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carlo Giuliani aveva 23 anni, quando fu ucciso. Ricordiamo Il Giornale, che uscì in questi anni con le foto del ragazzo esile, il rotolo di adesivo all’avambraccio, in mezzo alle strade martoriate dagli scontri. Cercando quasi una giustificazione alla ‘punizione’. Ricordiamo il veleno lanciato dalle colonne del Corriere della Sera, a firma Ostellino. La memoria va anche alle parole ingiuriose e fasciste di Alleanza nazionale e i toni e le azioni di Gianfranco Fini, prima che il clima politico del dramma italiano non portasse l’attuale presidente della Camera a vestire i panni dell’uomo fedele alle Istituzioni, a un riformismo moderato e costituzionale. Eppure c’era lui a Genova, in quelle ore, a dare conforto alle operazioni di carabinieri, polizia, guardia di finanza, reparti speciali della polizia penitenziaria, reparti speciali della polizia, carabinieri arrivati dalle recenti missioni all’estero (il Tuscania) che sbarcavano a Genova come in una cittadina balcanica divorata dall’odio etnico o nella solitudine della tragedia somala.

Eravamo chiusi nelle gabbie, dietro le reti alte di metallo e assediati da ostacoli di cemento. Zona rossa, zona gialla… E ricordiamo anche quando il sabato maledetto, 20 di luglio, l’opposizione riformista decise di invitare a non andare a Genova, la solitudine dei manifestanti, il sindacato assente, unico vessillo a confortare quello della Fiom. In molti, dopo, chiesero scusa. Ricordiamo le visite, dopo, di Luciano Violante, Piero Fassino, Sergio Cofferati. Dopo.
E poi ancora le commissioni di inchiesta scritte nei programmi del centrosinistra e sabotate dal centrosinistra stesso, con Heidi Giuliani in Senato a chiedere giustizia, vittima dei soliti giochi di Palazzo.

E’ stato scritto molto, fiumi di parole, analisi e retroscena. Non si scriverà mai abbastanza di quei giorni che furono uno dei momenti più dolorosi degli ultimi anni, quando una alternativa sembrava essere alla portata di mano nel mondo e i ‘Grandi‘ rispondevano – e continuano a rispondere – con repressione, arresti, celle ad hoc, militarizzazione.

Per questo non ci stanchiamo di dire che manca un nome, un colpevole certificato per via legale, nell’omicidio di un ragazzo di 23 anni. La verità storica e quella giudiziaria non sono sovrapponibili, lo sappiamo, ma l’oggettivare sul piano delle garanzie istituzionali un fatto storico è la base per una convivenza pacifica. Resta negli occhi quel grande murales disegnato a Milano con la faccia di Carlo e la scritta grande, enorme: ‘No justice no peace‘. L’hanno fatto cancellare, le istituzioni. Imbrattava.

Nove anni dopo ci permettiamo di ricordare che non sappiamo – nove anni dopo – dove sia finita la cultura dell’ordine pubblico, che cosa si insegni ai giovani sotto le divise, non sappiamo perché non vi siano ancora numeri identificativi sui caschi di chi esercita l’ordine pubblico per le strade, non sappiamo perché il Parlamento si ostini a non riconoscere il reato di tortura nel nostro, fascista, codice penale. Che ha avuto solo tentativi di attualizzazione, mai una vera riforma.

Ecco perché anche questo 20 luglio siamo a Genova. Perché al di là del denunciare, dello scrivere e analizzare attraverso le parole, crediamo ancora nella fisicità della presenza, del corpo, degli sguardi e delle mani che stringono mani e che abbracciano chi ha sofferto. Con la consapevolezza che fino a quando non sarà stata scritta, anche su Genova, una parola chiara e condivisa, pur nel rispetto dei diversi punti di vista, non ci si potrà mai davvero riconciliare.

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Genova G8, 20 luglio 2001. La repressione, l’omicidio di un ragazzo, la tortura sistematicaultima modifica: 2010-07-20T09:49:50+02:00da casadelpopoloff
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11 Thoughts on “Genova G8, 20 luglio 2001. La repressione, l’omicidio di un ragazzo, la tortura sistematica

  1. Quando si sente parlare di privatizzare l’acqua, sembra quasi una di quelle vecchie battute che si faceva per scherzare anni fa …. “vedrai che avanti di questo passo, arriveranno a farci pagare anche l’aria che respiriamo”….mentre invece…quando si dice che la realtà supera la fantasia….e questa non è, “come spesso si vuol far credere” una delle solite iniziative bislacche di un nostro governo nel tentativo disperato d’acchiappare altri $oldi a i sempre più poveri cittadini…..queste purtroppo, sono direttive mondiali che arrivano dall’alto e vengono imposte a i governi di tutte le nazioni del pianeta…. E’ QUESTA LA COSA VERAMENTE PREOCCUPANTE!!Io non so esattamente che cosa abbiano in mente questi “malati di mente” veri e propri e sanguisughe fanatici della globalizzazione mondiale…. Però a pelle, la sensazione è sempre più quella che, stiano cercando, a furia di tirar la corda da tutti i lati…. di scatenare delle vere e proprie GUERRE CIVILI!!Non vedo altre spiegazioni plausibili!

  2. Duisburg, tragedia e morte alla Love Parade Al momento sono 15 i morti e oltre cento i feriti molti dei quali in gravi condizioniOltre un milione e mezzo di persone si erano date appuntamento per quella che avrebbe dovuto essere una specie di rave, una giornata di festa, con balli e musica a tutto volume.La manifestazione, promossa da un a comunita’ omosessuale la cui prima edizione si era tenuta nel 1989 a Berlino con lo scopo di denunciare le discriminazioni nei confronti dei gay, era aperta a tutti.Anche quest’anno, come ogni anno, migliaia di giovani avevano risposto all’appello, pero’ questa volta la festa si e’ trasformata in un inferno. La calca probabilmente da imputare ad un tentativo delle forze dell’ordine di limitare, per motivi di sicurezza, l’accesso a migliaia di persone ha avuto un effetto moltiplicatore e cosi’ si sono trovati migliaia di giovani di fronte ad altre migliaia che provenivano dalla opposta direzione. L’effetto risultante e’ stato devastante e almeno quindici giovani sono stati stritolati dalla folla.L’evento era stato organizzato in un complesso industriale dismesso negli anni ‘80, una ex acciaieria trasformata in parco pubblico dove ha avuto luogo la Love Parade per il quale erano stati mobilitati oltre 1.200 poliziotti. La tragedia sarebbe avvenuta all’ingresso principale dove si trova una vera e propria strozzatura, una sorta di collo di bottiglia attraverso il quale si sono improvvisamente riversate migliaia di persone. Il panico ha fatto il resto.

  3. E’ finito Berlusconi? 14 anni di potere fine a se stesso o al massimo come strumento di arricchimento personale e della cricca. Punto e basta. E’ una domanda che si comincia a fare (di nuovo). Bisogna stare attenti: la morte politica di Berlusconi e’ stata annunciata piu’ volte negli ultimi sedici anni e si e’ risultata prematura. Mi ricordo nel 1996, alcuni esponenti mi dissero che Berlusconi era finito e che quindi non era necessaria una legge sul conflitto di interessi – un problema astratto che non interessava gli italiani. Ero convinto allora che Berlusconi era tutt’altro che morto. In parte perche una parte importante del potere di Berlusconi e’ strutturale: un uomo con le tre televisioni private piu’ grandi a sua disposizione e tutte le risorse economiche ed una determinazione a condizionare la vita politica del paese e’ comunque una grande forza con cui si dovra’ fare i conti. Questa condizione strutturale rimane piu’ o meno immutata.Ma si potrebbe forse dire che e’, in qualche modo, finito il berlusconismo, o almeno un certo tipo di berlusconismo, cioe’ il berlusconismo come modello ideale capace di fare sognare la gente. Quando Berlusconi ha cominciato c’era nel suo elettorato un vero entusiasmo tra i suoi elettori, un convincimento (contro tutta l’evidenza dei fatti, a mio avviso, ma non per questo meno genuino) che Berlusconi era l’uomo dei miracoli, capace di fare dell’Italia quello che ha fatto alla sua azienda e di fare degli italiani quello che ha fatto agli azionisti della Mediaset. C’era anche il convincimento che la ricchezza personale di Berlusconi fosse un fatto positivo: troppo ricco per farsi corrompere, piu’ pratico, piu’ in gamba e piu’ a contatto con i bisogni della gente dei politici tradizionali. Credo che questo mito sia tramontato. Ormai gli scandali degli ultimi due anni hanno reso fin troppo evidente che Berlusconi s’interessa quasi esclusivemente degli interessi suoi a scapito del bene pubblico; che s’interessa poco dei problemi del paese; e che Berlusconi invece di porre fine alla corruzione e il clientelismo che hanno caratterizzato la Prima Repubblica li ha continuati e forse peggiorati. Tutto cio’, non significa che questi elettori non voteranno piu’ per il centro-destra o per Berlusconi, ma lo faranno senza grandi illusioni e con stanchezza, per ragioni di tornaconto personale (almeno Berlusconi non mi manda la Guardia di Finanza) o per disaffezione verso la sinistra.Anzi, negli scandali della Protezione Civile e della cosidetta P3, il Berlusconismo ha rivelato la sua vera natura: l’insofferenza verso le regole (i lacci e lacciuoli); il concentramento di potere decisionale nelle mani di poche persone (senza controlli istituzionali) portano inevitabilmente all’abuso di potere, alle cricche e ai comitati di affari. Lo spirito del Berlusconismo – l’esaltazione del successo personale sganciata da qualsiasi scala di valori e ideali – si e’ rivelato completamente vuoto. I partiti della prima Repubblica – dalla DC al PCI – avevano mille difetti ma avevano anche degli ideali, una visione di una societa’ migliore. Quello che vediamo nelle intercettazioni telefoniche tra i vari Cosentino e Dell’Utri e soci e’ il potere fine a se stesso o al massimo come strumento di arricchimento personale e della cricca. Punto e basta.Ma siccome il potere di Berlusconi e’ anche strutturale: deriva in parte del suo potere mediatico e il sistema clientelare che ha nutrito ha radici profonde nel paese, non e’ finito come protagonista della scena politica. Può anche darsi che Berlusconi decida ad un certo punto di farsi da parte (per il momento). Non sarebbe poi un’idea cosi’ sciocca: sa che i problemi economici dell’Italia sono tutt’altro che risolti e che il suo governo rischia di presiedere su un altro cinquennio di stagnazione economica. Il vero segreto nero del Berlusconismo – di cui ha veramente vergogna – e’ una quasi totale incapacita’ in campo economico – che doveva essere il suo punto forte. Il governo Berlusconi dal 2001 al 2006 ha segnato quasi un record negativo per l’Italia in tempi di pace: cinque anni di seguito di quasi crescita zero, l’ultimo in Europa. Due governi di cinque anni con lo stesso record costituirebbe il giudizio definitivo della storia: fallimento totale. Forse Berlusconi preferirebbe passare la responsabilita’ a qualcun altro per poi passare all’attacco sui problemi dell’economia (se ci fossi io al governo!). Ma metterebbe a rischio la sua legge sulle intercettazioni telefoniche e i suoi processi.

  4. La primogenita del premier ha comprato casa in città. Per nove milioni e 300mila euro —— E voi continuate a votare il padre che deve continuare a fare gli affari per mantenere la famiglia.Se non era al governo a quest’ ora era già in galera.si è aggiudicata 540 metri quadrati di attico e superattico, più un piccolo appartamento al primo piano di un palazzo d’epoca della Milano bene. Per adattarlo alle esigenze di Barbara, l’edificio è stato completamente rifatto: è stato aggiunto un piano intero, il quinto, e sopra di questo costruite due serre, mentre il piano interrrato è diventato un enorme garage raggiungibile con un monta-auto.————— E voi continuate a votare il padre che deve continuare a fare gli affari per mantenere la famiglia.Se non era al governo a quest’ ora era già in galera.

  5. LA PAURA CHE SPATUZZA PARLI! L’intervista dell’Espresso al pentito Spatuzza non e’ stata autorizzata dal Viminale che ha avviato accertamenti su come sia stata ottenuta. La direzione del settimanale tuttavia precisa: la lettera di Gaspare Spatuzza pubblicata sul numero in edicola dell’Espresso e’ stata autorizzata dalla magistratura. Il ministero dell’Interno aveva annunciato un ‘accurato e completo accertamento’ sull’articolo a cura del giornalista Lirio Abbate per verificare se vi siano state violazioni della legge.

  6. Genova: nascondeva 65 dosi di eroina nelle scarpe: arrestatoio conosco un tipo che mette le scarpe con il tacco.non sarebbe il caso di controllarlo?

  7. Berlusconi probabilmente non è del tutto sicuro dell’esito delle elezioni anticipate che pure minacciaLa crisi politica interna alla maggioranza non si traduce ancora in crisi di governo, né è facile prevedere se ciò accadrà alla riapertura del Parlamento a settembre. Finora infatti la partita si gioca prevalentemente all’interno delle oligarchie al potere: il sistema politico di centro destra ma anche gruppi di potere finanziario e industriale, i quali sembrano preferire la continuità del governo Berlusconi-Bossi-Fini che finora è stato totalmente allineato alle posizioni e alle richieste del padronato, da Marchionne in giù. Lo stesso Berlusconi probabilmente non è del tutto sicuro dell’esito delle elezioni anticipate che pure minaccia, particolarmente con riferimento al voto per il Senato.Molti, anche a sinistra, ritengono che in caso di crisi di governo sarebbe preferibile, rispetto alle elezioni anticipate, un governo variamente definito come tecnico o di transizione. Temono il rischio, altrimenti, di una nuova vittoria di Berlusconi. La preoccupazione non è priva di fondamento, ma la ricetta è sbagliata.L’Italia non ha bisogno di indefinite transizioni, nelle quali inevitabilmente un peso dominante assumerebbero le tecnocrazie ansiose di continuare, e non certo di modificare e tantomeno invertire, le politiche economiche e sociali di Berlusconi e Tremonti.La ricetta giusta è un’altra e richiede in primo luogo una capacità di mobilitazione unitaria da parte delle opposizioni. E’ positivo che il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, abbia per la prima volta indicato la volontà del suo partito di riunire le opposizioni per costruire, in caso di elezioni, un’alleanza di alternativa a Berlusconi e Bossi. La Federazione della sinistra ha assunto un’analoga posizione da qualche tempo e ribadisce la sua disponibilità a fare la propria parte.Ma se si vuole evitare che la partita continui ad essere giocata solo all’interno delle oligarchie di potere, occorre che l’unità dell’opposizione si manifesti da subito, sin da settembre, in una mobilitazione unitaria che indichi la comune volontà di contrastare le politiche del governo sul piano sociale, sul piano della difesa della costituzione democratica, sul piano dell’etica pubblica e della questione morale. Su questi tre grandi temi una mobilitazione unitaria delle forze di opposizione consentirebbe, da un lato, di rendere evidenti le ragioni vere per le quali è giusto che questo governo vada a casa, dall’altro, sarebbe la premessa per rendere chiare le motivazioni di un’ alleanza democratica alternativa al governo delle destre, pronta ad affrontare le elezioni politiche unendo quella maggioranza di italiane e di italiani che non vuole che Berlusconi, Bossi e Fini continuino a governare colpendo i fondamenti della nostra democrazia, i diritti sociali e del lavoro.

  8. Se uno è stronzo, nun je poi di che è stupidino, je devi di che è stronzo.“A questo stronzo di Berlusconi gli facciamo un culo così. Gli diamo sei anni e poi lo voglio veder fare il Presidente del Consiglio“.° ° ° Questa frase mai smentita – sarebbe stata pronunciata da Nicoletta Gandus.Vale a dire dal giudice che dovrebbe decidere sull´innocenza – o sulla colpevolezza – di Berlusconi, nell´ambito del processo Mills.

  9. SÌ E’ APERTO IL MERCATO DELLE VACCHE.Il “NANO PUZZOLENTE” dopo avere sbagliato i conti con la cacciata di una quarantina di finiani dal “CENTRO D’IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE DI PALAZZO GRAZIOLI” e avere deciso di giocarsi il tutto per tutto, con le elezioni anticipate, al grido “O VITTORIA, O MORTE”. Ed avere anticipato la quasi ormai tradizionale campagna d’autunno “C’È MERDA PER TUTTI” (Vedi caso Boffo dello scorso autunno) per linciare mediaticamente il “COMPARIELLO GIANFRANCO” reo di non averlo adorato abbastanza.Ma venti giorni attacchi al vetriolo al “COMPAGNO FINI”, non hanno sortito gli effetti sperati, Gianfranco non molla la poltrona e le pecorelle smarrite, sembra non vogliano rientrare nella “PORCILAIA DELLA LIBERÀ” e così anche le più granitiche certezze del “NANO PUZZOLENTE” iniziano a vacillare, “IL VOTO SUBITO NON È PIÙ SICURO”, giacché nonno Napolitano sembra intenzionato ad usare tutte le prerogative che la costituzione gli attribuisce, e poi al senato si profilano maggioranze risicate con lo spettro di un governo imbalsamato come “L’ULTIMO DI ROMANO PRODI”.Per cui il “NANO PUZZOLENTE” ha deciso di giocarsi un’ultima carta, “LANCIARE UN OFFERTA PUBBLICA D’ACQUISTO, PER COMPRARE IL VOTO DEI FINIANI ANCORA INDECISI”, ordinando “AI SUOI ASCARI” più fedeli di distribuire cariche, onorificenze e prebende varie, prendendoli uno per uno e riportateli all’ovile, costi quel che costi, basta avere i voti a sufficienza per continuare a tirare a campare, approvare leggi ad personam ed a casta, “TUTTO FA BRODO”.Sapranno i “COMPARIELLI DI FINI” resistere al richiamo delle sirene di “SILVIO MAGNO”, o come al solito interverrà il “SOCCORSO ROSSO” dei barboncini da salotto del Partito Democratico, che pur di non andare a votare verrebbero a patti anche con Belzebù, per non perdere il loro posto al sole nei salotti romani.ROBA DA MERCATO BESTIAME.

  10. E COSI’ I NOSTRI PARLAMENTARI CONTINUANO A FREGARCI I SOLDICon un blitz notturno in Commissione affari costituzionali del Senato, in perfetto stile partitocratico, la Lega Nord , con la complicità del PDL, si è regalata il condono alle migliaia di multe che deve pagare per i manifesti abusivi che hanno devastato le città del Nord.Anzi, il condono sarà valido sino al 31 maggio 2010, in pratica una licenza a delinquere per tutte le prossime elezioni regionali.Come sul finanziamento pubblico, dove la Lega e’ in prima fila tra i partiti che si spartiscono i 300 milioni di euro l’anno della truffa dei rimborsi elettorali, incassando oltre 40 milioni di euro pur avendone spesi poco più di 3 milioni, il partito di Bossi conferma la sua leadership tra i ladri di legalità e di denaro pubblico.I manifesti abusivi non sono solo un gesto di inciviltà, sono un crimine, un danno alla democrazia e ai diritti dei cittadini di conoscere le diverse proposte politiche.Il condono è un atto criminogeno, che reca danni enormi alle casse dei Comuni, i quali già hanno messo in bilancio le sanzioni dopo aver comunque speso milioni di euro per la defissione dei manifesti.Complice della Lega è, al solito, il Ministro Tremonti che rispondendo ad una interrogazione parlamentare di Rita Bernardini ammette di non essere nemmeno in grado di quantificare l’ammontare delle minori entrate.

  11. Il GREGGE ovvero LA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CITTADINI ITALIANI é composto da tanti Dolly.Esiste il Dolly di centrosinistra oppure il Dolly di centrodestra. Entrambi replicano qualsiasi cosa venga loro detto.Non importa cosa venga detto o proposto, l’importante é replicare.Così, ad esempio, se il pastore di centrodestra dice qualcosa i Dolly di centro sinistra diranno che é sbagliato; nella stessa maniera se il pastore di centrosinistra dice qualcosa i Dolly di centrodestra diranno che é sbagliato.Non importa l’argomento, eh!L’importante é replicare!Una piccola parte della popolazione, fortunatamente, non replica. Si tratta di una minoranza, ma é molto importante che ci sia.

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