FRANCAVILLA FONTANA Casadelpopolo (BR) Organo di contro-informazione

Extraparlamentari? Perchè no?!

Certo che fa davvero un bell’effetto non apparire più in televisione, nei telegiornali e nei salotti del cazzeggio politico!

Per un po’ ci eravamo convinti che il fare politica ci imponesse anche questo: l’apparire, l’essere visibili, l’esserci sempre e comunque, coi riflettori puntati contro e i microfoni aperti a registrare.

Si faceva il doppio gioco: nei piani alti, ci si era convinti che davanti ai manifestanti bisognasse apparire come semplici compagni, idealisti e determinati; nei palazzi del potere bisognava, invece, presentarsi diversamente, in giacca e cravatta, con toni moderati e intenti pacati, addolciti, molli.

Il gioco ha funzionato per un po’, perchè si credeva che fosse indispensabile, si pensava che fosse necessario per non far crollare gli equilibri di un governo in cui pure stavamo troppo stretti.

Solo che, alla fine, dai modi e dalle maniere si era passati all’essere davvero un po’ troppo rinunciatari, passivi, subalterni.

Fu così che si venne puniti dall’elettorato ad una condizione nuova, per alcuni imprevedibile: quella di forza extraparlamentare.

Il laccio che teneva uniti i piani di quella che era ormai divenuta una vera e propria piramide interna a Rifondazione Comunista, si era spezzato.

Punto e a capo: ci ritroviamo ora dietro le quinte di una nuova puntata del tragicomico spettacolo della politica italiana. Non più attori, ma attenti spettatori.

Lo spettacolo sicuramente non mancherà: questa volta gli attori sono di quelli scelti e i ruoli principali se li son riservati le “star”: Berlusconi, Calderoli, Fini, Bossi, Schifani, Bondi…  

Che dire, se non che tutti questi personaggi potranno agire liberamente, da un lato forti del loro numero (e dei loro “numeri”, prevedibilmente da circo di periferia), dall’altro sicuri di non trovare un’opposizione decisa e ferma, anche solo ideologicamente contraria alla sceneggiatura politica del regista e aiuto regista e produttore e primo attore e Cavaliere (che non guasta mai) Silvio Berlusconi?

Non farà certamente una gran paura il “governo ombra” (di nome e di fatto) progettato da Veltroni, la “mente creatrice” del nuovo assetto politico italiano, quello del “modello bipolare all’americana”.

C’è da dire che il magico Walter è riuscito nella sua “americanata”, ha raggiunto il suo obiettivo: si proponeva di eliminare le ali estreme del suo schieramento per convincere i moderati e vincere sull’avversario; nei fatti, è riuscito a far scomparire dallo scenario politico istituzionale la sinistra estrema (a dir la verità, il merito non è stato tutto suo, dato che in tanti hanno voluto cimentarsi in questa pregevole impresa, ma comunque anche lui ha voluto darci una mano) ed è stato capace di mescolarsi coi padroni, coi cattolici medievali e con tutta una frangia di politici neanche lontanamente assimilabili a una cultura di sinistra. Un piccolo particolare è mancato alla realizzazione del “sogno americano” del nostro simpatico amico. Peccato, però, che questo particolare non fosse proprio secondario: non parliamo della canzoncina, alla quale si è provveduto con un fantastico “I am PD” da contrapporre alla troppo orecchiabile “Meno male che Silvio c’è”; parliamo, invece, della vittoria per il raggiungimento della quale tutto ciò era stato predisposto, ma che alla fine non c’è stata.

Se queste sono dunque le premesse del nuovo film, risulta chiaro il livello del divertimento.

Ritornando a noi, agli extraparlamentari che ci ritroviamo ad essere, credo che la nostra assenza sul palco non sarà priva di conseguenze per intere porzioni di società.

I governanti avranno le mani libere, quelle stesse mani con cui cercheranno di togliere ancora una volta a chi ha meno, ai lavoratori, ai precari, ai giovani. Ora che non ci siamo noi, anche i sindacati pagano il primo dazio, quello contenuto nelle parole di Montezemolo, secondo il quale essi sono la rovina della nostra economia, un’economia bloccata dai troppi veti delle organizzazioni dei lavoratori. Peccato che lo stesso ex presidente di Confindustria (sempre più presente nel dibattito politico) non riesca ad avere una concezione più ampia della parola “economia”, fatta non solo di numeri, di PIL e di tassi percentuali, ma anche di uomini e donne in carne e ossa, gente invisibile alla quale dovremo cercare di dare in questi prossimi cinque anni un sostegno più forte e sincero, perché più diretto e concreto di quello che è stato fino ad ora.

Forse extraparlamentari non si nasce e neppure lo si diventa, forse neanche lo ti fanno diventare.

Extraparlamentari siamo tutti noi, studenti, lavoratori, disoccupati, uomini e donne che producono e consumano, che fanno girare l’economia senza sapere cosa significhi l’acronimo “PIL” o il termine “inflazione”, che finanziano le guerre alle quali sono contrari e che tolgono fondi alla ricerca e alla cultura, vero termometro di civiltà di un Paese. Siamo noi la parte attiva della società ed è dentro di noi che sorgono i problemi e i conflitti, non all’interno di un Parlamento.

Mi sembra, pertanto, una posizione favorevole la nostra, situata com’è in mezzo alla gente, una posizione che sarà utile e fruttuosa soltanto se riusciremo a saper ascoltare quello che ci chiedono i nostri concittadini, non più sicurezza contro i rumeni, ma migliori condizioni di vita e più diritti per le fasce meno protette della società.

Il nostro posto è qui. Ritorniamoci finalmente, in ogni territorio, in ogni strada, in ogni casa.

Solo così potremo rinascere.

 

Raffaele Emiliano

Extraparlamentari? Perchè no?!ultima modifica: 2008-04-28T14:50:00+02:00da
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