Rifondazione comunista sostiene a partecipa attivamente alla campagna Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe’. 
‘Obiettivo della campagna è la raccolta delle firme per tre importantissime proposte di legge di iniziativa popolare depositate lo scorso gennaio in Cassazione: l’introduzione del reato di tortura nel codice penale, la legalità e il rispetto della Costituzione nelle carceri, le modifiche alla legge sulle droghe, con la depenalizzazione del consumo e la riduzione dell’impatto penale. Invitiamo tutte/i a firmare, oggi nello specifico la raccolta di svolge davanti ai Tribunali di tutta Italia. La mattanza del G8 di Genova e le drammatiche vicende di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva e le tante, troppe vittime di un sistema malato impongono un necessario ripensamento del nostro sistema giudiziario e penitenziario,. nei prossimi giorni avvieremo i banchetti per la raccolta firme


Ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale di Rifondazione Comunista:

Rifondazione: serve una svolta

La fase di confusione che regna sul dopo elezioni conferma che non ci troviamo davanti ad una rivoluzione e all’apertura di una nuova fase ma piuttosto davanti alla crisi organica della Seconda Repubblica senza che sia presente una alternativa: noi vogliamo costruirla.

In primo luogo assistiamo al trionfo del politicismo da parte di tutti i soggetti in campo, vecchi e nuovi, con una discussione attorno al nodo del governo che si è rivelata in larga parte finta. Tutti stanno in realtà proseguendo la campagna elettorale e nello stesso tempo la vera posta in gioco su cui si misurano disponibilità ed alleanze è quella del Presidente della Repubblica. Il tema dei contenuti, dei problemi del paese, è del tutto secondario e per certi versi puramente strumentale.

In secondo luogo occorre sottolineare come le posizioni politiche di PD e M5S siano incapaci di fornire una risposta positiva di uscita dalla crisi e di valorizzare il positivo superamento del bipolarismo che le elezioni hanno determinato. E’ assai significativo che i temi della patrimoniale, del blocco dei licenziamenti o della messa in discussione dei trattati europei – a partire dal Fiscal Compact – non siano nemmeno emersi nella discussione. Nel confronto tra PD e grillini, da un lato la proposta del PD era del tutto inadeguata e dall’altro Grillo ha scelto la strada dell’arroccamento contro i partiti invece di aprire un confronto su proposte chiare da opporre al PD. Per altro verso Napolitano ha usato la situazione di stallo per determinare quella vera e propria forzatura costituzionale che è stata la nomina dei 10 “saggi”, per riaprire la strada ad un governo di larghe intese che prelude alla prosecuzione delle politiche economiche neoliberiste e ad un ulteriore scardinamento della Costituzione. PD e M5S hanno così concorso pesantemente a determinare un quadro politico che – pur nella sua instabilità – è molto più arretrato di quanto aveva espresso il popolo italiano con il voto.

In parallelo alla vicenda parlamentare italiana stiamo assistendo all’ennesima catastrofica crisi finanziaria dell’area Euro che ha come epicentro – per ora – il sistema bancario cipriota. Nell’evidenziare il positivo ruolo di interdizione che hanno giocato i comunisti ciprioti di AKEL, che unitamente alle altre forze della sinistra sono riuscite a bloccare il primo piano della troica, dobbiamo registrare ancora una volta come le politiche proposte da Bruxelles sotto le direttive della Merkel – nella completa afasia del partito socialista europeo e di Hollande – siano completamente sbagliate e aggravino pesantemente la crisi.

Entrambi questi esempi – nazionale ed europeo – ci parlano della necessità di ridefinire e rafforzare una proposta antiliberista ed anticapitalista in Italia ed in Europa. Ci parlano della necessità di rafforzare il Partito della Sinistra europea, ci impongono una svolta nella vita di Rifondazione Comunista e ci chiedono di dar vita ad una sinistra di alternativa in Italia.

Questa situazione ci parla della contraddizione bruciante tra la necessità oggettiva dell’ alternativa e la nostra debolezza soggettiva, sottolineata dalla pesante sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile. Il punto su cui riflettere a fondo riguarda quindi la possibilità di trasformare la necessità dell’alternativa nella maturità dell’alternativa.

La sconfitta elettorale non mette in discussione le ragioni dell’esistenza di Rifondazione Comunista ma ci obbliga ad una forte innovazione, ad una svolta. Non mette in discussione le ragioni dell’esistenza di Rifondazione innanzitutto perché il tema comunismo è più che mai attuale dentro questa crisi organica del capitale che mostra appieno la sua incapacità a dare una risposta alle domande di democrazia, giustizia sociale e sostenibilità ambientale. In secondo luogo perché Rifondazione Comunista rappresenta un tessuto di militanza e di intelligenza politica indispensabile per qualsiasi progetto di alternativa.

Per determinare la svolta abbiamo deciso di dar vita ad uno “Straordinario Congresso” da tenersi entro la fine dell’anno. 

1) Un congresso preceduto da una fase di riflessione aperta e approfondita sui nodi di fondo del nostro progetto politico, che sfoci in una conferenza programmatica entro l’estate. Per questo abbiamo deciso – a partire dalla presa d’atto della nostra sconfitta elettorale – che occorre definire meglio il nostro progetto, la nostra ragion d’essere, il nostro modo di funzionare, dando vita ad una vera e propria svolta. Si tratta di una discussione sui nodi di fondo della presenza comunista e della sinistra in Italia che parta dalla individuazione e dalla correzione dei nostri errori. Una discussione che vogliamo fare con tutti e tutte coloro che sono interessati alla costruzione di una sinistra di alternativa. La Direzione nazionale invita tutti i compagni e le compagne a partecipare ai seminari organizzati dalla commissione nazionale per il Congresso ed invita le Federazioni e i Circoli ad organizzare in sede locale momenti di approfondimento specifico.

2) L’attività di riflessione teorica si deve però coniugare con una discussione di fondo sul nostro modo di essere, di funzionare e con il necessario rinnovamento dei gruppi dirigenti. A partire dalla pesantezza della crisi, dalla difficoltà ad organizzare una adeguata risposta popolare alle politiche neoliberiste, dal venir meno di ogni finanziamento pubblico, occorre ridefinire completamente il modo di funzionare del partito per renderlo efficace e sostenibile nel tempo. Occorre ridefinire i punti centrali di iniziativa politica: dal radicamento sociale a partire dai luoghi di lavoro, alla capacità di costruire conflitto sociale, collegamento tra le lotte, generalizzare le esperienze di mutualismo e solidarietà dal basso, per arrivare ad una più efficace e costante iniziativa sul terreno culturale come su quello della formazione e della comunicazione. Occorre rifondare la struttura organizzativa del PRC, ripensandola radicalmente.

3) La rifondazione teorica e organizzativa di Rifondazione si coniuga nel nostro progetto politico con la proposta di fondare un soggetto politico unitario della sinistra di alternativa, costruito dal basso in forme democratiche e partecipate, nei termini descritti nella lettera aperta ai compagni e alle compagne di sinistra. Il rilancio di Rifondazione Comunista deve procedere parallelamente alla costruzione, anche in Italia, di una forte sinistra antiliberista, che trovi nella Sinistra Europea e nel Socialismo del XXI Secolo il suo naturale punto di riferimento. Tale proposta è ispirata dalla disponibilità del PRC a cedere la propria sovranità sul piano della rappresentanza elettorale ad un soggetto politico unitario della sinistra che sappia mettere al centro contenuti di lotta e programma di uscita da sinsitra dalla crisi, senza più cadere nella logica e nelle lusinghe del sistema maggioritario e bipolare, che per sua natura tende a dividere e condannare la sinistra all’impotenza sia nella collocazione interna sia in quella esterna al centrosinistra. La proposta non è quindi volta a dettare condizioni o a erigere steccati di nessun tipo. Allo stesso tempo prende atto e cerca di superare, anche in senso autocritico, i limiti e gli errori che hanno determinato il fallimento, fino ad oggi, di tutti i progetti politici ed organizzativi che si proponevano l’unità della sinistra. In particolare l’idea che si potesse promuovere l’unità dall’alto, con accordi pattizi fra gruppi dirigenti, e quella secondo la quale ogni unità doveva essere preceduta dallo scioglimento previo dei soggetti politici esistenti, che ha sempre e solo provocato scissioni ed ulteriore frammentazione.

La Direzione nazionale ritiene altresì necessario intrecciare questa attività di riflessione e di approfondimento con la ripresa dell’iniziativa politica e propone quindi a tutto il Partito: 

1) Un forte impegno nella campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo 26/27 maggio a partire dalle realtà più importanti come quella di Roma. La nostra presentazione alle elezioni, in quasiasi forma avvenga, deve avere al centro punti programmatici discriminanti come la difesa dei servizi pubblici locali contro le privatizzazioni, il ruolo delle istituzioni locali contro la crisi e per un welfare di prossimità a favore dei cittadini più deboli, per la democrazia partecipativa contro la riforma liberista degli EELL.
2) Una campagna politica, che facendo leva sulla distanza tra il palazzo e i problemi della gente, rilanci le nostre proposte politiche sul terreno sociale così come il tema del proporzionale, contro le ipotesi di ulteriore riduzione degli spazi democratici e ristrutturazione regressiva del sistema politico – istituzionale.

3) Un forte impegno nella campagna referendaria di Bologna contro il finanziamento pubblico delle scuole private previsto per il 26 maggio.

4) La rimessa al centro del nostro lavoro politico il tema della ripresa del conflitto sociale. Abbiamo sottolineato il peso nello stesso esito elettorale dell’assenza di conflitto sociale nel paese e su questo dobbiamo agire sia localmente, sia operando per la piena riuscita della manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per il 18 maggio p.v. In questo quadro la Direzione nazionale ritiene necessario aprire immediatamente la discussione sul prossimo congresso della Cgil tra i compagni e le compagne iscritte, al fine di favorire la costruzione di una sinistra sindacale che proponga un netto cambio di indirizzo politico e sindacale.

5) L’organizzazione su tutto il territorio nazionale di assemblee sulla costruzione della sinistra di alternativa, a partire dalla lettera aperta approvata da questa direzione, che coinvolgano il complesso degli interlocutori – individuali e collettivi – della sinistra.

6) L’organizzazione entro le metà di aprile di una prima riunione dei segretari regionali sull’autoriforma del partito che apra – in rapporto con la Commissione Politica per il Congresso – un ampio percorso di discussione finalizzato all’organizzazione di un appuntamento nazionale in cui si ridefinisca la struttura, il modo di funzionamento del partito, le forme di autofinanziamento.

7) Il lancio su tutto il territorio nazionale della campagna di tesseramento al Partito della Rifondazione Comunista per il 2013.

In questo quadro di ripresa del lavoro politico, particolare attenzione e cura deve essere dedicata ai compagni e alle compagne e al partito in quanto tale. Per questo, oltre agli attivi e alle assemblee già convocate ed in via di convocazione, la Direzione Nazionale decide di aprire sul sito del partito due spazi di confronto orizzontale, che superino ogni barriera gerarchica e territoriale. In primo luogo uno spazio di confronto tra i compagni e le compagne sulla politica, a partire dai documenti approvati da questa direzione nazionale. In secondo luogo uno spazio di socializzazione delle pratiche del partito dai circoli alle federazioni ai regionali.

Su questa strada di rifondazione della rifondazione, la Direzione Nazionale decide di convocare per il 5 maggio una assemblea nazionale dei segretari di circolo.

La Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista 


In Italia per parlare di lavoro e di crisi occorre aspettare il bollettino giornaliero dei sucidi e dei morti. Certo è che di questa guerra silenziosa che sconvolge il nostro paese nessuno parla in termini seri. Non ne parla il Governo Monti che insieme all’Europa ne è il diretto responsabile e mandante, non ne parlano i partiti parlamentari che hanno evidentemente altre priorità o si vergognano di aver votato leggi che determinano la crisi. I partiti parlano di altro, ognuno per mascherare il proprio calcolo elettorale, ma i problemi del paese restano fuori, distanti o al limite parte di un commento a seguito dei fischi presi da parte delle cariche istituzionali in un funerale come avvenuto a Civitanova. Il tema del lavoro, i licenziamenti, gli esodati, la precarietà sono silenziati in queste settimane. Non c’è un pirla in parlamento che dica alla Fornero e Monti di dimettersi e di vergognarsi a vita per quello che hanno fatto. Non c’è un segretario di partito, portavoce, o come cavolo volete chiamarlo che punta l’indice di accusa contro Draghi, la Commissione Europea, e il resto della congregazione che impone l’asterit ed il Fiscal Compact. Non c’è un uomo o donna eletto che presenti una legge per cancellare le loro controriforme sul lavoro, quella sulle pensioni, quella sull’art.18, quella sul contratto di lavoro. Nessuno che proponga qualcosa di serio per bloccare le delocalizzazioni, per fermare i licenziamenti, per prendere in mano le banche e dare crediti agevolati a famiglie ed imprese. Per loro non conta che lo Stato è diventato un gabelliere dell’Europa della Merkel, al limite parlano di come renderlo più efficiente. Così nel disinteresse generale va avanti la tragedia come se questa fosse un temporale, un’alluvione. Dopo le Marche oggi è il Veneto a piangere vittime innocenti.   Il primo a morire è stato un operaio di Feltre. Lunedì pomeriggio non è ritornato in fabbrica ma è andato in un boschetto di Pedavena, ha scelto un albero e vi ha appeso una corda.   Aveva 46 anni, un figlio e faceva il capo ufficio in un’azienda di componentistica per occhiali, ma temeve di essere messo in mobilità.  All’alba di ieri un geometra trevigiano si è invece impiccato alla gru del cantiere di Portogruaro dove lavorava. È stato ritrovato dai colleghi alle 8 del mattino, insieme al corpo poche righe in cui chiedeva perdono spiegando che la vita era diventata troppo faticosa.  Ho scritto qualche giorno fa che è necessario reinstaurare l’odio di classe in questo paese, perchè se non ci sono avversari contro chi indirizzarlo si finisce per indirizzarlo contro se stessi.  Sono sempre più convinto che occorre lavorare per organizzare ogni giorno la lotta contro i responsabili di tutto questo, perchè sono ancora a piede libero e  le loro leggi continuano a fare vittime.

Francesco Piobbichi


“Da dove nasce una lacrima

sarà una carezza che l’anima fa al tuo volto.

Si ferma negli occhi,luccica come una stella

e poi cade come una carezza perduta.

Cade,scivola nel tuo pensiero,

e ti accorgi di non essere più sola dentro.

Saranno i tuoi occhi innocenti a dare luce alla lacrima,

che segnerà il confine tra lamenti,paure e la tua rivolta.

La tua rivoluzione

sarà figlia di quella lacrima.”                     Nico Guevara

 

Lacrime e sangue…Vi ricorda niente “la manovra lacrime e sangue”? A me fa venire in mente Mario Monti,la crisi economica,lo spread,il debito pubblico e la cancellazione totale dello stato sociale e di tutti i suoi apparati.

Queste due parole prese in un altro contesto però assumono un significato  diverso. Lacrime e sangue mi portano alla mente il dramma dei disoccupati,dei precari e di milioni di uomini e donne che pagano gli errori di una classe politica incapace e mafiosa.

Una classe politica che è nata dopo lo scandalo Tangentopoli e dopo gli attentati a Falcone e Borsellino,due uomini che sono morti per un ideale,un ideale nè di destra nè di sinistra,la giustizia.

Se un uomo riesce a far sua un’idea,se riesce a “possedere” quest’idea,sarà un uomo libero…

Le ultime elezioni politiche ci consegnano un Paese in piesa crisi politica e un Parlamento ingovernabile. E mentre in televisione e sui giornali continua la campagna elettorale,noi rimaniamo a guardare impassibili e inerti,in attesa di un miracolo che ci tiri fuori dalla crisi.

Se un giorno usciremo da questa crisi,io spero che non avvenga per un miracolo,ne tanto meno per il carisma di un solo uomo.

La nostra rivoluzione non sarà civile,non avrà la parvenza di un cambiamento epocale,la nostra rivolta sarà figlia delle lacrime e del sangue delle nostre madri e dei nostri fratelli,la nostra rivolta avrà il sapore di una vendetta che riscatterà tutte le vittime del capitalismo e tutte le ingiustizie che da sempre attanagliano i più deboli.

 

“..e quando la gente pensa alla libertà

questo significa che qualcosa di grave aleggia sul mondo.

Quando due amanti discorrono sulla libertà

questo significa che una catastrofe

sta per distruggere il cuore della terra.

E quando il cuore bisbiglia di libertà

questo significa che un tiranno deve assolutamente morire….”

                                                                                                

                                                                                             Nicola Modugno (GIOVANI COMUNISTI)

 

Come se fosse una primavera che i fiori, anziché sbocciare volessero seccare. Questa sembra la vita che scorre veloce come le auto a zigzag tra i cumuli di spazzatura. E dove non c’è spazzatura, c’è quel vecchio che tiene  nascosta la bottiglia dietro il cassonetto, e beve come un ladro per conservare la sua dignità. La vita scorre veloce, come la madre che si lancia dal balcone, dopo aver avvelenato la figlia. E la vita cade senza potersi più rialzare.

Veloce, come il tempo che passa mentre stai disteso a letto,al buio, a dormire senza sognare perché tanto in piedi, pure se c’è il sole non avresti nulla da fare. Ti giri due volte e già s’è fatta sera.

La vita scorre veloce, in quel vecchio malato che ormai è arrivato così lontano che il tuo viso non lo ricorda più. Conserva solo il tuo nome nella memoria scomparsa, ma non sa più di che colore sono i tuoi occhi, perché il tempo è passato ed è andato troppo lontano. Non sa più quale sia il suono della tua voce, se non quello squittio con cui lo chiamavi da bambina.

E noi siamo qua, e corriamo stando immobili, aprendo finestre in un mondo fasullo che basta ad accontentarci, a dirci tutto quello che potremmo essere ma non saremo mai. Ci basta o ce lo facciamo bastare.

Non esigiamo più nulla, ci siamo arresi alle brutture che ci circondano. Il vecchio con la bottiglia nascosta ritrae le gambe sul marciapiede per far passare le signore che vanno di fretta, e poi le allunga ancora riprendendosi lo spazio, e io sono certa che se pure restasse disteso,nessuno lo calpesterebbe, invisibile com’è.

La donna che si è gettata dal balcone, per fortuna è morta, così nessuno le potrà mai scavare l’anima per scoprire quale fosse la sua disperazione, quale fosse il suo dolore, quale sia stato il suo martirio da offrire in pasto a chi si sentirà fortunato al punto di posare le labbra sul capo del proprio bimbo, ringraziando un dio qualunque per non aver provato lo stesso bisogno.

Il vecchio forse scorderà anche quel modo vezzoso in cui una bambina, gli correva incontro ogni giorno squittendo: “Paaapaaaa”, o scorderà la tenerezza delle manine che frugavano nelle tasche della sua giacca, in cerca della meraviglia di trovarci qualcosa. E non saprà cosa è diventato vivendo la vita sua, ormai distante da tutti, amato da pochi, dimenticato dal mondo.

Circondati dalla spazzatura, dai monumenti che crollano, dal degrado urbano, dal degrado morale e culturale, continueremo a sbagliare persino i sogni da fare.

Non più che il domani sia migliore per tutti noi, ma nefasto e devastante per tutti loro … e i sogni non si avverano mai.

…  Nemmeno quello  di esigere la vita. Ne abbiamo diritto ancor prima di vagire. Dicono.

 

Rita Pani (APOLIDE)

 
 
Di fronte alle difficoltà che vivono i vari pezzi della Sinistra di alternativa dopo il negativo risultato elettorale vedo il rischio di due scorciatoie entrambe – dal mio punto di vista – esiziali. Da un lato una fuga identitaria e ideologica. Questa posizione propone come soluzione alle difficoltà la proposta dell’unità dei comunisti. È una proposta che rischia di chiamare a raccolta esperienze residuali, consumate e in conflitto tra di loro. Senza un aggancio alla realtà e con una scarsissima capacità attrattiva e di consenso. L’altra scorciatoia è quella della omologazione e della internità al centrosinistra a prescindere. È una proposta che (sia che si concluda con una confluenza nel Pd, sia che resti come appendice esterna) rinuncia in partenza al l’ambizione di costruire una Sinistra che punti a cambiare il sistema vigente. Se si consolidano queste due opzioni la possibilità di costruire nel nostro Paese una aggregazione sul modello di quello spagnolo, francese, tedesco, greco, si chiuderà per un periodo politico non breve. Occorre dunque che ci impegniamo nella costruzione di questa aggregazione di Sinistra di alternativa che non può nascere né su base identitaria, ne su una omologazione al centrosinistra. Essa deve nascere a partire dai contenuti che sono stati propri delle varie lotte e mobilitazioni sociali e di movimento di questi anni. Una cosa va assolutamente evitata da parte di tutti i soggetti politici organizzati esistenti interessati a parteciparvi: spiegare in anticipo come deve essere organizzata ponendo delle condizioni e mettendo dei paletti. Per come sono ridotte queste organizzazioni la cosa più inutile che possono fare è mettersi in cattedra, viceversa la cosa più sensata che possono fare è quella di mettersi a disposizione per provare a dare al nostro Paese quello che c’è in tutta Europa: una Sinistra combattiva, quella “sponda politica” che in più di una occasione ci ha chiesto di fare la parte più combattiva del sindacato e che in Italia – purtroppo – non esiste e si vede!

“La scelta del candidato di Grillo per il Quirinale avverrà attraverso una votazione online nel sito di proprietà dello stesso Grillo. Sembra davvero curioso che dopo vent’anni di grida contro Berlusconi e il suo “partito azienda”, non ci si renda conto che il beppegrillo.it è un partito azienda, nel quale i click, i “mi piace”, i voti a questo o a quello fanno salire il tassametro, servono ad aumentare la pubblicità e la vendita diretta o indiretta di prodotti, dunque i profitti del titolare sui cui affari niente o pochissimo sappiamo. Esattamente come accade in tutte le aziende e le società private in Rete. Niente di male o di illecito nel fare soldi sulla credulità del consumatore, tipo “chi beve birra ecc ecc”, e anche la nostra radio ci vive, se però si avesse il pudore di non fingersi un movimento politico e per di più rivoluzionario.”

VITTORIO ZUCCONI 


Ieri, 27 marzo 2013, il sig. Beppe Piero Grillo, comico milionario che non fa più ridere (più di 4 milioni di Euro di imponibile nrl 2007), leader ineleggibile di un movimento politico “né di destra né di sinistra”, titolare di un blog in cui fa pubblicità ossessiva a se stesso, Casaleggio, Rcs, IPad, Immobiliare.it<http://Immobiliare.it/> e soprattutto Amazon – la società che in Germania aveva assunto una squadra di neonazisti per controllare i lavoratori precari ingaggiati per gestire il magazzino – ha scritto che i giovani d’oggi sono figli di NN, di padri puttanieri ecc. Come figlio di madre nubile e quindi di NN (padre puttaniere?) gli rimando con piacere gli insulti, sperando che altri si uniscano in un coro assordante di pernacchie. Io mi chiedo fino a quando tollereremo le sparate di questo avventuriero opportunista, che un giorno esalta la polizia e il giorno dopo esprime solidarietà alla mamma di Aldrovandi, che un giorno fa spallucce davanti a Casa Pound e il giorno dopo strumentalizza il movimento No Tav, di questo ricco sfondato che gira in Suv con autista, ma esige dai suoi deputati la massima sobrietà, che fino a qualche anno fa sfasciava i computer sul palco e oggi fa affari con il marketing elettronico… E comincio a chiedermi se i ragazzotti scelti sul blog di Grillo come candidati con qualche centinaio di click siano solo degli illusi o non invece arrampicatori come il loro padrone. Comunque sia, fino a qualche giorno fa la prospettiva di essere governato da vegani paranoici, deputate cafone e senatori sonnolenti mi faceva ridere. Oggi, comincia a farmi orrore.
Alessandro Dal Lago