FRANCAVILLA FONTANA Casadelpopolo (BR) Organo di contro-informazione

Bollettino mensile.

 

 

 

Finita la sbronza da campagna elettorale e ripresi i normali ritmi di vita dopo i gravi problemi intestinali seguiti all’esito del voto, le nostre menti possono finalmente mettere in fila due pensieri in libertà.

È giunta l’ora di fare un breve riepilogo di quel che è stato. Questa piovosa fine di giugno ci abbandona infatti portandosi con sé un bel po’ di tragedie.

Evito di trattare il tema “Francavilla”. La ferita è infatti ancora recente e non è mia intenzione ridestare un dolore appena sopito. Peraltro credo che quella sulla nostra città sia una discussione di basso profilo e per nulla interessante, dal momento che grossa parte della cittadinanza non la condividerebbe a giudicare dal più che mai generoso riscontro ricevuto dai vincitori del torneo elettorale. Mi sforzo pertanto di rispettare la volontà maggioritaria, senza scalfire l’orgoglio di tale scelta.

Spostando lo sguardo sul campo nazionale, si conclude un mese di vergogna per il Presidente del Consiglio Berlusconi alle prese con la propria virilità. Un mese in cui le prime pagine dei giornali sono state quasi esclusivamente occupate dalle vicende intime e private del capo, dalle sue cene e dai suoi inviti; un mese in cui non si è parlato d’altro, un mese in cui in Italia è sembrato esistere solo questo problema a giudicare anche dalle critiche monotematiche lanciate dai banchi dell’opposizione. La crisi è ormai lontana, l’economia gira, in città le ronde ci fan dormire tranquilli e al mare si sta bene. Se non fosse per gli ormoni del premier staremmo davvero bene…

E poi ci sono i drammi vicini e lontani, le sempre più numerose storie di povertà tra i nostri connazionali e le rivolte represse in un bagno di sangue lontano da noi. C’è l’urlo disperato del giovane iraniano che protesta contro un regime totalitario, un urlo amplificato a dovere dal sistema mediatico internazionale pur con tutte le difficoltà imposte dalla censura di Teheran;  c’è però anche l’indifferenza dell’opinione pubblica mondiale davanti al colpo di Stato dei militari in Honduras, c’è il silenzio colpevole del sistema dell’informazione e dei nostri notiziari nazionali, per i quali risulta assai più significativa la misteriosa morte di un cantante poco soddisfatto dal colore della propria pelle.

Ora tocca a luglio stupirci, tocca a questo caldo mese segnare altre date. Visti i precedenti di giugno non c’è molto da sperare, tanto più che nel nuovo mese ci sarà un importante appuntamento, degno delle più grandi sorprese.

Sappiamo che a L’Aquila sarà ospitato tra pochi giorni il G8; sappiamo che questa città distrutta dalla natura e già dimenticata dal governo italiano, riceverà con tutta la cortesia del caso i padroni del mondo, coloro che hanno in pugno le sorti di questo gioco chiamato Terra. L’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sarà puntata a poche centinaia di metri dalle macerie, a pochi passi dal dolore di chi ha perso parenti e amici, casa e futuro. Il vero sciacallaggio comincerà tra pochi giorni e a rendersene autori non saranno diseredati o ladri improvvisati, bensì sciacalli con la patente, quella dell’attuale esecutivo.

Uomini in divisa difenderanno poi il potere e le sue ineluttabili decisioni; un grosso quantitativo di forze dell’ordine sarà impiegato per tutelare la voce di otto uomini in giacca e cravatta contro l’urlo rabbioso del resto del mondo. Chissà se questa volta saranno più docili, chissà se il diritto di manifestare il nostro dissenso implicherà ancora una volta il rischio di farci del male.

Il trattato di Schengen è stato sospeso per meglio controllare il flusso di uomini e donne in arrivo nel nostro Paese. Non esiste però alcuna dogana per i nostri pensieri e per la nostra rabbia; nessuno sarà in grado di bloccare il nostro dissenso e la nostra memoria. Quella memoria che tra pochi giorni riconsegnerà a una data il ricordo vivo di un ragazzo morto, il volto del giovane Carlo Giuliani, ammazzato da uno Stato a guardia del proprio potere.

Tra macerie e dolorosi ricordi ancora vivi, questo G8 non sentirà certamente il bisogno di uno scenario più autentico e appropriato.

E a luglio la “suspance” ci sarà davvero…

 

Raffaele Emiliano

Bollettino mensile.ultima modifica: 2009-06-30T13:58:00+02:00da
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