6e84ed7d6891a8973cefa2bbd95b22da.jpg224 anni di carcere ai 25 manifestanti sotto processo. Questa la dura richiesta dell’accusa, che ripropone il reato di «saccheggio e devastazione» per i fatti del luglio 2001.
Dopo il silenzio, la beffa.
Sono passati più di sei anni da quei tragici giorni in cui, in una Genova blindata per il vertice del G8, fu scritta una delle pagine più vergognose della nostra Repubblica.
Genova è stata una doppia sconfitta per lo Stato: una sconfitta perché oggi nei verbali dei processi per quei tragici fatti gran parte dei nomi degli accusati fa riferimento a membri e capi di quelle forze dell´ordine (e che ordine!) che in quei giorni avevano il compito di assicurare che tutto procedesse senza problemi e che invece si sono ritrovati ad essere autori di sgomberi coatti, violenze, pestaggi e ogni sorta di atti a cui invece avrebbero, proprio loro, dovuto far fronte; ma la sconfitta è stata doppia, perché uno Stato che a quel punto avrebbe dovuto avere tutto l´interesse a mantenere una sua minima dignità, cercando di chiarire la verità su quegli episodi attraverso un´apposita Commissione d´inchiesta e di assicurare alla Giustizia i colpevoli di quelle violenze, ancora oggi non ci è riuscito e ben pochi passi in avanti in questa direzione si è sforzato di fare.
Abbiamo assistito ad accuse e difese, a dichiarazioni di legittimità delle proprie azioni da parte delle forze dell´ordine col beneplacito dei loro capi (in primo luogo De Gennaro) e a eclatanti smentite, come quella dell´allora vicequestore aggiunto del Primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier, ora uno dei 28 poliziotti imputati per l´irruzione nella scuola Diaz, che nello scorso Giugno confessò al P.M. in aula che la Diaz quella sera si presentava ai suoi occhi come una “macelleria messicana” a causa del sangue e delle ossa rotte dei manifestanti, gettati a terra e privi di forze dopo essere stati massacrati dai poliziotti. Secondo le sue stesse dichiarazioni, Fournier non avrebbe avuto il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per puro spirito di appartenenza.
Forse lo stesso “senso del dovere” fu anche il motivo che spinse un altro poliziotto ad introdurre, sempre all´interno della Diaz e come prova a carico dei 93 no global, poi arrestati, due bottiglie molotov che per ben due anni si ritennero di fabbricazione dei manifestanti, considerati componenti di un´organizzazione internazionale finalizzata alla devastazione e al saccheggio (la stessa accusa di oggi, appunto).
Infine, come non ricordare quello che avvenne in Piazza Alimonda? Già! Perché a Genova ci scappò anche il morto. Come dimenticare Carlo Giuliani, sulla cui morte ancora non è stata fatta luce? Come accettare quel proiettile sparato ad altezza d´uomo e, ancor di più, come spiegare quel sasso insanguinato trovato accanto alla sua testa in diverse posizioni nelle varie foto scattate in altrettanti momenti di quella triste giornata?
Qualcuno ci dovrà poi spiegare come possa un garante dell´ordine, una persona che dovrebbe essere l´emblema della sicurezza di uno Stato (che è anche il nostro) arrivare ad affermare in un contatto con la centrale queste parole: “Speriamo che muoiano tutti, 1-0 per noi” con evidente riferimento alla scomparsa di Carlo.
Potremmo continuare sino all´infinito nell´elenco dell´orrore, nel lungo e vergognoso elenco dei fatti di cui non si vuol più parlare e di cui, in fondo, non si è mai parlato abbastanza.
Ma che dico? Ogni tanto di quei fatti si continua pure a parlare. Ad esempio oggi: devastazione e saccheggio. Insomma i barbari in quei giorni sono stati i manifestanti. Forse, semplicemente, perché neppure i barbari sarebbero stati capaci di simulare il comportamento delle forze dell´ordine.
Ma tutto questo non è una novità in un Paese come il nostro in cui tanti processi sono ancora senza verità, in un Paese in cui non molti anni fa si saltava in aria nelle piazze e in cui i familiari di coloro che sfortunatamente si trovavano lì e che per sempre ci sarebbero rimasti, ancora oggi hanno (oltre ad un non tanto sottile sospetto nei confronti di alcuni “pezzi” di Stato) una sola certezza: un figlio (forse anche due) in meno. Ora anche la madre e il padre di Carlo hanno questa certezza. Con loro, però, ci siamo anche noi. E insieme a loro anche noi gridiamo e chiediamo una sola cosa capace di rompere il silenzio e l´omertà:
Verità per Carlo
Verità su Genova

Raffaele Emiliano

Genova 2001: LA BEFFAultima modifica: 2007-10-24T15:47:23+02:00da casadelpopoloff
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4 Thoughts on “Genova 2001: LA BEFFA

  1. con gli occhi rossi di rabbia, con gli occhi rossi per il fumo dei lacrimogeni, con gli occhi rossi per il pianto, una di quelle giornate che ti cambiano la vita.Le vittime che diventano carnefici. E oggi il timore che carlo sia morto per niente.

  2. Il via libera della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati all’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sui tragici avvenimenti accaduti durante il G8 a Genova nel luglio 2001 è un atto dovuto alla democrazia. Sarà l’occasione per restituire fiducia ai cittadini e dignità alle forze dell’ordine. Poliziotti indagati per falsa testimonianza, torture, pestaggi, falsificazione di prove. Tutto questo, oltre alla morte di Carlo Giuliani, è accaduto a Genova durante il G8, è evidente che in quei giorni c’è stata una sospensione dei diritti democratici ed è altrettanto evidente la necessità di ripristinare la verità. Di fronte a tali e gravi episodi mi chiedo cosa abbia da temere chi oggi critica la scelta di istituire una commissione di inchiesta. Questa non sarà una sede processuale, ma sarà un luogo dove ripristinare la verità attraverso l’accertamento delle responsabilità. L’ostruzionismo della destra, sostenuto anche da Di Pietro e l’Udeur, non aiuta a restituire al paese quella credibilità così gravemente compromessa durante quei giorni.

  3. Perché tutti i compagni processati a Genova siano liberi, perché la storia del potere non sia un ostacolo alla corsa di tutti, quelli che c’erano e quelli che verranno, verso la libertà. Con Carlo nel cuore.grazie raffaele.

  4. Dichiarazione di Michele De Palma, responsabile movimenti Prc/segreteria nazionale e di Italo Di Sabato, responsabile osservatorio repressioni Prc. G8/PRC: SUBITO COMMISSIONE D’INCHIESTA SULLE VIOLENZE DI GENOVA “La richiesta della procura di Genova di 225 anni di carcere per 25 manifestanti è inquietante: non si capisce come sia possibile chiedere pene così severe per gli imputati.A Genova, come testimoniano i tanti drammatici filmati su quei giorni, ci furono scontri violentissimi, le forze di polizia ferirono centinaia di manifestanti, giungendo ad uccidere Carlo Giuliani. Ed è in questo clima che maturarono gli scontri che videro coinvolti anche quei ragazzi per i quali oggi si chiedono pene così esemplari. Mentre i processi per le violenze poliziesche si avviano inesorabilmente verso la prescrizione. Continuiamo con forze a chiedere che venga subito istituita la commissione d’inchiesta sulle violenze di Genova”.

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