Viviamo in un mondo assai strano. Un mondo capovolto. Ci sono cose urgentissime da fare che non si fanno. E ci sono altre cose, dannosissime e palesemente assurde, che invece si continuano a fare. Nel numero 236 di FRIGIDAIRE (estate 2011), abbiamo deciso di mettere in evidenza la questione della legalizzazione delle droghe. Una misura fondamentale che Frigidaire, così come Marco Pannella e gli amici radicali, nonché la sinistra più illuminata, propone da molti anni, ma che adesso è anche la coraggiosa e innovativa conclusione di un documento ufficiale dell’ONU (datato giugno 2011), tradotto integralmente da noi nel nostro inserto/dossier, per dimostrare che non si tratta di una posizione estremista, ma della logica conclusione di un’analisi seria e profonda di come condurre e vincere la lotta alla droga senza violare né i diritti individuali, né il buonsenso.
Il documento che pubblichiamo è stato elaborato dalla Commissione Mondiale dell’ONU per il Controllo delle Droghe, di cui fanno parte grandissime personalità della cultura, della scienza e della politica internazionale. È un documento controcorrente perché, come denuncia la Commissione dell’ONU, sulla lotta alla droga la quasi totalità delle forze politiche internazionali si sono accodate a una specie di imperialismo legislativo degli Usa, ovvero a un proibizionismo del tutto cieco. Questa scelta di apparente guerra totale ha lasciato il monopolio del mercato delle droghe, alcune molto pericolose come l’eroina, altre, come la cannabis, meno dannose dell’alcol o del tabacco, alle mafie internazionali, che ne hanno fatto la fonte principale dei loro guadagni. Il paradosso della situazione attuale (che tanto piace agli ottusi Giovanardi di ogni paese…) è che le organizzazioni criminali si arricchiscono proprio grazie alle politiche repressive (che colpiscono di fatto solo i consumatori e i piccoli spacciatori), mentre le droghe si diffondono sempre più. D’altra parte tra i due aspetti c’è una stretta relazione. Più le mafie guadagnano centinaia di miliardi illegali, più esse sono in grado di corrompere le forze politiche e gli apparati repressivi, bloccare ogni legalizzazione che le rovinerebbe e spingere al massimo la crescita del consumo clandestino.
I proibizionisti assoluti che sono al governo (non solo da noi) nascondono nella loro vuota retorica contro le droghe (a volte frutto della semplice ignoranza, altre di una inconfessabile complicità con le organizzazioni criminali) che le centinaia di miliardi intascati ogni anno dalle mafie (solo in Italia il fatturato annuo del traffico supera i cento miliardi di euro) invadono e controllano una buona parte dell’economia legale. Banche, imprese, commerci nulla sfugge al circuito del denaro “sporco”. Come scrisse su Frigidaire n.35-36 nel 1983 Giovanni Falcone (vedi “La Mafia in Europa”), ed oggi ribadiscono i magistrati calabresi impegnati contro la N’Drangheta, questo fiume di soldi ha inquinato da tempo l’economia mondiale. Il monopolio illegale garantito dalle politiche proibizioniste su un mercato di oltre 250 milioni di consumatori (dati ONU) produce infatti un giro di denaro così enorme da condizionare governi e parlamenti, istituzioni e singoli politici. Ed è in questo potere di corruzione e controllo che affonda le sue radici anche il proibizionismo ostinato e cieco dei governi italiani (di destra o di pseudosinistra) degli ultimi decenni.
Come accade con gli scandalosi privilegi del ceto politico, anche l’argomento “legalizzazione delle droghe” è per questi mangiacaviale a sbafo un tabù. La scusa ufficiale di molti è che l’opinione pubblica non capirebbe. Ma la ragione vera è che i soldi delle mafie non li rifiuta nessuno.
E così si preferisce alimentare l’ignoranza della gente piuttosto che informarla correttamente e cambiare le cose. Il nostro giornale ha scelto da sempre, allegramente, un’altra strada. Quella della verità, anche se è scomoda, della lucidità e del rigore.
Spessissimo per restare fedele a questo principio, in quanto direttore responsabile di Frigidaire, sono stato denunciato e processato, una volta perfino condannato per il ridicolo reato di “incitamento alla coltivazione di marijuana”, ma sono, siamo ancora qui, alla faccia del regime e dei suoi tristi e strapagati giullari televisivi.
Chi ci crede ci segua.

Coraggiosa e innovativa conclusione di un documento ufficiale dell’ONU: LEGALIZZARE LE DROGHEultima modifica: 2012-12-17T18:19:03+01:00da casadelpopoloff
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