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IL G8 A L’AQUILA TRA ECCEZIONALITA’, DEMOCRAZIA E PROFANAZIONE

di: Francesco Caruso

Il rilancio dello stato d’eccezione: il g8

Il prossimo G8 si terrà a L’Aquila e per chi è cresciuto sulle barricate di Genova non può resistere al “richiamo della foresta”.
La profonda crisi del sistema neoliberista, il crollo delle sue fragili impalcature impiantate nei flussi della finanziarizzazione, mostrano la ragionevolezza delle denunce e delle istanze ormai decennali del movimento dei movimenti.
La scelta di L’Aquila per il vertice G8 nasce proprio con l’ignobile intento di utilizzare il dramma dei terremotati come fonte di rilegittimazione di quel rito cerimoniale di ostentazione del potere globale, all’interno dello spazio “pieno” dello stato di eccezione in vigore nel contesto aquilano.
L’obiettivo fin troppo evidente è occultare la crisi e l’insostenibilità dei paradigmi dominanti, riposizionando la sfida in uno degli spazi più impregnati di quello stato d’eccezione permanente nel quale la pienezza del potere appare nella sua forma elementare e fondativa, con gli abiti cioè dell’uso della forza (nella sua particolare declinazione caritatevole), mettendo però a nudo la relazione che lega violenza e diritto e così, al tempo stesso, la sua congenita fragilità.
Ecco perchè la scelta di spostare il g8 può trasformarsi in un cortocircuito semiotico.
Se la rivolta prende corpo nel punto di massima condensazione del potere, a partire dagli stessi presunti “beneficiari” di tale sforzo, se il “shock and awe” diventa non solo leva di accumulazione di capitale ma anche spazio costituente di conflitto, allora ci potremmo trovare dinanzi ad un processo reale di profanazione degli stessi dispositivi ideologici nei quali prende senso e corpo il vertice del g8.

Le premesse ci sono.

continua……..

http://altrosud.wordpress.com/2009/06/28/il-g8-a-laquila/#more-201

Programma iniziative contro il g8 a L’Aquila:

http://www.epicentrosolidale.org/?p=9263

NO G OTTOultima modifica: 2009-06-29T09:01:00+02:00da casadelpopoloff
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17 Thoughts on “NO G OTTO

  1. Blocchi stradali e ferroviari, picchetti davanti alla fabbrica. Alla Fiat di Termini Imerese va in scena la lotta operaia. La crisi esiste, gli operai pure così come esiste un governo di affamatori e ciarlatani. E la sinistra? Stendiamo un velo pietoso…

  2. Ho chiesto, insieme all’Abruzzo Social Forum, ai nostri avvocati di denunciare il Giornale per procurato allarme sociale. Infatti il quotidiano della famiglia Berlusconi, in riferimento al prossimo G8, parla di “Vendetta” per quello che è accaduto a Genova, concetto estraneo alla nostra cultura, e di “guerriglia”. Mentre con i comitati dei terremotati si stanno organizzando momenti di confronto ovviamento pacifico

  3. CRISI E RICOSTRUZIONE:LE PROPOSTE DIRIFONDAZIONE COMUNISTAVENERDI’ 3 LUGLIO ore 18Sala Conferenze CarispaqVia Strinella 88AQUILAINTERVERRANNO:Esponenti dei Comitati cittadini,dei movimenti, delle IstituzioniCONCLUDE:PAOLO FERRERO – segretario nazionale PRC

  4. Puglia, ragazze a pagamento per i politici del Pd “Tra le frequentazioni importanti di Tarantini spicca quella con Massimo D’Alema”Inchiesta Bari – A Bari non c’è soltanto Patrizia D’Addario. Ci sono anche altri testimoni pronti a raccontare fatti che hanno rilevanza penale. Personaggi che hanno scelto di collaborare con i magistrati al fine di alleggerire i guai giudiziari nei quali sono invischiati per il sistema Tarantini. Uno di questi è stato sentito per quattro ore da Giuseppe Scelsi, il pm che in mano il grosso dell’inchiesta. Una voce che – secondo quanto riportato da Libero – parla di mazzette e “prestazioni” alla sinistra in cambio di appalti, forniture di materiali, accreditamenti regionali e favori vari. Ma veniamo al super-testimone che fa tremare anche i piani alti del Pd. “Scusi” domanda il magistrato al collaboratore: “Quanto costava la famosa villa affittata da Gianpaolo Tarantini a Capriccioli?”. Risposta: “Assai, dottore. E’ costata assai”.Ed ecco i conti: 100mila euro per l’affitto, altrettanti per l’arredamento, 60mila per il gommone oceanico (10 metri) e la moto d’acqua. Poi i voli: quattro acquistati da una compagnia privata di Foggia. Le macchine per il trasloco delle “buste” da Bari alla Sardegna, ancora quattro: una Jeep Wrangler, un’Audi S3, una Range Rover e una Bmw 530, lo stipendio ai tre filippini, le mozzarelle fresche e la spesa due volte alla settimana al Salumaio (la gastronomia più famosa di Bari). Prezzo totale 500mila euro. “Scusi”, incalza il pm “ma questa Tecno Hospital (la società riconducibile a Tarantini, ndr), fatturava così tanto da permettere al suo titolare di spendere cifre tanto elevate per soli tre mesi di vacanza?”. Risposta: “So che lui aveva amicizie influenti negli ambienti della sinistra che conta, soprattutto negli anni d’oro della sanità. Quelli noti a tutti, sui quali adesso si fanno le indagini”.Il collaboratore, assistito dal suo avvocato, fa scrivere a verbale: “So che tale Dino (autista di Tarantini, ndr) nei giorni feriali e intorno alle ore 15 accompagnava politici del Pd e gente della sinistra, in un appartamento che si trova in città a pochi metri dall’università: via Roberto da Bari. Qui avvenivano gli incontri con le ragazze a pagamento e che lui reclutava: una di loro, tale M.T.D., riceveva stipendio mensile e gli incontri tra lei e i politici del Pd erano fissi”. Le notizie sono state confermate da M.T.D. stessa e dalle altre ragazze sentite dai magistrati: “Lui faceva questi favori alla sinistra in cambio di favori e forniture da parte delle sue società sanitarie: la Tecno Hospital e la Global System Hospital”. E su questo filone indaga il pm Desirée Digeronimo, fascicolo nel quale risulta indagato l’ex assessore alla Sanità Roberto Tedesco e che ha contribuito a fare a pezzi la giunta di Vendola.Intanto la dottoressa ha accertato che a una famosa cena, organizzata durante la campagna elettorale e alla quale hanno partecipato numerosi esponenti del Pd pugliese e nazionale, è stata pagata dalle società di Tarantini. Un troncone di inchiesta che procede parallelamente a quello del pm Giuseppe Scelsi che ha indagato l’imprenditore barese per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. A questo proposito vanno verificate altre testimonianze raccolte dagli investigatori: “Tra le frequentazioni importanti di Tarantini spicca quella con Massimo D’Alema. Insieme con altri esponenti della sinistra cenavano al famoso ristorante Da Tuccino, poi il leader del Pd allogiava alla masseria San Domenico di Monopoli”.

  5. FruttiVENDOLA…Dopo l’azzeramento della giunta pugliese il governatore Vendola ha incassato il rifiuto alla collaborazione da parte di UDC e IDV, chiusa la porta a destra, il sempre più confuso Nichi, cimentatosi in un volo a mezz’aria con destinazione ignota che neanche ai militanti è dato conoscere, prova l’atterraggio di emergenza alla corte del Leader “Massimo” D’Alema del PD proponendo una marea di assessori nella giunta pugliese in cambio della certezza di una sua riconferma a guida delle coalizione che correrà per le regionali del 2010. Ma la risposta dell’ex premier è stata più fredda di quanto Nichi si aspettasse. La sua ricandidatura non è, per il momento, nell´agenda del Pd nazionale. La linea del Partito democratico è quella esposta dal senatore Nicola Latorre: «Ogni cosa al suo tempo. Ora la giunta poi le regionali». Cavolo, ma cosa deve fare un onesto presidente di regione per restare ancorato alla poltrona anche nella prossima legislatura? Ha causato una scissione facendo sparire i comunisti anche dal parlamento europeo, ha rifiutato ogni forma di dialogo con gli ex compagni del PRC/PDCI e per dare un ulteriore segnale di pentimento del rosso passato ha azzerato la giunta, ha proposto alleanze all’ex controparte democristiana e al poliziotto Di Pietro, e adesso si vede tradito anche dal più ovvio degli alleati. I democratici pugliesi sono spaccati a metà, c´è una fetta del partito che, dietro la regia del leader Massimo, sta lavorando alla candidatura di Francesco Boccia. L´area che al congresso sosterrà la mozione Bersani in Puglia è nettamente maggioritaria. E alla ricandidatura del presidente attualmente in sella preferirebbe quella di un moderato in grado di parlare con Udc, Italia dei valori e Io Sud. Un moderato? Ma cosa deve fare ancora questo sant’uomo di Vendola per convincere gli ambiti alleati che il moderato giusto è proprio lui? Più che confermare il principio per cui la parola comunista è indicibile e condividere Bertinotti quando descrive Che Guevara come un incosciente sognatore… cosa deve ancora dimostrare? Non può mica spararsi solo per essere stato fra le fila di un partito con quel simbolaccio e con quella parolaccia indicibile. In questi ultimi mesi di governo Nichi Vendola ha una sola strada per ottenere la fiducia di tutto il partito democratico. Dimostrarsi un valido e affidabile interlocutore per i cattolici e i moderati. Dall´azzeramento della sua giunta continua a ricevere attestati di stima da parte di Udc, Idv e Io Sud, per dialogare sui programmi e ipotizzare un’alleanza con i centristi Vendola ha bisogno di imprimere una svolta moderata alla sua squadra. Esponenti graditi a Udc e a Idv, ma non organici a questi partiti, avranno la precedenza nella formazione della nuova giunta, ma non basta, deve dimostrare di aver rotto completamente con il passato, a questo punto un bel pellegrinaggio al Vaticano per pentirsi di essere stato un abortista sarebbe tattica politica da prendere in seria considerazione… Intanto gli assessori che hanno rimesso nelle mani del presidente Vendola la loro delega stanno chiedendo al governatore di accelerare i tempi per la formazione della nuova giunta. Il leader di Sinistra e libertà è atteso a Bari nella serata di oggi. L´annuncio della nuova squadra dovrebbe arrivare per l´inizio della nuova settimana.Fino ad allora la maggioranza di centrosinistra sarà esposta alle lacerazioni interne e agli attacchi della destra. Ieri il Pdl è tornato alla carica: «Il presidente della giunta deve informare il Consiglio regionale circa le motivazioni che hanno determinato l´azzeramento della giunta». Questa è la richiesta che l´opposizione ha formalmente inoltrato attraverso una lettera al presidente del Consiglio, Piero Pepe.

  6. L’OMETTO e…IL REATO DI VILIPENDIO ALLA BANDIERAOmuncolo…OMETTO,affermato scendiletto professionista,posto fisso,stipendio sicuro,nessun rischio di licenziamento visto il ruolo ricoperto di materiale esecutore dei voleri di berlusconi: ecco a voi ADRIANO GALLIANIberlusconi lo chiama e gli ordina VENDI KAKA ,l’ometto che è anche un po tifoso ci rimane male (prima sodomizzazione di galliani) ma obbedisce e prende contatti con il CITY, poi chiama RICCARDO e gli comunica le solite manfrine sul bilancio.Il buon RICCARDO non ci sta e(seconda sodomizzazione di galliani) sbotta : ok mi CACCIATE ma la squadra me la scelgo io…al city vacci tu EMERITA TESTA DI CAZ.ZO (avrà pensato)…io vado SOLO al REAL!!!!L’OMETTO riferisce a chi di dovere (il quale aprofitta della situazione e appare in TV per sodomizzarci con le solite balle) indi viene SPEDITO in fretta e furia a MADRID dall’ “amico” florentino…”devo fare in fretta” pensava fra se,”prima che quello punti un altro top player tipo RONALDO o IBRA…io li frego sul tempo…vado là e gli faccio pure lo sconto” per convincerlo a prendere il mio di TOP PLAYER”Mica si immaginava che l’amico florentino se li voleva prendere tutti …i TOP PLAYER (terza sodoma di galliani)AFFARE FATTO… si è CONSUMATO IL REATO DI VILIPENDIO ALLA BANDIERA (e tifosi sodomizzati per sempre )P.S. alcuni tifosi poi,ma solo quelli più EVOLUTI e mai paghi di sesso si son fatti sodomizzare una volta in piu…e cioè han esclamato VENDUTO KAKA??? BENISSIMO ne siam felici…è rotto,abbiam fatto un affare,adesso saremo piu forti di prima,e via con una serie infinita di caz.zateTORNATO e consegnato il mallopetto,sempre a chi di dovere,il nostro OMETTO ha incassato una sontuosa sommetta per il doveroso rafforzamento della squadra : UNA CASSA DI BANANE !!!!! (quarta sodoma di galliani) indi vaga tuttora per l’europa alla ricerca di qualche affarone!!!!RIDICOLIZZATO con CISSOKO FABIANO DZEKO HUNTELAAR ecc. SODOMIZZATO DA TUTTI il nostro OMETTO vorrebbe rifarsi con noi proponendoci qualche campioncino di terza fascia con il quale convincerci a FARE L’ABBONAMENTOMA GALLIANI CE L’HAI UN PO DI DIGNITA’ ? smettila di fare il scendiletto,fai l’uomo per una volta e VATTENE sbattendogli la porta in faccia !!!!NO perchè a noi NON CI SODOMIZZI MICA PIU !!!!!!!

  7. Ieri leggevo un fatterello che mi ha fatto ridere, il “buon” bondi, si quello con la faccia da prete, l’innamorato dello psiconano………………………….. quello, e questa fa ancora più ridere, che è ministro della cultura, insomma quello che difende fino a dare la vita la famiglia e la sacra unione in chiesa, beh quell’essere lì si separa dalla moglie!!!! e non contento da più di un anno convive (quindi vuol dire che mentre conviveva era ancora sposato!!) con una femmina (molto coraggiosa, perchè se esiste fatemi conoscere una donna che possa avere pulsioni erotiche con sta sottospecie di maschio)!! e ancora all’apice del “non ci posso credere”!! ha fatto eleggere onorevole sta santa donna della sua nuova compagna!!ma l’avrà fatto per spirito di servizio perchè se il suo capounicoamore psiconano si seprara, chi è lui per non farlo pure anche???chepezzodimmerda!!!p.s.: in tutto questo la voglia di lavorare ormai è espatriata, o melgio ci fu un respingimento; i cantieri dovrei visitarli, e mi sa che oggi lo faccio, tanto quello è la parte meno lavorativa del mio lavoro, sto fuori, vado in giro, parlo prendo aria sole e pruvulazzo (non vorrei essere ricorretto, o ricazziato, dalla carpe) ma sempre meglio di lavorà!.p.p.s.: volevo parlare di fimmine….ma unni sunnu li fimmini ??

  8. Chi credeva che “papi” sarebbe stato esposto al pubblico ludibrio in visione globale per le sue disinvolte frequentazioni private è rimasto deluso. Perché la televisione è immensamente più potente della carta stampata.Conosce le regole del gioco Silvio Berlusconi. Trent’anni di esperienza alla guida di un network nazionale, che ha avuto peraltro carta bianca dalle autorità ed è diventato spesso e volentieri più importante del servizio radiotelevisivo pubblico. Quanto meno al pari, non solo come potenza di emissione. Se la generazione “Raiset” ha vissuto con i primi sei canali del telecomando saldamente impostati (la disposizione è scontata: Ra1, Rai2, Rai3, Rete4, Canale5, Italia1), la nuova del digitale terrestre e del satellite sarà diversa. Nel digitale c’è più spazio, dunque più libertà. Intanto però il Cavaliere dimostra di conoscere il mezzo. Una volta ancora e una volta di più. Chi credeva che “papi” sarebbe stato esposto al pubblico ludibrio in visione globale per le sue disinvolte frequentazioni private è rimasto deluso. Perché la televisione è immensamente più potente della carta stampata. E la televisione la controlla Silvio Berlusconi. L’immagine del vertice de L’Aquila è nitida, senza zone d’ombra. Perfino un lievissimo refolo di gossip diventa parte dell’evento, fra un milione di fotografie una che immortala un bel fondo schiena e con accanto due degli uomini più potenti della terra è nient’altro che una pagina della sceneggiatura. La realtà del mondo è ben più triste, la realtà del G8 nonostante la drammaticità degli scenari è il trionfo del politicamente corretto. «Ora voglio vedere – dice Berlusconi – chi ha ancora il coraggio di criticare, di pensare che è iniziato il mio declino». Oggi ha ragione lui, domani è un altro giorno. Ma intanto il messaggio del Cavaliere passa, amplificato dai suoi amati mezzi di comunicazione. Fra i quali notoriamente la carta stampata ha un ruolo residuale. A riprova Berlusconi gioca in modo spregiudicato anche ai danni di una delle sue proprietà, il quotidiano di casa, “il Giornale”. Reo, a suo dire, di aver trattato da velina la première dame francese Carla Bruni. «Sono rimasto molto contrariato e profondamente dispiaciuto – fa sapere il Cavaliere -quando mi sono stati riferiti i contenuti di articoli apparsi su quotidiani italiani tra cui “il Giornale” aventi per oggetto giudizi ed espressioni offensive nei confronti della signora Bruni». Cattivi, non si fa così con le signore. Tutta colpa della stampa, che per giunta si ostina ad avanzare richieste sulla redistribuzione delle inserzioni pubblicitarie, da vent’anni almeno nel belpaese appannaggio del duopolio Rai-Mediaset. Raiset, appunto.Comunque anche le pagine dei giornali possono servire, ad esempio a raccogliere dichiarazioni imbarazzanti di fronte alle quali le stesse telecamere si ritraggono impaurite. Un caso, fra i più fulgidi nella speciale classifica del lecchinaggio è quello di Daniela Santanché. «Fini presidente della Repubblica? Se votassero gli italiani il capo dello Stato sarebbe Berlusconi». Non basta. «Cane bastonato? No, è un leone. Dopo il G8 abbiamo un nuovo Berlusconi, un uomo forte». Insomma un uomo solo al comando, quello che Santanchè desidera fin da bambina, dal giorno che le raccontarono che quando c’era lui i treni arrivavano in orario. Un altro esempio arriva da Fabrizio Cichitto, socialista craxiano né pentito né contrito né redento. «Il presidente Berlusconi – sostiene il capogruppo del Pdl alla Camera – è un uomo di Stato che ha tenuto alto il prestigio dell’Italia e che, anche nel corso del G8, ha lavorato per l’Abruzzo e L’Aquila». Last but not least Daniele Capezzone, portavoce del popolo del caro leader, che si rivolge al Partito democratico: «Cosa aspettate a dire bravo Berlusconi?». Insomma, meno male che Silvio c’è.Lui, il piccolo Cesare trionfante viene omaggiato come e più del solito. Un comunicato ufficiale informa che così come il presidente del Consiglio anche il ministro per l’Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, trascorrerà tutto il periodo estivo in Abruzzo, dove resterà a disposizione del premier e della popolazione nella delicata fase della vita regionale. Da L’Aquila con amore. Verso il Quirinale. Scommettiamo? L’immagine del G8 berlusconiano è questa. Dietro l’immagine poco o niente.

  9. Delusi dal successo del G8? Con tutto il chiasso che fatte non raccogliete che battoste? A me non dispiace. Fatte come i gatti: quando sono delusi si grattano.Murshang

  10. A proposto di scudo fiscale:Volevo ricordare che grazie all’ultimo condono Berlusconi pagò soltanto 1800 EURO (tra l’altro in due tranches, una da 1500 e l’altra da 300 euro) per sanare un’evasione di decine di milioni di euro..Berlusconi sana il fisco con 1800 euro Il premier avrebbe versato la cifra avvalendosi della legge 289 del 2002 per regolarizzare la sua posizione Il premier Silvio Berlusconi avrebbe sanato con il pagamento di 1.800 euro la sua posizione fiscale da decine di milioni di euro dal 1997 al 2002, avvalendosi della legge 289, varata nel 2002. La questione è emersa nel corso dell’udienza preliminare che vede imputate 14 persone, tra cui Silvio Berlusconi, per presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset.L’Agenzia delle entrate ha ritirato la richiesta di visionare alcuni atti per procedere a un eventuale recupero fiscale nei confronti del contribuente Silvio Berlusconi. L’Agenzia ha ritirato la richiesta perchè, dopo un esame più attento delle leggi vigenti, ha constatato che gli atti sui quali basare un eventuale recupero fiscale non sono più acquisibili perché Berlusconi ha sanato la propria posizione attraverso pagamenti integrativi (sarebbero due, uno di 1500 e uno di 300) effettuati dal contribuente Berlusconi.Dal Corriere della Sera del 09 gennaio 2006

  11. Dimmi che scuola hai e ti dirò che Paese seiDunque l’1,6% degli studenti non ammessi e il 3% dei bocciati agli esami di maturità. Anno nero o grigio, il fenomeno è preoccupante, e se ne sono occupati, su vari giornali, scrittori noti, fra gli altri Mastrocola, Affinati, Rondoni: i loro pareri sono diversi ma contengono tutti una parte di verità. Del resto il problema della scuola (e dell’Università) è d’una tale complessità che è impossibile trovare un qualsiasi accordo sulla sua soluzione. Ma sarebbe stato opportuno sentire il parere, sperando non soltanto schematicamente rivendicativo, dei leader sindacali.Quanto scrive il poeta Davide Rondoni mi sembra cogliere gli aspetti, ma anche le cause, di quella che chiamerei non tanto “ignoranza”come fa superficialmente Mastrocola, quanto disaffezione degli studenti (nell’età forse più delicata e difficile della loro vita, l’adolescenza) nei confronti della scuola e della cultura in genere. Ma Rondoni, che pure usa toni molto duri nell’indicare i responsabili di questa preoccupante e progressiva deriva della “capacità di apprendimento” (che è, io credo, piuttosto disinteresse, se non addirittura ostilità all’apprendimento), si preoccupa forse troppo di un eventuale coinvolgimento del governo in tale fenomeno pericolosamente regressivo.Qualche parola in merito: poiché l’animo e la coscienza degli uomini non possono paradossalmente “colmarsi del vuoto” lasciato dalla vera cultura, si calano spesso automaticamente in essi valori pericolosamente negativi, cioè una anticultura fondata sul disprezzo, il sarcasmo, e persino il gusto della violenza e dell’autodistruzione come disperato oltraggio a una società e a una democrazia fondata su modelli, anche di alto rango sociale e politico (cosa che Rondoni, pur coraggioso, non ha il coraggio di dire), permeati da irrefrenabile improvvisazione, (…)5

  12. Basta, non prendeteci in giro: Via D’Amelio, noi sappiamoBasta, non prendeteci in giro! Stragi di Capaci e di via D’Amelio; la ricerca perenne dei mandanti politici che decretarono la morte di Falcone e Borsellino; i depistaggi dei servizi segreti che anche in questa strage ritornano come narrazione costante del sovversivismo dominante: ci troviamo di fronte all’anatomia del potere. Con Pasolini diciamo: «noi sappiamo». I servizi segreti non sono estranei allo Stato, ma una sua patologia interna; lo stragismo non è destabilizzazione, ma stabilizzazione di un potere che rafforza se stesso generando il gelo, assassinando la partecipazione democratica. Così come la mafia non è «anti Stato».E’ ridicola, quindi, la pantomima cui assistiamo anche in queste ore sull’esistenza o meno della trattativa tra Stato e mafiosi. Non ho nessun dubbio, sul piano politico, che intorno alle figure ed alle capacità investigative (anche scientificamente innovative) di Falcone e Borsellino, vi sia stata una trattativa la cui tragica posta in gioco divenne anche il loro martirio. E non ho dubbi, sul piano dell’analisi politica, che quegli assassinii abbiano costruito un mutamento di contesto, una diversa dislocazione ed equilibrio dei poteri, la nascita di un rapporto inedito e più forte tra cosiddetta economia legale ed economia illegale (si è intensificato, infatti, il flusso di risorse, di investimenti dal sud verso Milano). Smettiamola allora con le ipocrisie: Riina invia segnali mafiosi al sistema politico, il quale finge scandalo. Mi sembra di rivivere la straziante vicenda umana e politica dell’uccisione di Peppino Impastato. Ci sono voluti anni ed anni di coraggio, di sfida all’isolamento da parte dei familiari, degli amici, di Umberto Santino, perché, infine, la magistratura da un lato e la Commissione antimafia dall’altro riuscissero a dimostrare che Peppino fu vittima di un grande delitto politico mafioso.Nella relazione dell’antimafia scrivemmo che, per la prima volta, nel dopoguerra, dinanzi ad una strage, il Parlamento, cioè la massima struttura dello Stato, accertò che il depistaggio di una parte dei carabinieri e della magistratura non permise di raggiungere quella verità che immediatamente si doveva e poteva raggiungere. In quella relazione chiedemmo, come Parlamento, «scusa al popolo italiano». Un atto importante. Scrivemmo pure che il Parlamento avrebbe dovuto seguire un percorso simile sugli altri grandi delitti politico-mafiosi, a partire da quel nodo cruciale, storicamente definito, che fu l’eccidio di Portella della Ginestra, fino all’uccisione di Falcone e Borsellino, riaprendo il capitolo, sempre e volutamente nascosto, delle uccisioni dei braccianti più combattivi, dei sindacalisti come Placido Rizzotto. Capitolo rimosso, perché il potere voleva far dimenticare che l’antimafia fu soprattutto lotta di massa, di classe, contro la mafia che difendeva gli interessi capitalisti e quindi classisti.

  13. Don Giorgio: Il medico personale di Berlusconi mi dà del “terrorista” in chiesa durante la MessaRiconosco che stavo per prendere una cantonata, identificando con un’altra persona, e mi scuso, il misterioso personaggio che domenica scorsa mi aveva contestato durante la Messa delle 11.Al termine della Comunione dei fedeli, mister X mi si è presentato davanti rifiutando l’ostia e dicendomi: “Si vergogni! Lei è un terrorista!”. I presenti, anche i chierichetti, hanno capito che stava succedendo qualcosa di strano. Poi, il mister X è uscito di chiesa. Mi hanno in seguito riferito che durante la Messa non aveva fatto altro che stare al telefonino. Complimenti!Il misterioso personaggio sarebbe (usiamo ancora il condizionale) nientemeno che il dottor Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e consigliere comunale di maggioranza. Abita a Maresso, in una villa, che recentemente è stata fatta oggetto di un grosso furto. Un bottino di 300mila euro. Il medico era lontano da casa. Dove? A L’Aquila per il G8 in compagnia del Premier. Chi è Alberto Zangrillo? È primario di Anestesia e rianimazione cardio-toracico-vascolare all’ospedale San Raffaele di Milano.dal sito di MerateonlineNota biograficaNato il 13 aprile 1958 a Genova, Zangrillo ha conseguito la laurea in medicina e chirurgia presso l`università degli studi di Milano nel 1983 e, successivamente, la specialità in anestesia e rianimazione. Dal 1986 ricopre incarichi di assistente, aiuto e responsabile di area nei diversi settori anestesiologici e di terapia intensiva presso il San Raffaele, dove dal 2002 è direttore dell’unità operativa di anestesia e rianimazione cardio-toraco-vascolare. A lui è affidata la direzione clinica ed operativa di 8 sale operatorie del dipartimento cardio-toraco-vascolare e 14 unità di degenza intensiva. Dirige inoltre l’attività anestesiologica delle unità di emodinamica (2 sale operatorie) e di aritmologia (4 sale operatorie). Nel 2003 ha conseguito il premio di `Miglior Poster` al congresso Caract e `Miglior Poster` sezione terapia intensiva al 57° congresso Siaarti, dove nel 2004 ha ricevuto anche il premio ‘Comunicazione Libera’, sezione terapia intensiva ed anestesia. Dal punto di vista locale invece, da segnalare il conferimento al dottore nel giugno 2005, del titolo di cavaliere, voluto dall’ex prefetto di Lecco, Roberto Aragno. Il celebre medico era stato premiato a Villa Manzoni, dal sindaco di Missaglia, Marta Casiraghi.Alcune domande al signor Alberto Zangrillo – Come mai Lei mi conosce? Chi l’ha informata delle mie idee? Qualche amico medico che lavora con lei al S. Raffaele e che abita nella mia zona? – È venuto nella mia chiesa di Monte, spinto da chi e da che cosa? – Perché ha scelto di dirmi quello che ha detto durante la Comunione? – Infine, la domanda più cruciale: perché mi ha dato del “terrorista”? Mi può spiegare il motivo? Che cosa intende Lei per terrorismo?Non pensi di farmi paura per il fatto ché Lei è il medico di fiducia di Berlusconi. Di Berlusconi mi importa un fico secco. Lei sa benissimo che il suo assistito è un malato da curare, come ha confidato Veronica. Gli stia accanto. Lo curi. Gli dia qualche calmante quando è troppo eccitato. Lo raffreddi. Gli suggerisca le barzellette più divertenti.Sono in attesa che mi spieghi perché sono un “terrorista”.

  14. Buffoni si nasce: Rutelli lascia Franceschini per BersaniSta per perdere un pezzo, la coalizione di Dario Franceschini, nel Lazio. La componente che fa capo a Francesco Rutelli, che a Roma ha una delle sue roccaforti, sta per dire addio alla mozione che appoggia, senza troppo entusiamo, a livello nazionale; e spostarsi, almeno in questo congresso regionale, su Pierluigi Bersani (candidato alla segreteria regionale Stefano Fassina; per Ignazio Marino, dovrebbe provarci Ileana Argentin).I rutelliani della capitale hanno un volto che coincide sempre più con quello del coordinatore cittadino del partito, il senatore Riccardo Milana. Quarantaquattro anni, consigliere comunale dal 1992, ex assessore allo Sport con Rutelli, delegato alle Affissioni e Pubblicità dal giugno 2000 (come si legge sul suo sito), membro del direttivo nazionale dell’ANCI; Milana, in queste ore sta decidendo con chi stare. Affari Italiani lo ha contattato. E lui si è trincerato dietro un ferreo riserbo. “Sì, sto maturando delle scelte – si è limitato a rispondere il big rutelliano -. Candidarmi? No, questo lo escludo… Se ci sono problemi con l’area Franceschini? Certo, permangono, e di ora in ora mi sembrano meno risolvibili… Giovedì mi incontrerò con le persone che hanno condiviso il mio percorso e solo allora mi esprimerò”. Stop.

  15. Finiamola sta commedia e risolviamo la questione del conflitto di interesseIl conflitto di interessi è la madre di tutte le degenerazioni della scena politica italiana. Per questo urge un impegno della sinistra su questo tema che si concretizzi in proposte di legge. Anche se l’attuale maggioranza che Berlusconi detiene al Parlamento non consente di approvare una legge in materia, chi aderisce a questo gruppo ritiene che sia importante che la sinistra si impegni a risolvere la questione del conflitto di interesse come primo atto quando tornerà al governo. Va segnalato con soddisfazione che c’è una ripresa del dibattito della sinistra su questo tema. Furio Colombo ha presentato una proposta di legge composta dai seguenti 5 articoli:Art. 1 – Agli effetti della presente legge sono titolari delle cariche di governo il Presidente del Consiglio dei Ministri, i ministri, i vice-ministri, i sottosegretari di Stato, i commissari straordinari di governo, i presidenti delle regioni ordinarie e delle regioni a statuto speciale.Art. 2 – Agli effetti della presente legge sono incompatibili con cariche di governo i titolari di attività imprenditoriali, finanziarie, industriali o commerciali di qualunque impresa che abbia, rapporti di concessione con pubbliche amministrazioni, nonché di qualunque tipo di impresa che dipenda, per il suo funzionamento, da autorizzazione o sorveglianza o approvazione o controllo di organi dello Stato.Sono incompatibili i titolari, i maggiori azionisti e amministratori di imprese attive a qualsiasi titolo nel settore delle informazioni, comunicazioni, telefonia e informatica, con qualsiasi mezzo e forma di diffusione. Sono inoltre incompatibili i titolari di responsabilità, proprietà e controllo diretto e indiretto di qualsiasi fondo, impresa, attività finanziaria, industriale, distributiva, bancaria, immobiliare, con un valore superiore ai 10 milioni di euro, in qualsiasi parte del mondo siano dislocate.Art. 3 – L’incompatibilità di cui agli articoli 1 e 2 è in atto dal momento della elezione della persona titolare di imprese e interessi elencati in questa legge e rende impossibile l’inclusione di tale titolare in qualsiasi lista di governo. Una volta accertate le condizioni di incompatibilità indicate in questa legge, l’esclusione è automatica e non è previsto alcun ricorso, salvo che alla magistratura ordinaria.Art. 4 – Il titolare di un conflitto di interessi indicato in questa legge può porre fine al conflitto:- attraverso la vendita e la collocazione del capitale ricavato in un fondo cieco;- attraverso le dimissioni e la separazione dall’impresa o dall’attività in questione in caso di attività manageriale con l’impegno a non riassumere cariche o funzioni dello stesso tipo o nello stesso campo prima di tre anni dalla fine del mandato;- nel caso di impresa di editoria, giornalismo, radio, televisione, telefonia, informatica, l’incompatibilità permane e impedisce l’assunzione di ogni attività di governo, perché non è possibile – in questi settori – la costituzione di un fondo cieco. Inoltre, la vendita improvvisa a causa dell’assunzione di una responsabilità di governo, non garantisce in alcun modo l’indipendenza dell’impresa e il distacco del titolare di governo dal sistema informativo già controllato. Altra causa ostativa è la concessione da parte del governo del permesso di trasmettere, sia nel settore pubblico che in quello privato. Chiunque sia beneficiario di concessione governativa – o lo sia stato negli ultimi tre anni – è incompatibile con cariche di governo.Art. 5 – I casi di incompatibilità dovuti a ragioni diverse dalla proprietà e titolarità di impresa sono regolati da altre leggi. La magistratura ordinaria accerta, su richiesta della parte ritenuta “incompatibile”, l’esistenza effettiva delle condizioni di tale incompatibilità nel caso che esse siano contestate dalla parte interessata.Anche Veltroni ha presentato una proposta di legge che si muove attorno a pochi principi-chiave: chi ha un patrimonio di almeno 30 milioni di euro o controlla un’impresa che opera grazie a una licenza concessa dallo Stato non può avere una carica di presidente del Consiglio, ministro o sottosegretario. Deve optare. Hanno aderito il presidente dei deputati dipietristi, Massimo Donadi e Leoluca Orlando, per l’Udc Bruno Tabacci, il portavoce dell’associazione Articolo 21, Beppe Giulietti.Gli aderenti a questo gruppo sperano che da questo fermento di iniziative scaturisca un’azione coordinata e decisa per risolvere il cancro del conflitto di interessi che avvelena la vita politica italiana.

  16. gun australia upper governments open individual

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