http://download.kataweb.it/mediaweb/image/brand_mattinopadova/2008/04/18/1208526611758_1-fotogallery-ronda.jpgI primi frutti dell’irresponsabile politica governativa in materia di “sicurezza” si stanno già palesando. I fatti accaduti a Marina di Massa venerdì scorso ne costituiscono l’emblematico esempio ! Un gruppo di squallidi figuri che si siglano, non certo casualmente, “SSS” provocano la coscienza antifascista e democratica del territorio, la “Polizia di Stato” che dovrebbe assicurare la legalità e perciò l’ordine costituzionale democratico interviene contro gli antifascisti proteggendo, di fatto, un’associazione delinquenziale chiaramente eversiva. Tutto ciò non può non coinvolgere, pesantemente, Prefetto, Questore e, soprattutto, Ministero degli interni cioè le autorità dalle quali dipendono le così dette forze dell’ordine.
Questo scenario ricorda il clima dei primi anni “venti” del secolo scorso, quando le squadraccie di un altro cavaliere, B. Mussolini, poterono godere dell’impunità e anzi dell’appoggio dello stato contro chi reagiva alle loro aggressioni.
Il PRC richiama all’attenzione e alla mobilitazione tutti coloro che memori della tragedia del passato vogliono impedire nuove avventure reazionarie. Chiede a tutte le forze antifasciste della nostra Regione di esprimere, chiaramente, non solo una doverosa condanna di quanto messo in moto venerdì scorso a Marina di Massa, ma anche e soprattutto un impegno chiaro e forte a contrastare la deriva reazionaria e fascistoide che, ormai da troppo tempo, inquina la vita del nostro paese.

Alessandro Leoni

Le “SSS”, una associazione delinquenzialeultima modifica: 2009-07-29T09:34:13+02:00da casadelpopoloff
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14 Thoughts on “Le “SSS”, una associazione delinquenziale

  1. Ma sti stronzi, sanno che la fascia rossa lungo i pantaloni, in Italia, la possono portare soltanto i militari di truppa ed i sottufficiali dell’Arma dei Carabinieri?Basterebbe questa denuncia al Prefetto per revocargli la licenza e l’eventuale decreto prefettizio.Il Ministero degli interni che fa? Guarda? Osserva? O dorme?

  2. Oggi mio nonno mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Mario fate attenzione che il fascismo è nato così”Per tutti quelli che pensano che nel nostro paese ci sia una pericolosa deriva anti democratica…

  3. “Se un uomo di 72 anni, sposato, nonno, può rifiutarsi di chiarire una sua relazione con una ragazza di 18 anni e riesce a sopravvivere alla disseminazione di registrazioni in cui discute di orgasmi e masturbazioni nel letto con una prostituta, allora bisogna chiedersi cosa potrebbe metterlo al tappeto”:”Ma cos’altro deve accadere?” La stampa inglese e il caso BerlusconiLONDRA – “Se un uomo di 72 anni, sposato, nonno, può rifiutarsi di chiarire una sua relazione con una ragazza di 18 anni e riesce a sopravvivere alla disseminazione di registrazioni in cui discute di orgasmi e masturbazioni nel letto con una prostituta, allora bisogna chiedersi cosa potrebbe metterlo al tappeto”: la domanda che John Hooper, corrispondente dell’Observer da Roma, pone al cuore del suo articolo di stamane riassume il senso si estraneità, di anomalia crescente con cui la stampa britannica guarda agli scandali del premier ma soprattutto all’incapacità del sistema politico italiano di costruire una reazione, una via d’uscita per tutelare le sorti del paese.Hooper inizia citando la barzelletta volgare che Berlusconi ha raccontato ai suoi deputati prima di salutarli per le ferie (“La sapete l’ultima sulla D’Addario? Dice che Berlusconi non è un santo, ma in effetti sco…. come un dio.”). Il giornale londinese continua ricordando che “la stampa di mezzo mondo ha raccontato gli scandali che avrebbero atterrato qualsiasi altro uomo di stato in qualsiasi altro posto del mondo. Ma Berlusconi sembra blindato”.Eppure i primi segnali di debolezza iniziano ad emergere. L’Observer racconta della manovra politica messa in piedi da Micciché e dall’Mpa di Lombardo: “Esasperati dalle continue concessioni del premier alla Lega Nord, un gruppo di ribelli meridionali del Pdl ha proposto di creare un “partito del Sud” che possa avere la stessa capacità di pressione della Lega”. Berlusconi per l’Observer avrebbe “neutralizzato la minaccia con il sistema consolidato che da tempo usano i primi ministri italiani (in casi del genere), scaricando soldi sul Mezzogiorno”. Per l’Observer però la “rivolta del Sud” indica due problemi per il premier: questa è stata la prima fronda interna al Pdl che Berlusconi abbia dovuto fronteggiare, “gli scandali non lo hanno messo al tappeto, ma lo hanno danneggiato”. Secondo, “forse non è una coincidenza che quando hanno chiesto a Giulio Tremonti se si considera l’erede di Berlusconi, quello abbia risposto che è difficile “immaginare di succedere a una personalità così straordinaria”. Difficile, ma non impossibile, il che di fatto non è una smentita”.Sul Times invece c’è un’altra apertura di pagina, dedicata alla notte che Patrizia D’Addario ha trascorso venerdì in un club di Parigi. L’articolo racconta la serata parigina della escort così come riferita dalla stampa italiana, ricorda il suo desiderio “voglio farmi un’altra vita, essere una modella, lavorare in uno show”. La D’Addario dice di sentirsi sicura a Parigi, “qui posso respirare, la gente non prova a fregarmi. Tutto quello che ho fatto è di dire la verità, voglio dire a chi non mi ama che non bisognerebbe nascondere la verità”. La D’Addario avrebbe in preparazione un libro – chiude il Times – e probabilmente solo parte delle sue registrazioni sono state rese pubbliche, il che significa che potrebbero essere in arrivo altri nastri registrati nella stanza da letto di Berlusconi.

  4. I dogmi del professore Ichino: : il padrone chiude la fabbrica, i lavoratori lottano «aggrappati al loro vecchio posto», la polizia reprime, la politica latita. Sul Corriere della Sera di ieri, Pietro Ichino – sempre lui – commentando la ruvida vicenda dell’Innse, riprende un argomento che ci ha ciclicamente riproposto nel tempo. Come in una recidivante commedia delle parti – dice l’avvocato milanese – di fronte ad una chiusura d’azienda, tutti i soggetti in causa recitano lo stesso copione: il padrone chiude la fabbrica, i lavoratori lottano «aggrappati al loro vecchio posto», la polizia reprime, la politica latita. Ma a nessuno viene in mente che la soluzione sarebbe semplicissima perché, dice Ichino, basterebbe guardarsi intorno e favorire, attraverso un uso oculato e mirato degli ammortizzatori sociali una mobilità “governata”, verso altri sbocchi lavorativi. Il tutto corroborato da azioni positive per valorizzare la professionalità dei lavoratori e accrescerne l’«appeal». Perché – continua Ichino – non è vero che in Italia la mobilità del lavoro sia bloccata: quella spontanea funziona, eccome.Dunque – ecco la geniale conclusione – si lasci al padrone la facoltà di chiudere e licenziare quando vuole. Lo si vincoli, semmai, a integrare il trattamento di disoccupazione riservato al personale espulso e a collaborare all’attivazione di un servizio di outplacement . Ora, trascurando l’idilliaca visione del mercato del lavoro che esiste solo nella testa del professore milanese, si può convenire che non sarebbe certo un male se il padrone che getta la spugna indottovi da oggettivi e incontrovertibili motivi contribuisse davvero al sostentamento dei lavoratori costretti a pagare con la disoccupazione il suo fallimento imprenditoriale. Ma guai ad opporsi alla sua volontà, eretta a legge naturale, secondo il verbo friedmaniano che, nella cultura ipermercatista di Ichino, rimane un dogma inossidabile.

  5. Concordo pienamente sulle fantasie di Ichino, ma sarà l’età ormai ne spara solo di fantasiose…Peccato solo che in questo caso “il padrone che getta la spugna indottovi da oggettivi e incontrovertibili motivi” sia in realtà solo un faccendiere che ha comprato per smantellare e guadagnare su macchinari e benefici statali…

  6. «Ho paura, sono clandestina». E si getta al fiume………La tragica morte di un clandestino non merita neanche di essere commentata.Oggi per la legge italiana sarebbe un illegale. Un fantasma senza diritti, una di quelle a cui consegnare un foglio di via e farla ritornare da dove è arrivata. Sarebbe, perché Fatima non c’è più. Si è suicidata gettandosi nel fiume Brembo a Ponte San Pietro, vicino Bergamo. «Il pensiero di essere clandestina la terrorizzava», ripete Mohamed giustificando così il gesto estremo di sua sorella. Che magari non avrebbe tollerato il pensiero di essere sorpresa da qualche ronda malintenzionata mentre camminava per le strade del suo paese.Ventisette anni, marocchina e un sogno diventato ossessione: «Essere italiana a tutti gli effetti». E a tutti i costi. Lo ripeteva da tempo, confida suo fratello, «ma negli ultimi giorni le è venuta un’ansia particolare. Aveva letto sui giornali la storia del reato di clandestinità e l’idea di doversi separare da noi non la faceva dormire la notte». Da cinque anni viveva nel Bergamasco con i due fratelli e i genitori. Tutti regolari, tranne lei. E questa cosa «non la faceva dormire». Ha provato in vari i modi ad ottenere la cittadinanza italiana «ma le hanno chiuso tutti la porta in faccia», dice Mohamed. Avrebbe potuto chiedere il ricongiungimento (visto i fratelli regolari), ma nessuno ha mosso un dito per sanare la sua posizione.Senza un lavoro e senza amici la sua era una non vita. L’unico contatto col mondo esterno lo aveva grazie ad un’amica della madre da cui andava spesso. E da lei aveva detto di andare anche giovedì scorso, quando è uscita da casa per l’ultima volta. Il suo corpo è stato ritrovato ieri, notato sotto un ponte da alcuni passanti. Sui veri motivi della morte di Fatima, però, i carabinieri sono cauti. La paura di essere espulsa può essere solo uno degli aspetti, dicono, che l’hanno portata a compiere il gesto. La ragazza, fanno sapere gli uomini dell’Arma, soffriva di «problemi psichici» che probabilmente hanno «aggravato» la situazione. Smentiti però dal fratello: «Aveva solo dei forti dolori di pancia». Per questo andava spesso all’ospedale cittadino, presentandosi con l’identità di sua sorella (regolare e che vive altrove) ma i medici non avevano trovato nulla che non andasse.Ma senza stare tanto a soffermarsi sulla causa scatenante che l’ha spinta al suicidio, quella di Fatima rimane comunque una storia a forte impatto emotivo. Arrivata a poche ore dall’entrata in vigore del pacchetto sicurezza e dopo mesi di campagna mediatica anti-clandestina messa in campo dal governo. Una storia «che mostra in modo drammatico quale sia la realtà della vita per molti immigrati, che spesso rimane sotto silenzio», così Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. Dalla maggioranza, invece, nessuna parola. La tragica morte di un clandestino non merita neanche di essere commentata.

  7. Il gossip si allarga, la libertà delle donne si restringeQual è lo spazio riservato alle donne oggi in Italia? Qual è il modo in cui è loro concesso vivere in questo paese? Nelle cronache di questi ultimi mesi risalta un cambiamento pervasivo del senso comune nella rappresentazione della soggettività femminile. Non una questione culturale, non solo un problema di laicità, al contrario un problema politico grave e generale che descrivo in tre punti.Berlusconi torna al governo nella primavera del 2008 e da subito fa uso di un linguaggio sfacciatamente, provocatoriamente sessista, tanto che, ancor prima di toccare le vette di volgarità e maschilismo raggiunte nel clima rovente dell’ultima campagna elettorale, è oggetto di denuncia e di un ricorso presentato alla Corte di Strasburgo dalle deputate Gottardi e Concia del Pd, che ne chiedono la condanna per violazione dei diritti fondamentali delle donne tutelati dalle norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.La denuncia di Veronica Lario mette a nudo lo scambio sesso-potere che è, fra l’altro, dietro le candidature Pdl alle europee. Si inizia a parlare di indebita, scandalosa commistione pubblico-privato e già qui il dibattito ‘contro’ manifesta un certo arretramento culturale: la critica rivela quasi una feticizzazione della sfera privata, la riproposizione della separazione ideologica dalla sfera pubblica che sin dai primi anni ’70 il femminismo ha denunciato, affermando che “il personale è politico”. Ed allora non è la confusione pubblico/privato a dover preoccupare ma piuttosto: 1) la politica che questi fatti mettono in atto, se è vero che il personale è politico e i rapporti fra i sessi hanno sempre un significato politico; 2) la candidatura di veline (come la scelta di ministri e ministre legati al premier da rapporti che nulla hanno a che fare con il governo del Paese) che rivela l’assoluto disprezzo di Berlusconi per le istituzioni.Repubblica cavalca il caso D’Addario, lo scandalo delle escort a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa facendone il principale argomento di opposizione a Berlusconi, in ciò seguita da molti. Si scatena, forse al di là delle intenzioni, una campagna sessuofobica e moralista in cui ricorre ossessivamente il termine “prostituta”, mentre la rappresentazione della sessualità femminile, della libertà sessuale tout court, fra denunce di materialismo individualista, interpretazioni post-patriarcali e letture vittimiste dello scambio sesso-danaro, assume connotati davvero preoccupanti.

  8. “Uccisi”, “vittime”… sono le parole con cui chiamiamo i morti per droga; Tuttavia nessun commento, ma solo la voglia di rivolgere un pensiero a questa ragazza e a chi, come lei, non c’è più per aver fatto una CAxxATa !!!C’era una volta un rave.Hanno ucciso la festaFerragosto, tempo di rave party. Due ragazzi morti a poche ore di distanza nel Molisano e nel Salento riaprono l’annosa questione delle feste illegali, con la consueta voglia matta di repressione.Chi conosce bene i rave dice che i divieti hanno contribuito a rendere le feste maggiormente selvagge e brutali. La cosiddetta vecchia guardia, anzi, disconosce gli attuali raduni e dice che ormai che i principi originari – libertà di sballo e divertimento in luoghi occupati temporaneamente, meglio se a contatto con la natura e lontani dall’autorità e dall’alienazione quotidiana – sono stati erosi dal mercato, mentre la solita mediatizzazione ha contribuito a farli diventare superficiali e nichilisti.Stefano Bertoletti sa perfettamente cosa erano i rave della fine degli anni ’80 e cosa sono i rave oggi, visto che da due decenni fa unità di strada e presta il primo soccorso – sanitario e informativo – ai giovani partecipanti: «La repressione ha frammentato gli appuntamenti, ormai confinati in luoghi impervi e pericolosi». La soluzione? Il testing mobile delle sostanze e una legge che riduca il danno.

  9. Il calcio non sfugge alla lotta di classe……….. Silvio Berlusconi ha detto che vorrebbe istituire una legge che imponga un massimo salariale per i giocatori di calcio…dimenticando che i denari nel mondo del calcio sono stati da lui introdottiPremesso che quanto scrivo potrebbe pure in qualche modo essere provocatorio, ma in fondo io credo non lo sia poi tanto…L’altro ieri Silvio Berlusconi ha detto che vorrebeb istituire una legge che imponga un massimo salariale per i giocatori di calcio. A parte il fatto che i denari nel mondo del calcio sono stati da lui introdotti, almeno nella misura esorbitante di questi ultimi 20 anni, ma è incredibile che un personaggio che guadagna milioni di euro grazie alla corruzione, al suo potere politico, agli intrallazzi passati con mafia (Mangano) e delinquenti politici (Craxi), si scagli contro quelli che sono semplicemente dei lavoratori dipendenti.Vuoi pagarli di meno?Allora pagali di meno, c’é qualcuno che te lo impedisce?No, nessuno…il problema è che Berlusconi non può più spender soldi e allora vuole obbligare gli altri a non spenderli. E’incredibile poi che un “liberista” come lui si appelli poi allo Stato e al governo (cioè a lui stesso) per imporre un limite massimo agli stipendi. Ma il prezzo non lo fa il mercato?Ma non si diceva che lo Stato doveva starsene alla larga dagli imprenditori?Oppure lo Stato deve essere munto e utilizzato dalle classi dominanti quando fa loro comodo, mentre quando deve servire per sostenere gli sfruttati ed emarginati allora ci si può appellare alle “sacre” leggi dell’economia?Questa ipocrisia Berlusconiana ha trovato il sostegno del presidente della Lazio che ha denunciato lo scandalo italiano, cioé che i calciatori guadagnano troppo mentre ci sono operai che guadagnano 1000 euro al mese. Bella ipocrisia!Lo scandalo é anche che ci sono personaggi milionari come Lotito e Berlusconi che utilizzano il calcio per far soldi oppure lo utilizzano come un gioco (Moratti), mentre nelle loro fabbriche gli operai muoiono (vedi Sarroch).Ora questa grottesca situazione non é altro che il ripetersi di quanto storicamente accade soprattutto nei momenti di crisi, ovvero la classe padronale per stare sul mercato e proseguire nei suoi loschi affari non fa altro che attaccare i propri dipendenti lavoratori, che in questi caso sono i calciatori..che sono sicuramente milionari (non tutti) ma sono pur sempre dipendenti. Quindi questa non è altro che lotta di classe e siccome gode di molto sostegno tra i cosiddetti “tifosi” non fa altro che incrementare le simpatie di cui gode attualmente la classe padronale.Eternamente la classe dominante quando deve attaccare i lavoratori lo fa appellandosi a principi moralistici che essi stessi non conoscono e non hanno mai conosciuto, ma il loro esclusivo scopo è quello di proseguire nei loro loschi e criminali affari.

  10. Orribile queste cose mi fanno sentire la solitudine di essere italiana; poliziotti androidi, medici corrotti, politici impotenti cittadini soli chiusi nei loro trip quotidiani : MUORE IN REPARTO PSICHIATRICO, AVEVA POLSI E CAVIGLIE LEGATIFrancesco Mastrogiovanni è morto legato al letto del reparto psichiatrico dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania Cinquantotto anni, insegnante elementare originario di Castelnuovo Cilento, era, per tutti i suoi alunni, semplicemente “il maestro più alto del mondo”. Il suo metro e novanta non passava inosservato. Inusuale fra la gente cilentana. Così come erano fuori dal comune i suoi comportamenti, «dolci, gentili, premurosi, soprattutto verso i bambini» ci racconta la signora Licia, proprietaria delcampeggio Club Costa Cilento. E’ proprio lì che la mattina del 31 luglio decine di carabinieri e vigili urbani, «alcuni in borghese, altri armati fino ai denti, hanno circondato la casa in cui alloggiava dall’inizio diluglio per le vacanze estive». Uno spiegamento degno dell’arresto di un boss della camorra per dar seguito a un’ordinanza di Trattamento Sanitario Obbligatorio (competenza, per legge, solo dei vigili urbani) proveniente dalla giunta comunale di Pollica Acciaroli.Oscuri i motivi della decisione: si dice per disturbo della quiete pubblica. Fonti interne alle forze dell’ordine raccontano di un incidente in cui, guidando contromano, alcune sere prima, avrebbe tamponato quattro autovetture parcheggiate, «ma nessun agente, né vigile, ha mai contestato qualche infrazione e nessuno ha sporto denuncia verso l’assicurazione» ci racconta Vincenzo, il cognato di Francesco.Mistero fitto, quindi, sui motivi dell'”assedio”, che getta ovviamente nel panico Francesco.Scappa dalla finestra e inizia a correre per il villaggio turistico, finendo per gettarsi in acqua. Come non bastassero carabinieri e vigili urbani «è intervenuta una motovedetta della Guardia Costiera che dall’altoparlante avvertiva i bagnanti: “Caccia all’uomo in corso”» racconta, ancora incredula, Licia.Per oltre tre ore, dalla riva e dall’acqua, le forze dell’ordine cercano di bloccare Francesco che,ormai, è fuori controllo. «Inevitabile » commenta suo cognato «dopo quanto gli è accaduto dieci anni fa».Il riferimento è a due brutti episodi del passato «che hanno distrutto Francesco psicologicamente» spiega il professor Giuseppe Galzerano, suo concittadino e carissimo amico, come lui anarchico.Il 7 luglio 1972 Mastrogiovanni rimase coinvolto nella morte di Carlo Falvella, vicepresidente del Fronte universitario d’unione nazionale di Salerno: Francesco stava passeggiando con due compagni, Giovanni Marini e Gennaro Scariati, sul lungomare di Salerno quando furono aggrediti, coltello alla mano, da un gruppo di fascisti, tra cui Falvella. Il motivo dell’aggressione ce la spiega il professor Galzerano: «Marini stava raccogliendo notizie per far luce sull’omicidio di Giovanni, Annalisa, Angelo, Francesco e Luigi, cinque anarchici calabresi morti in quello che dicono essere stato un incidente stradale nei pressi di Ferentino (Frosinone) dove i ragazzi si stavano recando per consegnare i risultati di un’inchiesta condotta sulle stragi fasciste del tempo».Carte e documenti provenienti da Reggio Calabria non furono mai ritrovati e nell’incidente, avvenuto all’altezza di una villa di proprietà di Valerio Borghese, era coinvolto un autotreno guidato da un salernitano con simpatie fasciste.Sul lungomare di Salerno, però, Giovanni Marini anziché morire, uccise Falvella con lo stesso coltello che questi aveva in mano. Francesco Mastrogiovanni fu ferito alla gamba. Nel processo che seguì, Francesco venne assolto dall’accusa di rissa mentre Marini fu condannato a nove anni.Nel 1999 il secondo trauma. Mastrogiovanni venne arrestato «duramente, con ricorso alla forza, manganellate, e calci» spiega il cognato Vincenzo, per resistenza a pubblico ufficiale. Il motivo? Protestava per una multa. In primo grado venne condannato a tre anni di reclusione dal Tribunale di Vallo di Lucania «grazie a prove inesistenti e accuse costruite ad arte dai carabinieri». In appello, dalla corte di Salerno, pienamente prosciolto. Ma le botte prese, i mesi passati ai domiciliari e le angherie subite dalle forze dell’ordine lasciano il segno nella testa di Francesco.«Da allora viveva in un incubo» racconta Vincenzo fra le lacrime.«Una volta, alla vista dei vigili urbani che canalizzavano il traffico per una processione, abbandonò l’auto ancora accesa sulla strada e fuggì per le campagne. Un’altra volta lo ritrovammo sanguinante per essersinascosto fra i rovi alla vista di una pattuglia della polizia ». Eppure da quei fatti Mastrogiovanni si era ripreso alla grande, «tanto da essere diventato un ottimo insegnante elementare», sottolinea l’amicoGalzerano, «come dimostra il fatto che quest’anno avrebbe finalmente ottenuto un posto di ruolo, essendo diciottesimo nella graduatoria provinciale».Era in cura psichiatrica ma si stava lasciando tutto alle spalle.Fino al 31 luglio.Giorno in cui salì «di sua volontà» sottolinea Licia del campeggio Club Costa Cilento «su un’ambulanza chiamata solo dopo averlo lasciato sdraiato in terra per oltre quaranta minuti una volta uscitodall’acqua». Licia non potrà mai dimenticare la frase che pronunciò Francesco in quel momento: guardandola, le disse: «Se mi portano all’ospedale di Vallo della Lucania, non ne esco vivo».E così è stato.Entrò nel pomeriggio di venerdì 31 luglio per il Trattamento Sanitario Obbligatorio. Dalle analisi risultò positivo alla cannabis. La sera stessa venne legato al letto e rimase così quattro giorni. La misura nonrisulta dalla cartella clinica, ma è stata riferita ai parenti da testimoni oculari. E confermata dal medico legale Adamo Maiese, che ha riscontrato segni di lacci su polsi e caviglie della salma durante l’autopsia. Legato al letto per quattro giorni, quindi. Fino alla morte sopravvenuta secondo l’autopsia per edema polmonare.Sulla vicenda la procura di Vallo della Lucania ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati i sette medici del reparto psichiatrico campano che hanno avuto in cura Mastrogiovanni.

  11. Angela Merkel nella bufera per una cena a spese dei contribuenti ………… in Italia invece è morta l’indignazioneBERLINO – Angela Merkel nella bufera. Il capo del governo tedesco è finita al centro delle polemiche per una cena presso la Cancelleria federale in occasione del 60esimo compleanno dell’amministratore delegato della Deutsche Bank Josef Ackermann. Una festa che, stando alle indiscrezioni di un programma tv tedesco, Report Mainz della televisione pubblica Ard, sarebbe stata a spese dei contribuenti.Lo stesso Ackermann, durante una recente intervista tv, aveva dichiarato di essere stato invitato dalla Merkel in Cancelleria per il suo compleanno con una trentina di amici. Ma, stando alle rivelazioni del programma che cita un rapporto della Cancelleria, le spese allora sostenute per la festa sono state catalogate come ”costi per personale e materiali” e quindi addebitati ai cittadini tedeschi. Non si conosce l’importo totale delle spese effettuate, anche se solo il personale sarebbe costato 2.100 euro. Il governo dovrà rendere conto di queste voci di spesa domani presso la Commissione bilancio del Parlamento.Forti le critiche piovute nei confronti della cancelliera da Spd e opposizioni oltre che dall’associazione dei contribuenti. Nessun commento invece dalla Merkel, né dalla Deutsche Bank.

  12. NON è UNA BARZELLETTA: a Scafati (SA) esiste il premio Giovanni Paolo II e viene assegnato con la motivazione “promozione dei valori cattolici” -INDOVINATE CHI RITIRERA’ IL PREMIO A SETTEMBRE? ROBERTO CALDEROLIPochi lo sanno, ma a Scafati (SA) esiste il premio Giovanni Paolo II e viene assegnato con la motivazione “promozione dei valori cattolici” dal Movimento politico-cristiano “Continente Uomo”, fondato da Esposito Marino (Idv).Questo movimento, che in passato ha premiato anche il cardinal Ratzinger (e ci può anche stare) e nientemeno che Giulio Andreotti si ispira al Magistero e alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica e si inserisce nel dibattito politico, soprattutto nel mezzogiorno, facendo proprio il pensiero di san Tommaso Moro a cui la sezione di Scafati è intitolata.INDOVINATE CHI RITIRERA’ IL PREMIO A SETTEMBRE?ROBERTO CALDEROLIuahuahahahuauahauha auhauahahleggere per credere al linkhttp://www.sconfini.eu/Politica/calderoli-premiato-per-la-promozione-dei-valori-cattolici-e-non-e-una-barzelletta.html

  13. Il silenzio degli innocentiIl silenzio degli innocenti è quello della paura, è il silenzio di chi ha paura di non essere ascoltato, di non essere capito e accettato. Il silenzio degli innocenti è quello di chi subisce un sopruso, di chi non può o non riesce a ribellarsi, di chi è costretto a subire senza possibilità di replica. E’ la sconfitta che si intravede nello sguardo del reietto, nello sguardo del tossico, nello sguardo indifeso di un bambino rimasto solo. Il loro silenzio è il silenzio di un mondo sommerso, lontano dalle luci delle vetrine e della televisione, è il silenzio imposto proprio da quel mondo di plastica e grandi costumi, è il silenzio di chi è umiliato dalla propria povertà, dalla propria miseria. Il silenzio degli innocenti è il silenzio della grettezza e dell’animalità, è la rabbia repressa dello stato brado, del rifuggire il rapporto sociale, il contatto, dell’incomprensione della propria diversità.Il silenzio degli innocenti è quello che si leva sul sottofondo del rumore di una città, è il brusio delle anime in pena, è il pianto della notte.Il mondo delle ombre, il mondo dei fantasmi e degli assassini senza testa, delle uccisioni senza nome, delle vendette e delle faide. Esiste una voce che si leva da questo mondo ed è l’atto d’accusa di tutti gli innocenti al mondo dello sfarzo e della ricchezza, dello spreco e dell’esclusione. E’ l’atto d’accusa di tutto un popolo a cui non è concesso avere voce nella storia, se non nelle innumerevoli statistiche di cui la sua registrazione è costellata.Ma le persone non potranno mai essere una statistica nella realtà. Lo sono soltanto nelle discussioni accademiche e nelle repellenti diatribe elettorali.Il silenzio degli innocenti è il silenzio di tutti. E’ il minuto di silenzio che si osserverebbe al funerale dell’umanità.

  14. Brunetta abbaia, volgarità e violenzaPrendete un cane di stazza grande, abbaia poco, quando lo fa magari ringhia. Ti vuol dire che è meglio passare alla larga. Un cane di stazza piccola abbia ad ogni stormir di fronda. Più è piccolo è più abbaia. Non è a caso che, come recita un detto popolare, “ can che abbaia non morde.” Trasferite l’immagine al ministro Renato Brunetta, senza offesa per il ministro e per i cani, e capirete perché abbaia sempre, sempre di più grida, fa smorfie, si gonfia d’ira, prende a calci e pugni tutto il mondo, salvo quelli cui sollecita i peggiori istinti e si spellano le mani per applaudirlo. Sono, con Brunetta, parte di una Italia volgare, violenta. Prendendo lezione da Berlusconi chi non la pensa come loro è un nemico, da annientare, eliminare. Esattamente quanto stanno facendo coloro che per ordine del capo del governo scrivono sui giornali. Ha detto Brunetta riferendosi alla sinistra e alla Cgil che difendono un’Italia “ leggermente schifosa, un Italia sporca”: “Gli abbiamo tolto l’acqua in cui nuotare, li stiamo facendo morire con il volto dolce della Carfagna e l’aria finta ingenua della Gelmini”. Già, la “ morte dolce”,che richiama la camere a gas dei campi di sterminio nazisti. Una gaffe del ministro, che preso da ira funesta non si rende conto neppure di ciò che dice. Così come una gaffe è il richiamo all’Italia “ leggermente schifosa, sporca”. Proprio mentre la stampa di tutto il mondo, escluso gran parte di quella italiana, per non parlare di numerose Cancellerie descrive feste, festini, escort, veline, donnine, che si svolgevano nelle abitazioni del capo del governo, “schifosa e sporca” è questa Italia, da lor signori costruita per i propri comodi, lo Stato sono loro, la democrazia un inutile impaccio, la Costituzione carta straccia. Non è un caso che il linguaggio di Brunetta richiami tempi oscuri della vita della nostra Repubblica. “ Il culturame parassitario” attaccato dal ministro fa parte del vocabolario molto usato dal ministro Scelba uno che non ci metteva più di un secondo per mandare i celerini contro i lavoratori, colpire la cultura, gli intellettuali. Ma sarà bene ricordare a Brunetta che i tentativi scelbiani di abbattere le garanzie democratiche non passarono. Sempre con quel tono volgare e violento ecco un membro del governo che se la prende contro la “ borghesia radical chic e autoreferenziale di merda”. Siamo sulla stessa linea di Tremonti, quando attacca gli economisti. La borghesia radical chic, che Brunetta vorrebbe eliminare, magari attraverso la “morte dolce”, sono quei milioni di persone che non accettano la dittatura berlusconiana. Non basta. Brunetta abbaia contro il “ rapporto perverso tra l’associazione nazionale magistrati e il Consiglio superiore della magistratura”. Poi scende dalla cattedra reazionaria e si trasforma in gente, popolo, che “ si fa il culo della mattina alla sera”. Torna così ai fannulloni e alle sue memorabili battaglie e come Berlusconi che si definisce il “ meglio capo di governo che l’Italia abbia avuto negli 150 anni, lui si vanta di un alto consenso dei cittadini. Il richiamo del ministro al popolo e alla gente non è a caso. Perché, è vero, una parte di questo paese, è diventata volgare e violenta, razzista, omofoba. Quando Berlusconi, dice di essere superman, un torero, quando vanta le sue prestazioni sessuali, quando sfoggia il suo essere “ macho”, quando considera le donne come “pacchi” che gli vengono recapitati a domicilio per il suo piacere, sa di toccare il ventre molle di una parte d’Italia, culturalmente degradata, privata della conoscenza , patrimonio fondante di ogni democrazia. Dice il Censis che ben il 70% della popolazione ha la televisione come unica fonte di informazione. Proprio alla luce delle sfuriate di Berlusconi di questi giorni, di interventi come quello del ministro Brunetta, per non parlare di Schifani, di Gasparri, Quagliarello, la messa in stato di accusa di un ex missino come Gianfranco Fini, ogni giorno sotto processo per lesa maestà rivelano cosa sia il berlusconismo. Indicano all’opposizione, alla sinistra in primo luogo la direzione di marcia: aprire una grande battaglia culturale. La manifestazione del 19 settembre a piazza del Popolo per la difesa della libertà, è solo l’inizio. “ Ce n’est qu’un debut “, gridavano gli studenti del sessantotto francese.

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