FRANCAVILLA FONTANA Casadelpopolo (BR) Organo di contro-informazione

“Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte” (Faber)

  (Foto Indymedia)              

 

Sabato sera, per le strade di Atene, Alexis Grigoropoulos, un ragazzo di soli 15 anni, è stato ucciso da un agente di polizia. L’omicidio volontario è avvenuto a sangue freddo.

In molte città della Grecia, da Atene a Salonicco, si è acceso il fuoco della protesta.

Manifestazioni politiche e studentesche, cortei e scontri contro una polizia per l’ennesima volta omicida, assalti a banche ed esercizi commerciali, continuano oggi per il terzo giorno consecutivo.

La protesta potrebbe saldarsi con lo sciopero generale indetto per mercoledì prossimo, sebbene i docenti universitari l’abbiano anticipato già da oggi. Scuole chiuse e celebrazioni per le festività natalizie annullate.

La morte del giovane compagno, vicino ad ambienti anarchici, è riuscita in Grecia a infiammare le coscienze dell’intera opposizione al governo di destra. Non solo la sinistra comunista di Syriza e Kke, ma anche il più moderato Pasok, sono in mobilitazione. E ancora: l’agente di polizia è stato arrestato, mentre il ministro agli Interni ha offerto, oltre alle proprie scuse, anche le dimissioni.

Che strano, però! Nella vicina Grecia, nonostante la tragedia e il disordine scaturito dall’omicidio, riesco a notare ancora un filo di rabbia, di voglia di lottare, di indignazione per la morte di un ragazzino che amava i propri ideali. Riesco a vedere la dignità di migliaia di persone, comunisti, anarchici, semplici elettori di sinistra, che scendono nelle piazze e agitano le coscienze nazionali e non solo.

L’eco di questi fatti arriva in Italia proprio quando sembra che l’Onda, l’Onda anomala (purtroppo sempre meno anomala, perché in fase di declino tipicamente italiano), stia pian piano morendo.

Questo clamore arriva, però, anche a distanza di sette anni dagli infami fatti del G8. Stesso copione: un ragazzo, un uomo in divisa, un’arma (la pistola, non l’estintore) e un corpo a terra privo di vita, quello del giovane Carlo, sparato, stirato e sfregiato.

In Italia, però, il rispetto delle Istituzioni è così forte che non ci si scusa mai, ci si dimette solo quando si è nel giusto. La lontana ipotesi di aprire una Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’omicidio Giuliani, su Bolzaneto e sulla Diaz, è morta sotto i colpi di alcuni personaggi dello stesso centrosinistra (tra i tanti anche Di Pietro, che ora vuol fare l’incendiario, il rivoluzionario con le manette). E poi la promozione ai più alti gradi dei responsabili di quella mattanza, l’assoluzione dei tanti, la brutta verità sulle bottiglie molotov, e tanto, tanto altro ancora.

Ma non basta, a noi non basta questo. Chiediamo anche più sicurezza, più controlli, più severità.

Vogliamo i soldati nelle città. Cazzo, i soldati!

Insomma, è diverso il Paese, è diverso lo Stato, ma son diversi anche i cittadini.

Siamo diversi noi, un po’ più obbedienti e buoni, ma anche più servi e coglioni.

In memoria di Alexis Grigoropoulos, ragazzo.  

 

 

 

Raffaele Emiliano

“Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte” (Faber)ultima modifica: 2008-12-08T18:18:00+01:00da
Reposta per primo quest’articolo