FRANCAVILLA FONTANA Casadelpopolo (BR) Organo di contro-informazione

Mi è capitato una volta di raccontare in una riunione la storia di Zio Ho e la promozione delle donne e ha avuto molto successo: sicché, ho pensato di narrarla di nuovo per utilità generale


Mi è capitato una volta di raccontare in una riunione la storia di Zio Ho e la promozione delle donne e ha avuto molto successo: sicché, ho pensato di narrarla di nuovo per utilità generale. E’ un esempio di come tenacemente si può promuovere la presenza delle donne in una organizzazione comunista.
L’ultima sollecitazione a ripetere il racconto mi è venuta sentendo un compagno dei Gc, che virtuosamente si dichiarava contrario alle quote rosa, perché sono un ghetto e, richiesto che cosa proponesse invece e perché non fosse venuta una compagna a dirlo, restò senza parole e disse che di compagne non ce ne erano (preoccuparsi di quote di persone inesistenti mi sembra davvero eccessivo!).
Ed ecco la storia di Ho Chi Minh, come me la raccontarono le donne della delegazione vietnamita a un congresso mondiale della Fdif (Federazione democratica internazionale delle Donne, un organismo di area sovietica) negli anni Settanta ad Helsinki. Fu un congresso interessantissimo, era presente la sorella del Che, era presente Angela Davis, e le donne cinesi e l’Udi uscirono alla fine dalla Fdif per dissensi sull’Urss: praticamente anticipammo lo “strappo” di Berlinguer, ma senza nessuna deriva verso l’occhettismo.
Durante il congresso, tra le cose più interessanti vi erano i caucuses che si formavano tra delegazioni, per trasmettersi relazioni informazioni confronti ecc. La delegazione dell’Udi si incontrò con le donne vietnamite e tra le altre cose ci raccontarono ciò che ora verrò dicendo.
Un giorno Ho Chi Minh, già affettuosamente chiamato Zio Ho, andò in un villaggio per fare una riunione e trovò naturalmente una sala affollatissima; si guardò in giro e chiese:«Dove sono le donne?». «A casa a tenere i bambini, a cucinare …», «Se non ci sono le donne, io non parlo», disse Zio Ho e sbattendo la porta se ne andò verso il prossimo villaggio: dove le donne erano ammassate in fondo alla sala, costrette là, essendo i compagni stati avvisati del desiderio di Ho Chi Minh. E Zio Ho, implacabile, guardò e disse che se le donne non stavano sedute, lui se ne andava, come fece; al prossimo villaggio le donne c’erano ed erano sedute nelle prime file e la riunione incominciò. Il procedimento era che venivano rivolte domande a Zio Ho, che poi rispondeva: ma le donne non chiedevano niente. «Se le donne non parlano, io non faccio la riunione», soggiunse lui: infine, all’altro villaggio ancora, le donne erano sedute in prima fila e gli rivolsero domande sicché la riunione potè svolgersi. E Ho Chi Minh soddisfatto se ne tornò ad Hanoi alla sede del Partito comunista vietnamita. Ma entro pochi giorni arrivarono lettere a valanga di donne: «Caro Zio Ho – dicevano – sappiamo che tu ti comporti così per noi e per i nostri diritti, lo sappiamo e ti ringraziamo, ma credici, non va bene, perché poi quando torniamo a casa i nostri mariti ci picchiano e quando si sa che vieni tu ci mandano per forza alla riunione e guai se non prepariamo una domanda. Grazie, ma guarda: dobbiamo liberarci da sole».
Ho Chi Minh era molto tenace e ci pensò su e poi mandò una lettera al partito in cui diceva che qualsiasi donna avesse rimostranze o proteste o lamentele da fare si rivolgesse direttamente a lui saltando tutte le istanze intermedie e lui avrebbe risposto e agito. Ricevette molte e molte lettere e decise che chi si fosse reso colpevole di torti verso le donne non avrebbe fatto carriera nel Pcv. Infatti, alcuni brillanti percorsi si arrestarono bruscamente, dopo che Ho chi Minh ebbe acerbamente rampognato i compagni dicendo loro:«Fai discorsi sulla nuova società giusta e uguale e poi picchi tua moglie? Raccomandi la cultura e poi non mandi a scuola tua figlia? Non so che farmene di te».
Fine della storia e morale: fu un comportamento democratico? I garantisti diranno di no: ma resta la domanda: come si fa quando le leggi di garanzia le fanno i garantiti? Non è forse sbagliato ogni tanto che vi sia una qualche interruzione e stacco, e si torna all’inizio, forse è ancor più democratico. Mah!               Lidia Menapace  

Mi è capitato una volta di raccontare in una riunione la storia di Zio Ho e la promozione delle donne e ha avuto molto successo: sicché, ho pensato di narrarla di nuovo per utilità generaleultima modifica: 2009-02-15T10:50:26+01:00da
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