di Alessandro Gilioli 

Sabato sono sceso alla manifestazione della Fiom.
Non erano molti, no. I centomila di cui hanno generosamente parlano i giornali? Mah, lasciamo perdere, conosco abbastanza quella piazza per sapere quando sono centomila.
C’erano una decina di partiti comunisti e non scherzo: da Sinistra critica a quelli del Pcml. Alcuni vendevano fogli di cui ignoravo l’esistenza. Poi sono arrivati gli sbandieratori dell’Italia dei Valori: una ventina. Quindi quelli di Azione Civile, forse una decina di più, anche loro molto imbandierati: il simbolo è uguale identico a quello che si è presentato alle elezioni, solo non c’è più la rivoluzione.
Ho incontrato un po’ di amici: Maso Notarianni, Antonio Caprari, Antonello Impagliazzo del M5S.
Al chiosco, quello dietro la statua di san Francesco, il barista Giovanni aveva messo panino e birra a cinque euro: a poco a poco in molti si sono spostati lì, verso l’ora di pranzo. Erano in piedi dall’alba, stanchi. E avevano troppi vestiti addosso, quando è uscito il sole.
Ed è lì, al chiosco, che si si sono viste davvero le facce, che sono venute fuori davvero le storie. Niente che non sappiamo, s’intende: licenziamenti, casse integrazioni, affitti che si mangiano metà stipendio, figli straprecari, mogli che vanno a fare le pulizie in nero, il terrore vero che arrivi qualche imprevisto, perché già non ce la fai se non arriva. Gente di quaranta o cinquant’anni che sembrava vecchissima. Gente seduta sulla panchina con il volto tra le mani.
«Erano incazzati?», mi ha chiesto stamattina un collega. Magari, ho risposto io. Magari fossero ancora incazzati.
Quando sei disperato, così disperato, non hai più la forza per incazzarti.
Resta solo un muto crepacuore, sotto il sole, sulla panchina, davanti alla birra e al panino lasciato a metà.

“MAGARI FOSSERO INCAZZATE/I”ultima modifica: 2013-05-21T11:17:26+02:00da casadelpopoloff
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