c2b5081d311b36b7b5b4f141fa774c1f.jpg MANIFESTAZIONE NAZIONALE – GENOVA 17 NOVEMBRE

Domani per le strade di Genova sfilerà un corteo, il corteo di coloro che non si sono arresi alle percosse e alle menzogne dello Stato. Domani ritorneremo nel capoluogo ligure a chiedere nuovamente la verità su quel che successe nel Luglio del 2001; ci torneremo per gridare la nostra rabbia contro chi continua a nascondere la realtà dei fatti, contro chi vuole difendere gli assassini in divisa, quelli che nella scuola Diaz, nella caserma di Bolzaneto, in via Tolemaide e in piazza Alimonda diedero vita, coi loro piani criminali, a giorni di fuoco e di follia. Saremo di nuovo a Genova a manifestare immaginariamente accanto a quei 300.000 giovani e non, nella stragrande maggioranza dei casi pacifici, che sei anni fa sfilarono contro i potenti del mondo rinchiusi nei loro palazzi e per la cui incolumità (e per le violenze dei black bloc, la cui identità ancora non è chiara, anzi, molto sospetta) pagarono con ossa rotte e sangue.

Manifesteremo per chiedere che la storia non venga riscritta nelle aule di tribunale, ma venga subito istituita una Commissione d’inchiesta capace di far luce su quei giorni; manifesteremo contro coloro che hanno paura della verità, contro le destre, ma anche contro i vari Di Pietro, Mastella e Cossiga. Faremo capire l’infamia dell’accusa di un reato denominato “devastazione e saccheggio” per i compagni manifestanti sotto processo; chiederemo condanna verso tutti i responsabili dei massacri di quei giorni, in particolare contro i capi di quelle forze dell’ordine che oggi, anziché pagare per la cattiva gestione della sicurezza e per gli infami reati di cui si sono macchiati, vengono promossi a vario titolo a nuovi e più alti incarichi. Scenderemo in piazza per chiedere la verità sulla morte del compagno Carlo Giuliani, ammazzato, sfregiato e calpestato. Io domani ci sarò a Genova coi collettivi universitari di Roma, coi giovani delle reti antifasciste, coi centri sociali, con le associazioni antirazziste e i vari movimenti pacifisti, con tanta gente comune, giovani, adulti e famiglie; insomma, col popolo che oggi, come sei anni fa, grida ancora una volta che un altro mondo è possibile.

 Per non dimenticare.

Perché la memoria è un ingranaggio collettivo                              Raffaele Emiliano

La memoria è un ingranaggio collettivoultima modifica: 2007-11-16T12:30:00+01:00da casadelpopoloff
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21 Thoughts on “La memoria è un ingranaggio collettivo

  1. Dopo la richiesta di ieri, da parte di Prc, Verdi, Sd e Pdci, al ministero dell’interno di garantire treni a prezzi sociali sono stati lanciati gli appuntamenti nelle stazioni di molte città d’Italia [li trovate su http://www.carta.org]. Per salire sui treni speciali o per autoridurre il biglietto.buon viaggio raffaele.

  2. Sabato 24 novembre a Roma manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne. Un appuntamento importantissimo, da non perdere se si vuole affrontare questo terribile problema che si abbatte sul genere femminile e ferisce profondamente tutta la ssocietà . La Federazione Prov.le del Partito della Rifondazione Comunista di Brindisi considerando di vitale importanza queste tematiche che coinvolgono l’intero partito, non immune da logiche patriarcali e maschiliste, mette a disposizione per la partecipazione all’iniziativa, tutte le strutture organizzative, augurando la più bella delle manifestazioni. Per adesioni 0831 520240 cell 348 5288288 (Maurizia)

  3. Noi, primi firmatari dell’appello “Noi, quelli di via Tolemaide”, proponiamo a tutti, di tornare a Genova il prossimo 17 novembre, per ribadire insieme che la verità non si cancella, né con la violenza, né con il carcere.

  4. Genova mi manca, e con essa l’ enorme carica che mi ha dato in questi lunghi sei anni, purtroppo non potro’ ritornarci, l’ emozione che ho vissuto in quei giorni, insieme a quelle ragazze e ragazzi , ha saputo regalarmi, mi hanno dato la forza e il coraggio per continuare ad impegnarmi in questi anni, una forza che purtroppo si va affievolendo, purtroppo quella carica ci ha donato in cambio: mastella dini. padoa schioppa , prodi…., chiudo l’elenco perchè sopraggiungono improvvisamente conati di vomito.

  5. sul quotidiano di oggi cè un articolo di gianni cannalire che pubblicizza il nostro blog. grazie gianni

  6. messaggio prova

  7. A Genova niente di tutto ciò che si temeva è successo. Nessuna devastazione.Nessun saccheggio.Ora come farete ad accusarci ancora?

  8. A Genova non si è verificato nulla di tutto ciò che alcuni temevano.A Genova, come a Vicenza, le previsioni pessimistiche dei vari benpensanti non si sono realizzate.A Genova nel 2001 le stesse previsioni non si sarebbero realizzate se le forze dell’ordine avessero svolto il loro unico compito: garantire l’ordine.Carlo Giuliani non è un martire, il martire dell’estintore, come qualcuno l’ha definito (mi riferisco a un articolo di Dimitri Buffa del 13/11/2007 visibile su fainotizia.radioradicale.it)Non è un martire, perchè Carlo vive ancora e lotta insieme a noi.I martiri sono altri, sono coloro che scrivono articoli come quello sopra riportato. Sono loro i martiri, caduti sull’ipocrisia e il perbenismo, caduti nell’obbedienza a un potere forte e che non si sente sereno, quando qualcuno scende in piazza. Sono loro le vittime sacrificate a un liberismo sfrenato, dettato dalle più ingiuste dinamiche economiche (contro le quali si scese in piazza a Genova), su un modello spregiudicatamente made in U.S.A., il loro stato-idolo, quello che ancora ammette la pena di morte e le torture a Guantanamo, quello che esporta la democrazia (che ancora non ha raggiunto al suo interno) con le bombe.Siete voi i martiri, lo siete già da vivi.Carlo vive e lotta ancora con noi.

  9. Caro Raffaele,io penso che la tragica morte di Carlo Giuliani sia stata frutto di una pessima gestione da Stato di polizia che generò un clima di terrore che merita ancora una risposta seria. Tuttavia, ad onor del vero, non si può giustificare un gesto inequivocabile come quello che Carlo Giuliani stava compiendo. Ciò detto, non condivido le affermazioni che effettui in merito alla democrazia statunitense, mischiate con concetti come ipocrisia e perbenismo che non mi sembrano calzanti.Ti faccio subito un esempio con riferimento alla pena di morte. Esistono Paesi come la Cina dove la pena di morte viene applicata in maniera piuttosto indiscriminata e senza alcun controllo da parte dei cittadini, con un numero che supera le 5.000 unità nel 2006. Negli USA, che, continuano a mantenere in vita una barbara pratica (l’1% delle esecuzioni a livello mondiale, 53 casi nel 2006), si registrano casi eclatanti ogni volta che si è prossimi al giorno dell’esecuzione (ti ricordo peraltro che anche Cuba tiene in vita la pena di morte e la applica piuttosto arbitrariamente). Ora: ciò che voglio sostenere è che vorrei che ci fossero Paesi nei quali i cittadini (e non i partiti unici) possano decidere se abolire o meno una pratica ingiusta.Mi riallaccio anche al discorso sulla Stato di diritto: Guantanamo è una contrazione di Stato di diritto tanto quanto il 41 bis applicato in Italia. In proposito avevo scritto qualcosa e mi piacerebbe sapere cosa ne pensi.Se infine vogliamo aprire un dibattito sul liberismo e sulla politica economica, facciamo pure. Sergio Tatarano

  10. Finalmente scegli la via del dibattito vero. Te ne do atto questa volta e non nascondo la mia soddisfazione.Per quanto riguarda la morte di Carlo, la cui verità è una delle cose che mi sta più a cuore, non capisco quale sia stato il suo gesto inequivocabile. Avere in mano un estintore? Cosa mi dici, allora, della pistola puntata all’altezza del suo viso da un garante dell’ordine? Cosa ne pensi della camionetta che passa e spassa più volte sul suo cadavere? Cosa ne pensi del sasso scagliato dai poliziotti sul volto di Carlo fino a sfregiarlo completamente? Cosa ne pensi di tutti i massacri e le manganellate? Oppure ti riferisci al passamontagna che copriva la testa di Carlo? Allora i caschi e gli elmetti delle guardie a cosa servirono a Genova se non per rendere inconoscibili tutti quei criminali in divisa? Come potremo mai sapere chi è stato quel poliziotto o quel carabiniere a massacrare?Per quanto riguarda la pena di morte, so bene che in Cina è ben funzionante e condanno questa scelta di gestione della giustizia, come condanno infinite altre devianze del governo cinese. Condanno, però, e anzi con maggior rabbia gli Stati Uniti (non credo che la minor quantità di sentenze a morte comporti la minor gravità della situazione) proprio perchè si considerano e vengono considerati uno Stato talmente democratico da poterla esportare la democrazia. Quale democrazia? E la disparità di trattamenti per i detenuti di colore? Che ne dici?Ho poi delle grosse difficoltà a paragonare Guantanamo e la sua gestione con il 41 bis, un regime di detenzione pesante, è vero, di sicuro non un paradiso. Ti dico, però, che per i mafiosi non vedo altenative. Gente che sfrutta, che ammazza famiglie intere, che detta legge e blocca il libero sviluppo economico e culturale di un intero territorio con pratiche gerarchiche e malavitose, gente sprezzante della legalità e dei diritti della gente onesta, non merita altro. Non provo tenerezza per loro.Si potrebbe migliorare forse quel regime, riservarlo solo a determinati reati gravi, ma lasciandoci dentro i mafiosi.Il dibattito sul liberismo te lo sconsiglio. Sono un antiliberista più che convinto.

  11. Caro Raffaele,il “finalmente” è tutto mio. :-)Innanzitutto voglio chiarire che sono favorevole ad una commissione sui fatti di Genova, tanto per sgomberare il campo da equivoci. Aggiungo che il garantista e il difensore dello Stato di diritto è per me un ruolo naturale, indipendentemente dal soggetto che si rende protagonista di una manifestazione, anche quello di forza nuova; dunque, non ho difficoltà in questa come in altre circostanze. Ciò detto, non si può pensare di affrontare un caso simile, consentimi, con faziosità. Le colpe della polizia sono evidenti tanto quanto la via violenta scelta da molti manifestanti in quella occasione e la vicenda Giuliani è quanto meno dubbia. Credo che negarlo vorrebbe dire negare l’evidenza. Lungi da me il tentativo di fare la conta delle persone mandate al patibolo: la pena di morte è indegna di un Paese civile indipendentemente dal numero di persone che la subiscono. Eppure noto che hai qualche difficoltà a mettere nel calderone anche Cuba, dove un paio d’anni fa tre persone furono mandate a morte per alto tradimento alla Patria (con la P maiuscola). Tuttavia, dobbiamo anche comprendere che una pratica che non appartiene a noi europei, come ho già detto, può essere ritenuta efficace in un altro Paese e questo è grave. Ma è gravissimo se in quel determinato Paese non c’è speranza per abolirla, in quanto si tratta di regimi dittatoriali, nei quali è il dittatore di turno a svegliarsi al mattino e decidere cosa fare. In Cina 5 mila è un numero assolutamente indicativo, negli USA i casi sono tutti assolutamente noti e rispetto ad essi c’è comunque la possibilità di applicare garanzie (sempre insufficienti rispetto alla pena di morte, sia chiaro) che non escludono l’eventualità di evitare l’esecuzione e che danno la possibilità di aprire un dibattito continuo nel Paese. Questo dato non si può omettere.La tua affermazione sul 41 bis è estremamente grave. Sbagli gravemente la prospettiva del tuo discorso: intanto le leggi non si fanno con la “tenerezza” ma si fanno con i principi democratici affermati nella nostra Costituzione e dei quali tu dimentichi l’esistenza, esprimendoti in quei termini. Lo fai soprattutto quando affermi che i mafiosi “non meritano altro”. Pensi che sia davvero questo il punto? O piuttosto non pensi che siamo noi, noi cittadini a non meritare che lo Stato trasgredisca proprie leggi, propri principi, applichi sistemi che si fondano (tecnicamente) sulla tortura?! Guarda, il discorso sulla pena di morte parte esattamente dalla stessa ottica: chi, più di Saddam, avrebbe “meritato” l’esecuzione capitale? Ma ucciderlo ha significato, per noi europei, usare la vita di un uomo, uno dei più grandi mostri della storia. Dunque, avremmo potuto o potremmo in futuro contravvenire a principi scritti nella Carta Costituzionale? No, mi spiace, ma le leggi si applicano e dovrebbero essere scritte per i casi estremi, in uno Stato di diritto. Ma poiché non lo siamo, allora poi siamo costretti a ricorrere ai regimi emergenziali.Sul liberismo posso immaginare come la pensi: questo non mi impedisce di parlarne, anzi rapresenta un motivo in più per introdurre l’argomento.

  12. Quanto ai fatti di Genova, Carlo Giuliani non si è macchiato di nessun reato capace di, non dico giustificare, ma neanche spiegare la sua brutta fine. Carlo ha pagato con la pelle le violenze di poche black block, a lui estranei, e della stragrande maggioranza delle forze dell’ordine assassine. Noi riesco a trovare altri appellativi.Carlo aveva un passamontagna, è vero. I poliziotti avevano i caschi e le tute. Entrambi irriconoscibili, dunque.Carlo aveva in mano un estintore, con cui non ha fatto un bel nulla. I poliziotti avevano manganelli nuovi, progettati per l’occasione, e li hanno usati su tutti indiscriminatamente. Ma non avevano solo manganelli, avevano anche pistole e proiettili. Da una di quelle pistole è partito il colpo che ha ammazzato Carlo, la mira era proprio sul suo volto.Verso la fine del tuo discorso parli di rispetto delle leggi costituzionali. Nella prima parte parli, invece, di garantire qualsiasi manifestazione, anche quelle di Forza Nuova. Allora stavolta te lo ricordo io un principio costituzionale: la nostra Repubblica tra i tanti principi è fondata anche sull’antifascismo. Ora, negare che Forza Nuova sia una formazione fascista, o peggio ancora inneggiante a varianti totalitarie ancor più gravi, come il nazismo, con corredo di svastiche e croci celtiche sulle proprie tristi bandiere, è inammissibile.La mia affermazione sulla mafia e sulla sua condanna tramite il 41 bis la risottoscrivo. Mi parli di Stato di diritto per loro. Chi sono loro? I mafiosi sono coloro che si vantano di appartenere all’anti-Stato, e lo attuano pure, ammazzando e disprezzando ogni nostra legge.Ecco io vorrei che una legge in vita la rispettassero; e siccome quelle che tutti siamo portati a rispettare ricevono da loro la più dura infrazione, questa, fatta a posta per loro, se la tengono.Nessuno sconto per loro. Sul rapporto tra Cina e U.S.A. riguardo alla pena capitale, ti ricordo che la negazione dei diritti nello Stato cinese è ben nota, e fa della Cina un regime poco democratico. Chi lo nega?Ma gli U.S.A.? Sono riconosciuti come la più grande democrazia. E allora non credi che ci sia qualcosa che non va? Non credi che le loro sporche guerre a tutto siano mirate tranne che alla democratizzazione dei Paesi che OCCUPANO? Il discorso su Cuba è ben diverso. Lì vige ancora un regime, quello di Castro, che (apprezzabile o meno) non deve essere giudicato con gli stessi criteri applicati per uno Stato che riconosce come propria forma di governo la repubblica, come principio la democrazia.

  13. Mi fa piacere per te che tu abbia le idee così chiare su come si siano svolti i fatti in quel di Genova e su quello che è avvenuto attorno a quella camionetta, dalla quale un poliziotto ha sparato ad altezza d’uomo e contro la quale si sono lanciati in tanti, mi pare di capire dalle foto. Ma forse potremmo anche evitare l’istituzione di una commissione d’inchiesta, visto che tutto è già chiaro. Le tue affermazioni sui mafiosi sono davvero ingiustificabili e non trovano fondamento da un punto di vista giuridico, se non nella volontà del Parlamento di fingere di essere duro ma dimostrando in realtà la propria impotenza a governare i fenomeni veramente pericolosi con le leggi di cui si è dotato. Ecco come e dove sorge il regime “emergenziale perenne”. Così facendo stai accettando e giustificando la tortura: tale è tecnicamente il 41 bis. Su questa base, accettiamo pure la pena di morte, almeno siamo coerenti.La guerra contro l’Iraq è stato un errore rispetto al quale l’unica alternativa praticabile era non il nulla pseudopacifista ma l’esilio forzato per Saddam: come (non) si è saputo dalle televisioni, è venuto fuori dal diario di Aznar che Saddam era pronto all’esilio, ma Bush volle a tutti i costi la testa del dittatore. Ma non vedo cosa c’entri con il giudizio in generale sugli USA. E’ come dire che la Spagna è un Paese antidemocratico perché Aznar partecipò alla guerra, anche se Zapatero ritirò, il giorno dopo l’elezione, le truppe dall’Iraq. Insomma, ogni Presidente è diverso dall’altro. Qui stiamo parlando di un sistema fondato sulla libertà e sulla possibilità di scegliere chiaramente i propri governanti, non degli errori dei singoli presidenti.In realtà, la Costituzione parla solo all’art. XII delle disposizioni transitorie di divieto di ricostituzione del partito fascista. A mio modesto parere, l’antifascismo si dovrebbe fondare sul suo contrario, ossia sulla libertà, innanzitutto di espressione, degli individui. Il nostro sistema, che mantiene in vita grazie ad una sola storia (cioè l’immobilismo consociativo dei decenni passati e presenti) il codice Rocco, ovvero il codice fascista, andrebbe rivisto in tante sue parti. Se esiste ancora il reato di “vilipendio alla bandiera dello Stato”(da uno a tre anni di reclusione), vuol dire che il nostro non è uno Stato liberale. Anche perché mi pare che se iniziamo a parlare di totalitarismi c’è qualche altro regime che non andrebbe dimenticato. E’, ancora una volta, la storia a parlare.La frase conclusiva su Castro mi inquieta e lascia intendere, come sempre, la presenza di un certo atteggiamento permissivo nei confronti di una dittatura da parte tua o vostra. Addirittura, ma forse sono io a fraintendere, sembra che in un regime dittatoriale tutto sia concesso. Ma come si fa a dire “apprezzabile o meno”?!

  14. Complimenti un post che non sfigurerebbe sulle colonne dI “Libero” e de “Il Giornale” scritto con una dose di disinformazione che raggiunge in alcuni punti l’apoteosi, quasi una convulsione.L’anticomunismo militante è evidente.”Il presente è di lotta, il futuro è nostro”Ernesto “Che” Guevara

  15. Le foto sui fatti di Genova ti consiglio di utilizzarle come cartoline di auguri per Natale da inviare ai tuoi amici. Non so.. con Topolino potremmo spiegare le torture di Abu Graib.Ricadi nel tuo solito errore. Credi di avere solo tu ragione. Mi chiedi se sono favorevole al 41 bis. Io ti rispondo di si per i mafiosi e tu mi dici che la mia è un’affermazione gravissima.Ti parlo dell’incostituzionalità di certi movimenti schiettamente apologetici nei confronti di fascismo e nazismo, e tu rivolgi le tue accuse, più che a quelli, ai regimi totalitari comunisti. Sappi che la libertà, quel poco che c’è, nel nostro Paese, te l’hanno garantita i Padri Costituenti, tra loro molti comunisti.Scambi concetti affini ma non uguali e ti mostri incoerente nei tuoi giudizi: metti assieme pena di morte e 41 bis, entrambi da rifiutare, ma l’esilio per Saddam ti sarebbe piaciuto come idea.E già! I fascisti non condannarono a morte, nè al 41 bis, Antonio Gramsci. Lo spedirono solo al confino. Furono dolci con lui. Non è vero, camerata Sergio?Falla finita, per piacere.La tua ragionevolezza dura il tempo di due articoli, lo stesso che è bastato a me per rendermi conto che troppe volte pisci fuori dalla tazza.

  16. A parte il solito modo di argomentare fatto di slogan vecchi come il cucco, non ho nulla da rispondere a Rosetta, se non che invece di definirmi anticomunista o antifascista, può semplicemente chiamarmi liberale. Il fascismo antifascista lo lascio ad altri, al modo di dialogare che trasuda da queste pagine. Vedo che argomenti, al di là dei soliti slogan liquidatori, non ce ne sono.Mi complimento comunque, caro compagno Raffaele ( nel senso di compagno alla Stalin, come lo intendete voi), per il tuo stile volgare da veterocomunista e per la tua faziosità. Ogni volta che qualcuno prende una posizione diversa dalle vostre litanie stravecchie, riceve l’appellativo di fascista. Non mi meraviglia.Chiarisco solo per dovere di informazione, perché chi legge merita una risposta.1 Ho parlato di nesso tra la logica del 41 bis (magari lo estendiamo anche per altri reati, se vuoi; davo per scontato che stessimo parlando solo con riferimento ai reati per mafia) e quella della pena di morte in riferimento al superamento di un principio fondamentale di rispetto delle leggi, di Stato di diritto. 2 Diversamente da chi non sa criticare il regime castrista, io non ho problemi a criticare gli USA.3 Il resto delle cazzate scritte riguardo a Gramsci sono semplicemente farneticanti e completamente prive di senso.Per concludere, un consiglio: smettetela di seminare odio, odio classista, intolleranza per l’altro, anzitutto per colui che apparentemente (solo apparentemente ) è tanto diverso da voi. Io continuerò ad occuparmi della libertà vostra di attaccare manifesti critici verso la Chiesa tanto quanto di consentire ad un fascista di dire le sue castronerie, beccandomi da sinistra del traditore e da destra gli sputi, come accadeva negli anni 70 al solito Marco.La differenza è tutta qui: c’è chi odia ed è violento, impotente. E poi c’è chi non sa odiare.

  17. Stalinista sarai te, che ci parli tanto di libertà di opinione, ma se uno non la pensa come te, lo accusi di aver affermato cose gravissime.Che cavolo vuoi? Dobbiamo pensarla come te? Ma chi sei? Aristotele? Ipse dixit?Ora risponderai che non lo fai per te, ma per la libertà dei popoli e per la pace nel mondo, che sei un pacifista e un gandhiano, che non sai odiare. Ne abbiamo piene le orecchie di queste tue sciocchezze.E poi non ho capito un’altra cosa: visto che accusi il comunismo al pari del fascismo, cosa vuoi trovare su questo blog? Sei masochista o cosa?Qui siamo comunisti, e fieri.Per quanto riguarda i manifesti dei pacs o altri critici verso la Chiesa, non è che abbiamo disperato bisogno di aiuto, eh! Noto come della vicenda di Carlo Giuliani ti sia interessato solo quando ho accusato un articolo apparso su radioradicale. Il fazioso poi sarei io, vero?Smettila di gettare la pietra e nascondere la mano.Questi giochetti qui non riescono.Ti saluto, caro.

  18. Gettare la pietra e nascondere la mano(?) è una pratica sconosciuta a quelli che come me usano l’autodenuncia come forma di lotta, intanto.Ho solo espresso una mia opinione: dire che una affermazione è grave non significa esprimere una verità assoluta, ma solo un giudizio personale. Per me è gravissimo dire che uno “non merita” di essere punito con le leggi normali scritte secondo i principi della Costituzione ma “merita” piuttosto la tortura.Tuttavia, io ho espreso un giudizio in maniera civilissima e mi sono visto (ancora una volta) rispondere in quel modo becero e volgare.Sono intervenuto in seguito al tuo commento perché quello metteva insieme altre questioni, non la sola vicenda Giuliani, come invece aveva fatto l’articolo.Non sono masochista, ho soltanto questa strana abitudine a confrontarmi con chi la pensa diversamente da me, lo faccio su tutti i siti locali. So che ti innervosisce la mia nonviolenza (diversa dal pacifismo), visto che citate contemporaneamente e confusamente Gandhi e i 99 posse.La domanda che poni (“Che cavolo vuoi?”), infine, è emblematica della mancanza di predisposizione al dialogo. Se ci sono i commenti mi pare una mia facoltà quella di scrivere ciò che penso. Diversamente, vista la vostra allergia, togliete questa possibilità. Anzi: cancellate solo i commenti miei. Potrebbe essere una buona e coerente soluzione.

  19. I tuoi commenti non li cancella nessuno, hai tutto il diritto di parlare e di dibattere, come fanno tutti gli altri. Dovresti solo renderti conto dei limiti di favore a cui vanno incontro le tue affermazioni in determinati ambienti di discussione.Sono stato contento (e te l’ho comunicato) quando ieri hai posto dei quesiti in merito a quelle questioni, a prescindere dalla scontata divergenza di opinioni in merito, già prevedibile. Non altrettanto lo sono stato oggi, quando mi sono espresso favorevole al 41 bis per i mafiosi, e tu mi hai accusato di affermazioni gravissime. Tutto qui. Non so se all’iniziativa Antimafia che abbiamo organizzato poco tempo fa eri presente e se hai ascoltato le dichiarazioni di Forgione in merito al 41 bis. Se non l’avessi fatto, ti dico che Forgione espresse il suo favore a quella legge, l’unica capace di evitare fughe di notizie (vedi i pizzini, recentemente scoperti, dopo l’arresto di Provenzano), attuabili nei modi più astuti da parte dei detenuti. Nessuna rivalsa su loro. Lo diceva il presidente della Commissione Antimafia. Penso che ci capisca un pò più lui che me o te. Lo stesso Forgione ha espresso recentemente le proprie critiche anche in merito all’atteggiamento statunitense, quando quel governo ha rifiutato di estradare un boss mafioso in Italia per evitargli il carcere duro. GLI U.S.A. RIFIUTANO IL 41 BIS, AMMETTONO PERO’ LA PENA DI MORTE E LE TORTURE A GUANTANAMO. Ti ricordo anche che l’O.N.U. ha valutato come pienamente rispettoso dei diritti dei detenuti il regime 41 bis.Le credi ancora gravissime le mie affermazioni, o solo e semplicemente, quanto legittimamente, diverse dalle tue?Non vedo dove ho fatto confusione tra i 99 posse e Gandhi. Ho solo detto che continui a dirci di essere un gandhiano per difenderti quando qualcuno, io in particolare, ti consiglia, magari con toni non troppo delicati (ma che ci vuoi fare? non ho un temperamento delicato), di indirizzare il discorso nei binari adatti, non quelli della critica fine a se stessa.Il riferimento ai 99 posse era in un testo che ho riportato giorni fa in un altro commento ad un altro articolo addirittura.Nessuna confusione. Conosco bene oramai la tua devozione a Gandhi. I 99 posse se non li vuoi li prendo io, tranquillo. Non ho bisogno di definirmi un gandhiano per non offendermi quando mi chiami antifascista-fascista o stalinista. Queste accuse lasciano da sè il tempo che trovano.Spero che tu voglia riprendere la via di un confronto sereno, vuotato da inutili autocommiserazioni. In caso contrario non so più a cosa appellarmi. Sono pronto a dibattere su ogni questione che mi porrai, favorevole o contrario che io sia. Sarò, invece, fermo nel silenzio quando le domande a tutto saranno volte, tranne che a ricevere una risposta.Pensaci su. Confido nella tua intelligenza e voglia di confrontarti, che, a dire il vero, non ti mancano.Ti saluto

  20. Non ritorno su quello che è accaduto prima, mi limito a compiacermi del fatto che questo post è scritto in modo pacato e non offensivo; dunque urge una risposta. Ripeto che sostenere che un’affermazione è grave, è un punto di vista, non un insulto fine a se stesso. E l’affermazione grave è dire che certa gente “non merita altro”: il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena dovrebbe valere anche per i mafiosi.All’iniziativa con Forgione ero presente, ma non ascoltai le sue affermazioni sul 41 bis. Fermo restando che mi pare un po’ debole l’argomento secondo cui poiché gli USA hanno in vigore la pena di morte, non possono criticare, a me interessa che in Italia non viga la tortura; quando poi affronteremo il probelma della pena di morte, allora criticheremo gli USA. L’estradizione è stata negata proprio perché il 41 bis viola la Convenzione dell’ONU sulla tortura. Allora, è possibile sottoporre al 41 bis (cioè alla restrizione di garanzie normalmente riconosciute per tutti i detenuti in merito ai colloqui, all’oria d’aria, alla censura della corrispondenza) alcuni detenuti. Ora: per poter uscire da questo regime è necessario il pentimento, “la dissociazione a rischio della vita”. In altre parole: o ti dissoci e rischi la vita oppure sei costretto a vivere privato di quelle normali garanzie. Siamo tecnicamente di fronte ad una categoria di atto “mediante il quale sono intenzionalmente inflitti ad una persona dolore o sofferenze forti, fisiche o mentali, al fine segnatamente di ottenre informazioni o confessioni, di punire per un atto che una persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimorirla o di far pressione su di lei o su una terza persona”. Dicesi tortura. Di più: non regge neppure l’argomentazione secondo cui si determinerebbe la rottura di collegamenti tra mafiosi detenuti e mafiosi in libertà, ma potrebbe essere utile mantenere i mafiosi in quelle che sono loro zone di influenza per facilitare il compito dei giudici.Su Gandhi, è vero sono affezionato e l’ho preso in considerazione per sottolineare quella che a mio avviso è, senza provocare, una incoerenza del PrC. Non mi sembra che i 99 posse, che sono un punto di riferimento culturale, possano conciliarsi con la nonviolenza gandhiana. Tutto qui.Lealmente. Ti saluto.Spero che gli altri compagni vorranno intervenire mantenendo questo putile atteggiamento.Sergio Tatarano

  21. GENOVA (Reuters) – Sono stati condannati complessivamente a 102 anni e 10 mesi di reclusione 24 dei 25 no global imputati per devastazione e saccheggio durante le manifestazioni del G8 nel luglio 2001 a Genova. Una sola imputata, Nadia Sanna, è stata assolta per non aver commesso il fatto.A ottobre, i pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani avevano chiesto pene detentive per un totale di 225 anni per i 25, accusati di essere responsabili delle violenze e devastazioni per le strade del capoluogo ligure nei giorni del G8.La condanna più pesante, di 11 anni, è stata data a Marina Cugnaschi, 41 anni di Lecco, ritenuta appartenente ai black block. Per lei i pm avevano chiesto 16 anni di reclusione, la pena più alta.Massimiliano Monaio, considerato il responsabile del lancio di una trave verso una camionetta dei carabinieri, è stato condannato a cinque anni.La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio.E LE GUARDIE DOVE SONO? ANCHE LORO VERRANNO CONDANNATE?OPPURE STIAMO ATTENDENDO CHE I LORO REATI VENGANO PRESCRITTI?PER I MANIFESTANTI E’ STATO RISPOLVERATO IL REATO DI “DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO” CHE NON PUò CADERE IN PRESCRIZIONE.PER LE FORZE DELL’ORDINE SI ATTENDERA’ SOLO QUALCHE ALTRO ANNO. GIUSTO IL TEMPO DI RENDERE IMPUNIBILI LE LORO VIOLENZE E DI PROMUOVERE QUALCHE ALTRO “EROE” DI GENOVA A PIU’ ALTI INCARICHI (VEDI DE GENNARO).W LA GIUSTIZIA ITALIANA.

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