. Il modello vigente rappresentativo consente ampi margini di arbitrio e libertà e tali margini sono fantasiosamente o protervamente colmati.

Vendola medesimo dichiara di aver agito in “una oscena intimità”, (quella oscena e tecnologica intimità del mezzo usato) che è parte dello spazio politico. Lo spazio scenico, ombroso e coperto, del politico. Osceno nel senso di assenza di una scena definita, dotata di margini individuabili, un’ipervisibilità la cui assenza di contorni la rende paradossalmente invisibile. Uno spazio fusionale e indistinto, simile allo spazio del sacro quindi.

Il Politico e l’azione scenica. I migliori attori sono quelli che abbattono la sesta parete, quella che separa il conscio dall’inconscio. In un certo senso, nello spazio e nei margini amplissimi del politico, si tratta di quella parete, abbattuta la quale emerge quell’ “indecente intrinsechezza” e contiguità di cui parla Vendola. Perché dovremmo pretendere dagli uomini pubblici di essere dei pessimi attori? Sarebbe ingeneroso e paradossale, anche se eticamente fondato. Vogliamo e dobbiamo rendere necessario tale paradosso? Vogliamo forse riedificare quella immaginaria quarta parete scenica che separa il pubblico dagli attanti? Dissolvere quella sospensione del dubbio necessaria alla buona riuscita dello spettacolo? Abolire quel quinto spazio, quelle quinte necessarie alla costruzione e alla credibile messa in scena del rito-collettivo? Eppure questo saremmo paradossalmente e fuori contratto tenuti a fare. Il contratto imporrebbe altro. La rottura del contratto tacito preteso dai rappresentanti pretenderebbe, tra le altre cose, la marchiatura a fuoco bovina dei rei con l’epiteto di populista oggi, sovversivo ier l’altro, fatte le dovute differenze. Il marchio di populista (generosamente brandito anche a sinistra) sembra essere diventata una scomunica laica, quasi il corrispettivo di quello che la Santa Inquisizione applicava secoli or sono ai miscredenti e agli eretici, un auspicare la cacciata dei rei dalla comunità politica d’appartenenza.

La mimesis (in uno dei possibili significati)) del politico cui il pubblico assiste e partecipa, richiede innanzitutto l’immaginazione di quest’ultimo. Notoriamente gli strumenti di lavoro del mino sono l’abilità performativa, una certa propriocettività muscolare, il vuoto dello spazio scenico e l’immaginazione degli astanti ivi inclusi. Egli corre ma è fermo, si carica faticosamente di un fardello che non esiste, tesse con ago e filo immaginari. Niente è più convincente, meno prosaica e più poietica di un’azione immaginaria ben costruita. Un’azione prodotta in coworking. E’ la sostanza stessa dello spettacolo l’immaginazione e il candore di chi vi assiste, la sospensione del dubbio appunto.

Oltre l’indecente e la melmosa intrinsechezza con Archinà (il mazzettaro dei Riva) Vendola a suo modo è un’eccezione quasi assoluta. I protagonisti della scena politica di solito non si specchiano mai in “un’immagine che gli esplode contro”, alle loro disavventure telefoniche trasecolano sempre per l’ostilità immeritata che gli procurano. Non riconoscono mai la loro immagine (distorta dal malaffare e dal privilegio) nello specchio di chi li osserva. Non si scoprono mai diversi o umanamente peggiori da come si sono sempre narrati e raccontati.. Un riscoprirsi “carnefici” o padroni quando ci si era sempre pensati zelanti servitori. Per questo Vendola, avendo la capacità umana di sapersi specchiare e soprattutto riconoscere nello sguardo degli altri, ancora una volta a suo modo costituisce un’eccezione. Questo va detto, senza peraltro voler giustificare in alcun modo le sue performance e i pasticcini da lui consumati negli osceni bar del potere.

C’è un percorso denso, pluristratificato, di millenni, sedimentato di archetipi e maschere inaspettate e sepolte, di profondi aspetti rituali. E questo è riflesso nello spazio politico presente. Il passato è molto più vicino di quanto pensiamo. Questo non è necessariamente negativo, dipende.. A dispetto di quanto comunemente si possa credere, la politica appartiene in gran parte alla dimensione comunitaria, rituale e simbolica del sacro. In buona parte lo spazio scenico, pubblico, comunitario è archetipicamente uno spazio del sacro. In molti casi abbiamo bisogno di essere e siamo ciò che non sappiamo e non vorremmo essere. In molti casi abbiamo bisogno di credere. In un certo senso, l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è credere, aver fiducia o fede. E nonostante le apparenze, le smentite e le contro-deduzioni, la fiducia negli dei, nei nostri simili e nel futuro non ci abbandonerà mai. E questo sarà radice di ogni male e di ogni bene negli anni a venire.

Carmine Nacci

 

Il congresso cittadino di Rifondazione Comunista la scorsa domenica ha confermato alla segreteria l’avvocato Stefano Voccoli. Eletto anche il nuovo direttivo. Così composto: Giovanna Donatiello, Ivana Andriulo, Stefano Voccoli, Maurizio Muschetta, Vincenza Catanzaro, Carlo Balestra, Emanuele Modugno, Giuseppe Marmorino, Luca Cavallo e Arcangelo Roma. L’assemblea ha inoltre delagato al congresso provinciale, che si terrà domenica 24 novembre a Brindisi: Stefano Voccoli, Emanuele Modugno, Giovanna Donatiello, Ivana Andriulo, AnnaMaria Sternativo, Maurizio Muschetta, Ciro Lupo e Vincenza Catanzaro.
“Il PRC di Francavilla Fontana – si legge in una nota stampa ufficiale-  è convinto della necessità ed esistenza di un sentire comune che vuole contrapporre alle forze di destra un partito o un fronte della sinistra, compatto e coerente. In tale ottica, il PRC ha sempre manifestato la sua disponibilità a discutere con il PD e SEL di idee e programmi di sinistra, costruttori di una coalizione di centro-sinistra, con la netta pregiudiziale verso quelle forze di destra che non la arricchiscono ma creano solo debiti di coerenza e trasparenza nei confronti degli elettori di sinistra”.


DOCUMENTO POLITICO CONGRESSUALE

Il Partito della Rifondazione Comunista si appresta a vivere un momento delicato ed importante della propria storia che impone un atteggiamento maturo e responsabile di fronte alla prepotenza ed alla arroganza della politica nazionale ed internazionale, di un capitalismo che ha avviato un percorso di esproprio della sovranità popolare, di offensiva contro il movimento dei lavoratori e lavoratrici, di erosione dello stato sociale e dei principi cardini della Costituzione.

Ridisegnare il fronte ideale e possibile della sinistra italiana è il compito che ci attende, conservandone le specificità e valorizzandole all’interno e tra i movimenti  che intendono difendere la Costituzione dagli attacchi scriteriati del PD  e del PDL, tra coloro che vogliono il ritorno ad una democrazia partecipata e proporzionalmente rappresentativa, con i movimenti e le associazioni che coerentemente anelano alla pace e si battono per la fine di qualsiasi impegno militare ed economico in guerre di occupazione e coloniali, con coloro che vogliono cancellare la vergogna della legge Bossi-Fini e tutte quelle leggi sul mercato del lavoro e delle pensioni che asserviscono la dignità dei lavoratori al capitale.

Il PD e anche SEL si sono oramai genuflessi alla logica sfruttatrice e oppressiva dei grandi capitali, tutti tesi a cavalcare la svolta moderata e reazionaria del leader maximo Renzi.

La città di Francavilla Fontana non si sottrae a tali logiche.

Il PDL attende il 17 novembre per decretare il proprio candidato Sindaco.

Il PD, cavalcando la logica del fine giustifica i mezzi, allarga il fronte della coalizione a partiti politici ibridi e a personaggi di dubbia coerenza che si collocano a destra o a sinistra assecondando il teorema della domanda e della offerta.

E se i tempi del PD non fossero stati come al solito biblici, si sarebbe potuto fissare un unico appuntamento : il “ le Primarie day del 17 novembre “.

Il PRC di Francavilla Fontana è convinto della necessità ed esistenza di un sentire comune che vuole contrapporre alle forze di destra un partito o un fronte della sinistra, compatto e coerente.

 

In tale ottica, il PRC ha sempre manifestato la sua disponibilità a discutere con il PD e SEL di idee e programmi di sinistra, costruttori di una coalizione di centro-sinistra, con la netta pregiudiziale verso quelle forze di destra che non la arricchiscono ma creano solo debiti di coerenza e trasparenza nei confronti degli elettori di sinistra.

avv. Stefano Voccoli

 

 
 

DOCUMENTO POLITICO CONGRESSUALE


Il Partito della Rifondazione Comunista si appresta a vivere un momento delicato ed importante della propria storia che impone un atteggiamento maturo e responsabile di fronte alla prepotenza ed alla arroganza della politica nazionale ed internazionale, di un capitalismo che ha avviato un percorso di esproprio della sovranità popolare, di offensiva contro il movimento dei lavoratori e lavoratrici, di erosione dello stato sociale e dei principi cardini della Costituzione.
Ridisegnare il fronte ideale e possibile della sinistra italiana è il compito che ci attende, conservandone le specificità e valorizzandole all’interno e tra i movimenti che intendono difendere la Costituzione dagli attacchi scriteriati del PD e del PDL, tra coloro che vogliono il ritorno ad una democrazia partecipata e proporzionalmente rappresentativa, con i movimenti e le associazioni che coerentemente anelano alla pace e si battono per la fine di qualsiasi impegno militare ed economico in guerre di occupazione e coloniali, con coloro che vogliono cancellare la vergogna della legge Bossi-Fini e tutte quelle leggi sul mercato del lavoro e delle pensioni che asserviscono la dignità dei lavoratori al capitale.
Il PD e anche SEL si sono oramai genuflessi alla logica sfruttatrice e oppressiva dei grandi capitali, tutti tesi a cavalcare la svolta moderata e reazionaria del leader maximo Renzi.
La città di Francavilla Fontana non si sottrae a tali logiche.
Il PDL attende il 17 novembre per decretare il proprio candidato Sindaco.
Il PD, cavalcando la logica del fine giustifica i mezzi, allarga il fronte della coalizione a partiti politici ibridi e a personaggi di dubbia coerenza che si collocano a destra o a sinistra assecondando il teorema della domanda e della offerta.
E se i tempi del PD non fossero stati come al solito biblici, si sarebbe potuto fissare un unico appuntamento : il “ le Primarie day del 17 novembre “.
Il PRC di Francavilla Fontana è convinto della necessità ed esistenza di un sentire comune che vuole contrapporre alle forze di destra un partito o un fronte della sinistra, compatto e coerente.
In tale ottica, il PRC ha sempre manifestato la sua disponibilità a discutere con il PD e SEL di idee e programmi di sinistra, costruttori di una coalizione di centro-sinistra, con la netta pregiudiziale verso quelle forze di destra che non la arricchiscono ma creano solo debiti di coerenza e trasparenza nei confronti degli elettori di sinistra.


avv. Stefano Voccoli