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Finalmente è arrivata!

Parlo dell’ultima enciclica del caro Ratzinger.

L’enciclica, intitolata ‘Spe Salvi’ (Nella speranza siamo stati salvati), si propone come nuova guida per tutti i credenti e come avvertimento e monito per tutte le pecorelle smarrite.

Questa volta, però, Ratzinger ha voluto spingersi oltre ogni più insospettabile presa di posizione, ha voluto mettere nero su bianco il suo moderno ed avanzato pensiero, quelle sue parole che, a dir la verità, nel nostro Paese non ci sarebbe neppure bisogno di scrivere. In Italia, infatti, ci pensa già l’informazione a svolgere questo servizio pubblico di primaria necessità: il servizio pubblico al servizio del potere, spirituale e temporale, proprio come accadeva ai tempi delle dispute tra Papato e Impero. Ma ecco alcune delle massime benedettine, il tutto riportato per voi, e solo per voi, in una pratica  letterina di sole 77 pagine, pratiche da consultare ogni volta che vogliate sapere la verità su questo mondo (ma pure sull’altro.. quello là insomma) e sulla vostra condizione. Il pastore tedesco ci ha voluto parlare, in questo suo ultimo pamphlet, di come l’ateismo dell’era moderna abbia provocato “le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia»; il marxismo e la rivoluzione proletaria, in particolare, hanno lasciato dietro di sè «una distruzione desolante”.”L’errore fondamentale di Marx” è stato questo: “ha dimenticato l’uomo e ha dimenticato la sua libertà. Credeva che una volta messa a posto l’economia tutto sarebbe stato a posto. Il suo vero errore è il materialismo”. Il pontefice contesta, dunque, tutte quelle ideologie che pretendono di portare giustizia tra gli uomini senza Dio. “Un mondo che si fa giustizia da solo è un mondo senza speranza”, afferma Ratzinger, il quale, poi, quasi a voler mettere al riparo Cristo da sacrosante (nel vero senso della parola) interpretazioni riguardo alla sua vita, aggiunge che Gesù non fu un combattente politico, né un rivoluzionario. “Il cristianesimo non aveva portato un messaggio sociale-rivoluzionario come quello con cui Spartaco, in lotta cruenta, aveva fallito. Gesù  non era un combattente per una liberazione politica, come Barabba o”; ha portato “qualcosa di totalmente diverso: l’incontro con il Signore di tutti i Signori”.

Che dire, dunque, di questa lettura obiettiva del mondo?

Come negare, innanzitutto, che l’ateismo sia stato la causa di ogni male? Ci resta, allora, un solo rammarico. A saperlo prima, a sapere che l’ateismo è stato il vero e unico cancro della storia umana, avremmo voluto che le Crociate fossero state combattute non per fanatismo religioso, ma per ateismo. Avremmo voluto che fosse stato un pensatore ateo (ma anche solo laico) a firmare accordi col regime fascista (nel cui motto, oltre a Patria e Famiglia, campeggiava anche Dio). Avremmo voluto che davanti allo sterminio degli ebrei fosse stato un potere laico a chiudere gli occhi.

Ma queste sono solo sciocchezze, briciole, davanti alla “distruzione desolante” perpetrata da marxisti e proletari. E pensare che l’ideologia marxista si proponeva di cambiare, migliorandolo (e per tanti aspetti riuscendoci pure) questo mondo. E’ vero, forse quell’ideologia è un po’ troppo basata sul materialismo, ma cosa ci vuole fare Benedetto? Non lo sa Ratzinger che l’uomo per campare ha bisogno di mangiare? E non lo sa che senza pane si muore? D’accordo, le parole son belle e le favole incantano, ma se non hai niente tra i denti muori lo stesso. Marx, questo (almeno questo) l’aveva capito.

Per quanto riguarda Gesù, poi, una sola cosa sappiamo. Magari non sarà stato un rivoluzionario o un combattente politico (poco ci cambia, in tutta sincerità), ma non credo che, se davvero fosse esistito, sarebbe stato contento di questa chiesa . Pensiero personale, si badi!

Tanti potrebbero essere ancora i punti su cui dibattere o semplicemente sorridere, ma forse 77 pagine non basterebbero neppure per l’introduzione.

Potremmo fare l’esempio del manifesto riguardante i Pacs, esposto dalla nostra sezione a Francavilla e su cui forte tuonò la scomunica; potremmo parlare dei giudizi medievali riguardo alla sessualità, alla fecondazione, all’aborto. Non la finiremmo davvero più.

Io nutro una sola speranza, visto che l’enciclica prende proprio da essa il titolo.

Spero che un giorno la gente smetta di seguire ogni meschina regola che sia volta esclusivamente alla sottomissione delle menti e all’annientamento del giudizio critico, l’unico capace di spazzare via paura, pregiudizio e superstizione, l’unico capace di cedere il posto alla libertà.

«Se la libertà, a causa delle condizioni e delle strutture, fosse tolta agli uomini, il mondo, in fin dei conti, non sarebbe buono, perchè un mondo senza libertà non è per nulla buono».

Anche questa frase compare nell’enciclica.

Ma come? C’è del vero in questa affermazione!

Deve essere stato un errore, ci scusiamo.

Qualcuno dica al Vaticano di bloccare immediatamente le stampe.

Raffaele Emiliano

S.S. (Spe Salvi)ultima modifica: 2007-12-02T20:38:58+01:00da casadelpopoloff
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8 Thoughts on “S.S. (Spe Salvi)

  1. «Dopo il fallimento del comunismo, dopo il fallimento della scienza, dopo il fallimento della Parmalat, la Chiesa può solo dire: la speranza è l’ultima a morire, speriamo che dio ce la mandi buona», questo il concetto fondamentale su cui si basa l’ultima enciclica firmata dal papa venerdì in Vaticano. La graaaaandeeeeeee novità dell’enciclica, presto tradotta anche in italiano col titolo “La speranza è la penultima a morì ammazzata e il marxismo è morto prima, tie!”, è il rapporto tra libertà e ragione, ragione e scienza, scienza e religione, religione e libertà di ragione, ragione e scienza della religione e religione e libertà di fare quel cazzo che ci pare.Cosa ha prodotto il marxismo, si chiede il papa, se non una massa di lavoratori che pur di far valere i propri diritti terreni, pur di lavorare solo 8 ore al giorno, pur di avere più tempo libero per fare i loro porci comodi di nascosto dalla chiesa, pur di non farsi fottere da Lamberto din Dini e Montezemolo, pur di avere queste misere cose terrene hanno rinunciato a un bene più eterno che è quello di Dio” ‘Iocum non candelarum valentt’, scrive Bruno Vespa nella prefazione, ‘melius fuit lasciavit omnia cume stavas, cum bues, asinarum, madonnarum e Joseph precar faleniarus. Perques rovinares omnia cum sindacalis diricti e cum emancipationes costumes, contra dies, contra natura e contraindustria?’.Ma il Pontefice nelle sue avvincenti 77 pagine non si ferma solo al contingente; parla anche di Kant, Adorno, Hansel e Gretel («con le pietre non si fanno le rivoluzioni») e per non annoiare il lettore elenca nel romanzo tutte le rivoluzioni della storia che hanno sbagliato tutto, dalla guerra punica alla rivoluzione copernicana, passando per la Rivoluzione Francese definita «maitresse di tout le rivolusion inutil».Scrive il papa: «per quales motivus sanculottes passant poterum da Rex a populo? Hic faciunt, c’est plus diffisil governarum scioperus trasportarum et rivoltes banliearum et sopra omnies crederes in un papam unicorum. Possumus capirem que Luigi XVI fuit merdarum pectio ipso modem de Savoiares Principorum, ma repubblicarum quarto statorum, sine papa e sine deus, cum mignottem et travestites, cum Dinis e Mastellum, ucm Buscis et Sarcosie, est forsus melium?»«Dove sono finiti i valori, si chiede il papa, e dove è finito l’Uomo, a voler indicare metaforicamente l’uomo che un mese fa ha tentato di corrompere i costumi da bagno di monsignor Tommaso Stenico rubando i suoi valori, spariti nel nulla per colpa del comunismo. Un mondo che si fa giustizia da solo è un mondo senza speranza. Solo dio può fare giustizia e siccome lui non ama scrivere e dire cazzate, solo io!».Diciamolo ora in modo molto semplice, scrive Benedetto, senza dio l’uomo è fottuto e l’errore di Marx sta nell’aver creduto che bastava togliere dio per illudersi che nessuno più ti può fregare. L’errore di Marx ha prodotto solo speranze terrene fallite, da Veltroni a Cofferati.L’Encliclica si chiude con le pagine gialle dedicate al lavoro e al progresso che Benedetto XVI definisce ‘ambiguorum cumes Luxuria transgenderis; da un latus te offres benes ma da altro latus te fa males terribilis’.E con un omaggio a Dan Brown: “Gesù non fu un rivoluzionario come Spartaco. Ebbe semplicemente culo perché quella notte i motel erano pieni”.

  2. Secoli e secoli di conquiste culturali, scientifiche, filosofiche rinnegate, il tutto in un enciclica papale. Il santo padre cristiano condanna senza possibilità di replica il male rappresentato da coloro che non condividono i dogmi della chiesa, o che osano dubitarne. Il mondo cambia troppo velocemente e la chiesa è in affanno non volendo adeguarsi ai mutamenti nelle culture e nei costumi, le conquiste si sa sono sempre state viste dalla chiesa come pericolo. Cosa è che realmente fa così paura al clero? Credo sia la percezione che la laicità degli stati comprometta la possibilità di controllare le coscienze. Anzi, ne sono certo. Come sono sicuro che stiamo ritornando all’OSCURANTISMO. Quando si torturavano e uccidevano gli scienziati che facevano scoperte che mettevano in dubbio la verità assoluta della chiesa, oggi la tortura viene sostituita dalla delegittimazione. Vengono screditate le teorie e le idee innovative, si teme il progresso in quanto portatore di conoscenza oltre i limiti consentiti. L’oscurantismo è la totale intolleranza verso la emancipazione dell’intelletto dell’umanità, la peggiore che la storia abbia visto. Si vuole tornare a quando la fede cattolica controllava ogni aspetto della vita del fedele, attraverso l’educazione in modo da incutere la cieca e devota fede. In realtà l’oscurantismo è la conseguenza della grande paura di perdere ogni punto di certezze. Le teorie eliocentriche che pongono l’uomo al centro della vita, e non più dio, vedi le ricerche sulle cellule staminali e tutti i progressi nella medicina rappresentano un serio pericolo per l’istituzione ecclesiastica. La retrograda e bigotta america di bush che nega l’insegnamento della teoria di darwin, che sferra una guerra di conquista imperialista perché paradossalmente nel momento che diviene l’unica potenza mondiale sente il vuoto di valori e teme di perdere il dominio. Le due questione che sembrano scollegate in realtà si autoalimentano una con l’altra, due grandi poteri in crisi aggrediti dalla grande paura della sconfitta. La necessità primaria ad esportare i loro modelli. Anche se Ratzinger invita alla ragione, di fatto chiude ogni possibilità di replica e di confronto. Teme la dialettica e la dinamica dei processi scientifici che possono porre il dubbio sulla dogmatica concezione del creato. Temo l’oscurantismo, perché lo intravvedo anche nei processi democratici dello scontro politico italiano. Più che reminescenze fasciste mi turbano le teorie assolute. Alziamo la voce, facciamoci sentire non lasciamoci ingannare.

  3. condivido il post e vi invito alla manifestazione:UNIONI CIVILI A ROMA FIACCOLATA IN CAMPIDOGLIO :L’UAAR ADERISCE !Martedì 4 dicembre 2007 dalle ore 18,00 alle ore 20,30 tutte le associazioni e tutti i cittadini sono invitati a partecipare alla fiaccolata in piazza del Campidoglio che si terrà martedì 4 dicembre, dalle 18 alle 20.30. Per dare voce a tutti quei cittadini che non accettano che la politica sia dettata da scelte di potere imposte da Oltretevere. Facciamo appello a tutti i Romani e non affinché partecipino alla fiaccolata per difendere la delibera sul registro delle unioni civili e per affermare la legalità democratica delle istituzioni comunali.Circolo UAAR di ROMA

  4. ripeto: la fede fa l’uomo ladro.

  5. Meglio essere un UBRIACONE FAMOSO piuttosto che un ALCOLISTA ANONIMO …con rispetto

  6. cazzo c’hai ragione! bella battuta. e viva il rum.

  7. eh, c’ha ragione sì… questa è buona!sul papa, beh… non saprei proprio che dire. anzi sì, bella foto!

  8. E’storia antica, in Italia c’è il Vaticano e dunque non riusciamo a fare quello che negli altri paesi è normale: avere una vita quotidianamente laica, scegliere se e come essere genitori, scegliere la propria sessualità, scegliere come e con chi si vuole vivere. Ovvero, si può fare ma a proprio rischio e pericolo e comunque, categoricamente, senza nessun diritto.

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