I leader dei quattro partiti di sinistra concordano le tappe verso l’unità: manifestazione contro il nucleare il dieci novembre, assemblea comune l’otto e il nove dicembre, primarie sul programma, gruppi parlamentari unici. Sarà federazione, incerto lo sbocco nel partito unico 1a5cc66f748c10324d6689a069292a58.jpg

La sinistra fissa i primi, formali passi verso l’unità. Che tipo di alleanza sarà non è ancora del tutto chiaro, e i protagonisti del processo sembrano prepararsi a stabilirlo davanti al tavolo comune. L’ipotesi della federazione, in ogni caso, prende sempre più quota.
C’è stato un vertice tra Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Alfonso Pecoraro Scanio e Fabio Mussi, rispettivamente leader di Rifondazione comunista, Pdci, Verdi e Sinistra democratica. Nell’ufficio di Mussi è stato messo nero su bianco e ufficializzato il percorso verso l’unificazione, che con ogni probabilità ha subito due energici imprimatur dalla nascita del Partito democratico e dalla possibilità, concreta, che si vada al voto anticipato. Ci saranno, nelle intenzioni dei quattro leader, cinque tappe.

Si inizierà il dieci novembre prossimo, con una manifestazione comune, nella romana piazza Farnese, per celebrare i venti anni dall’abolizione del nucleare, avvenuto con lo strumento del referendum abrogativo. L’idea è stata dei Verdi e sarà anche l’occasione per superare le divisioni che si sono consumate il 20 ottobre scorso, quando Rifondazione e Pdci scesero in piazza contro il precariato, mentre Verdi e Sd scelsero di non mobilitarsi.
Il vero e proprio punto di snodo sarà nella due giorni dell’otto e del nove dicembre prossimi, date scelte per una grande assemblea unitaria. La chiamano “assemblea della sinistra e degli ecologisti”, in concreto, ha spiegato il coordinatore nazionale di Sinistra democratica Fabio Mussi, si articolerà così: la prima giornata dedicata a un “workshop”, aperto ai contributi di tutti gli interessati, la seconda sarà quella dove si approverà il programma, che poi sarà sottoposto a consultazione popolare. Ma, ha tenuto a precisare Diliberto, “saranno primarie sulle idee e non sulle persone, al contrario di quanto ha fatto il Pd”. Quanto alla forma del nuovo soggetto, Giordano è stato cauto: “Stiamo costruendo un soggetto unitario e plurale, al quale partecipano le forze politiche ma che sarà aperto anche alle altre realtà di sinistra”. Più esplicito Pecoraro: “Tutti abbiamo convenuto che la federazione aperta è un nostro obiettivo comune, siamo tutti d’accordo sull’arrivare ad un patto federativo”. Lontana l’ipotesi, già lanciata da Giordano, di un tesseramento unico.

Sullo sfondo dell’assemblea unitaria, i quattro leader si occuperanno della costituzione dei gruppi parlamentari unici alla Camera e al Senato (dovrebbe essere il primo atto ad essere formalizzato) e della costituzione di un coordinamento nazionale, fatto di “personalità” che dovranno gestire tutta la fase di transizione. Pecoraro Scanio ha voluto fare un appello ai giornalisti: “Non chiamatela Cosa rossa”, e ha ammesso, tra le righe, il ruolo che ha avuto nella decisione l’instabilità cronica del governo Prodi: “Questo ci rende anche più pronti a competere in eventuali elezioni politiche”. Rimane l’interrogativo se la costituenda federazione sia un passaggio intermedio verso la costituzione di un partito unico, o se invece sia ferma la volontà di tenere in vita le formazioni esistenti. E’ proprio sulle prospettive che si scorgono sfumature tra i quattro leader. Mussi, finora molto cauto insieme a Sinistra democratica, dice di pensare a un “partito unico”, Giordano preme per un simbolo comune e nuovo che serva per le prossime scadenze elettorali (Ma Diliberto aveva detto di non voler rinunciare alla falce e martello) ma fa capire che lo scioglimento di Rifondazione non è all’ordine del giorno, dal momento che ha fissato il suo congresso nel marzo 2008. Pecoraro, nel dubbio, sembra preferire il modello federativo a quello del varo di un processo costituente verso un’unica formazione politica. L’incertezza contribuisce a mantenere vive le soluzioni di cui si è vociferato nelle scorse settimane: o l’investitura di Nichi Vendola, attuale governatore della Puglia, o il ritorno in campo di Fausto Bertinotti (in caso di elezioni anticipate e di fine del suo mandato di presidente della Camera). Prima di tutto, però, dovrà essere concordata una linea comune sulla legge elettorale e le riforme istituzionali, prossimi temi su cui maggioranza e opposizione si confronteranno in Parlamento.

 Andrea Scarchilli ,  24 ottobre 2007

LO SCATTO UNITARIOultima modifica: 2007-10-24T22:15:00+02:00da casadelpopoloff
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One Thought on “LO SCATTO UNITARIO

  1. Bene! il primo passo sembra essere fatto. Da comunista credo che Giordano voglia “LA SINISTRA” come nome della federazione perche’ è la cosa piu’ comunista che esista: una organizzazione larga per dare forza politica alla sinistra marxista e socialista, a quei movimenti antagonisti, al popolo dei lavoratori, ai diritti civili, ai movimenti della pace e agli ambientalisti. Di una nuova, grande formazione della Sinistra ha bisogno questo Paese.

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