Quando i Migranti eravamo noi … Immigrazione e diritto di cittadinanza

Domenica 29 marzo 2009 Teatro dei Padri Carmelitani

Torre Santa Susanna

Qui il manifesto dell’iniziativa: n521221508_1512538_4736450.jpg

 

L’Associazione di volontariato ADELANTE di Torre S.Susanna, il Gruppo territoriale EMERGENCY della provincia di Brindisi e l’associazione MAMADU’ di Brindisi, organizzano una serata sul tema dell’accoglienza ed in generale sui fenomeni migratori.

La manifestazione si propone di aprire una profonda riflessione sul tema dell’accoglienza ed in generale sui fenomeni migratori. Si propone di ricordare “Quando gli albanesi eravamo noi”, ricordare che fino a ieri eravamo un popolo di migranti: si tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all’estero. Riflettere su ciò che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi, che porta a trattare i migranti di oggi così come sono stati trattati, male un po’ ovunque, i nostri migranti, che hanno dovuto lottare per i loro diritti, gli stessi diritti che oggi a distanza di anni neghiamo ai migranti provenienti dai SUD del mondo.

Si vuole lanciare la proposta della cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e del dialogo in contrapposizione alle politiche securitarie che fanno del clandestino un criminale.

Si vuole andare a fondo alla questione migranti, analizzando quelle che sono le cause dei nuovi flussi migratori: dalle guerre ad un sistema economico-finanziario mondiale criminale in cui l’11% della popolazione mondiale consuma l’88% delle risorse, che forza la gente a fuggire dalla propria terra per sopravvivere.   

Evidenziare le affinità tra l’emigrazione italiana del dopoguerra e l’attuale immigrazione in Italia, un paese che ha bisogno di stranieri ma che non li vuole integrare, che dimentica il suo passato da migrante.  Scopo finale è quello di sfatare la distorta informazione mediatica sull’argomento.

La manifestazione prevede:

1)  Ore 19 un convegno al quale parteciperanno autorevoli esperti nell’ambito dell’accoglienza e della mediazione culturale, nonché studiosi delle politiche repressive attuate contro i migranti e rappresentanti delle comunità locali di migranti.

Modera: fra Ettore Elia Marangi (Giustizia e Pace  Frati Minori Francescani del Salento – Responsabile della Casa di accoglienza per richiedenti asilo in Ostuni)

 intervengono:  

Antonio Romano (Chirurgo, Direttore Sanitario del Poliambulatorio Emergency di Palermo. Inaugurato il 18 aprile del 2006, il Poliambulatorio per migranti e persone in difficoltà di Emergency a Palermo è dedicato in primo luogo alla popolazione immigrata residente, con o senza permesso di soggiorno, ma anche ad italiani in condizioni di particolare disagio. Fino a giugno 2008 gli accessi alla struttura sono stati 17.163. Il Poliambulatorio garantisce assistenza sanitaria gratuita ad individui che, in quanto tali, hanno diritti inalienabili che nel nostro paese sono sì riconosciuti ma spesso nei fatti negati. Attraverso un codice anonimo chiamato “STP” – Straniero Temporaneamente Presente – assegnato dalle anagrafi assistiti è possibile infatti fornire prestazioni sanitarie anche a chi non ha un permesso di soggiorno.)

Marco Rovelli (Scrittore e musicista, autore del libro Lager italiani, un “reportage narrativo” interamente dedicato ai centri di permanenza temporanea (CPT), raccontati attraverso le storie di coloro che vi sono stati reclusi e analizzati dal punto di vista politico e filosofico).

Malika Elalaoui (Mediatrice interculturale – Associazione Indipendente Donne Audaci – Rappresentante comunità marocchina di Brindisi).

Nazzareno Guarnieri (Presidente Federazione Nazionale Rom e Sinti – Nazzareno Guarnieri è impegnato attivamente quale professionista ed attivista per la crescita sociale, culturale, politica ed economica della propria minoranza etnica. Primo figlio di una numerosa e stimata famiglia Rom è nato 54 anni fa a Città S. Angelo (PE) dove ha frequentato il locale istituto magistrale per ottenere nel 1971 il diploma di abilitazione magistrale. Ha completato la propria formazione professionale all’Università dell’Aquila per il corso di operatore psicopedagogico, con la Regione Abruzzo per il corso di mediatore culturale. Sposato da 34 anni è padre di due figlie diplomate con una stabile occupazione. Fin da giovanissimo si è impegnato nelle attività del volontariato (Azione cattolica, Acli), dal 1971, unitamente ad altri giovani rom (Di Rocco Guerino, Spinelli Antonio, Campanella Giuseppe) e il sacerdote Don Gianni Lizza, Nazzareno Guarnieri ha svolto attività di volontariato a favore della minoranza Rom in Abruzzo, unica regione italiana (unitamente al Molise) dove non si è realizzata la sciagurata politica dei “campi nomadi” anche per merito degli attivisti giovani Rom e di Don Gianni Lizza che non hanno mai condiviso questa politica e né collaborato per la sua realizzazione.)

Conclude i lavori Marco Alvisi (Presidente del CSV POIESIS di Brindisi)

2)  Ore 21 spettacolo teatrale attraverso il quale si vuole riportare il pubblico nelle case profumate di sacrificio di migliaia e migliaia di italiani, provenienti soprattutto dal Sud dell’Italia, costretti ad abbandonare la propria terra per cercare fortuna in luoghi lontani … ricordare la nostra storia di Migranti.

L’emigrazione è puttana è uno spettacolo della compagnia Teatro della Ginestra di Cosenza. Il titolo è emblematico e la protagonista assoluta non poteva che essere la valigia di cartone. Lo spettacolo si sviluppa a partire dai versi di Franco Costabile – poeta ermetico calabrese morto nel 1965 a soli quarantuno anni – e racconta la storia delle vite di quattro fratelli: Domenico, Antonio, Salvatore e Rosa. Nell’intimità della loro casa, ora in attesa di una lettera dall’Argentina, ora piangendo la morte di Domenico, le tematiche che emergono dai discorsi dei tre fratelli offrono numerosi spunti di riflessione oltre che sulla nostra storia nazionale passata anche, o forse soprattutto, su quella attuale. Oggi, più di sessanta milioni di persone di origine italiana vivono in paesi extraeuropei; gli scenari internazionali però, rispetto a qualche decennio fa, sono cambiati e l’Italia ormai, più che di emigrazione, è un paese di immigrazione. Ogni anno, infatti, a Milano come a Reggio Calabria, giunge una moltitudine multicolor di stranieri provenienti da ogni angolo di mondo – o meglio di terzo mondo – spinti, nella maggior parte dei casi, dalla volontà di offrire a sé stessi e alle proprie famiglie la possibilità di poter vivere una vita dignitosa. Domenico, Antonio, Salvatore e Rosa sono quattro ragazzi costretti a crescere senza la presenza del padre; basterebbe chiudere solo per un attimo gli occhi e le loro storie potrebbero aiutarci a meglio comprendere quelle dei tanti Mohamed, Dimitri, Amadoui o Irina che oggi popolano le nostre città: quante sono le donne romene, albanesi, senegalesi o tunisine che, ogni giorno, proprio come i personaggi di questo spettacolo, nei loro villaggi attendono notizie dei loro uomini? Quanti i soldi che ogni mese vengono inviati da Roma e arrivano a Bucarest? Quanti i pomodori raccolti per pochi euro l’ora? Tanti, tantissimi, proprio come i metri di binari di metropolitana costruiti dai nostri connazionali nelle metropoli statunitensi! L’emigrazione è puttana è uno spettacolo coinvolgente, forte, intenso: complimenti, dunque, al regista Dante de Rose e all’autrice Vincenza Costantino i quali, con tempi perfetti e dialoghi toccanti, riescono a colpire gli spettatori e a trasmettere sensazioni e messaggi importanti attraverso il linguaggio teatrale. Gli attori, tutti calabresi, recitano il copione con trasporto e lucidità e il numeroso pubblico ha apprezzato una performance, condita da appropriati giochi di luci e ombre, degli interpreti.

 

 INGRESSO GRATUITO

 

Appuntamento il 29 marzo a Torre Santa Susanna.ultima modifica: 2009-03-27T15:01:00+01:00da casadelpopoloff
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7 Thoughts on “Appuntamento il 29 marzo a Torre Santa Susanna.

  1. Vergognatevi.!!!!!!!! Siete responsabili, Governo, Confindustria e quante e quanti oggi plaudono, di quello che accadrà. Degli infortuni, delle malattie e dei lutti, che le modifiche al Testo Unico sulla Sicurezza, potranno provocare. Se diventeranno definitive, perché prima che questo avvenga, in molti si attiveranno per bloccarle, nei luoghi di lavoro, nei territori e nelle istituzioni. Si attiveranno più di quanto non sia avvenuto finora, per far crescere l’indignazione e il contrasto all’ennesima manomissione dei diritti che state compiendo.Lo aveva promesso all’indomani della vittoria elettorale, era stata una delle primissime dichiarazioni della compagine vincitrice che arrivava a Palazzo Chigi in merito alle intenzioni future. Così oggi tutto appare in linea con quanto prospettato all’inizio del Berlusconi quater. Il Consiglio dei ministri da infatti il via libera allo schema di decreto legislativo per la modifica del Testo unico sulla sicurezza del lavoro varato dal precedente esecutivo. A disegnarne contorni e contenuti è stato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, lo stesso che aveva preannunciato da aprile la volontà di mettere mano a quello che è stato considerato uno dei più importanti provvedimenti lasciati in eredità dall’esecutivo Prodi, figlio di una lunga stagione di confronto fra le parti sociali, che però non ha mai incassato la benevolenza di Confindustria, oggi in gaudio.Ad accogliere Sacconi&co, un fuoco di sbarramento. “Inaccettabile” perché “il vecchio testo unico andava bene” dichiara il segretario nazionale Gianni Rinaldini della Fiom Cgil, categoria che questa mattina ha organizzato un presidio di protesta davanti Palazzo Chigi mentre andava in scena il Cdm, da cui è appunto uscita una notizia annunciata già le scorse settimane dalla stampa. Altrettanto tranciante è il giudizio del segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che ha parlato di “errore grave” soprattutto a causa del fatto che “non c’è bisogno di modifiche legislative che fanno venir meno la certezza della norma”.

  2. Gnomo : “Mr OBAMAAA !!!” Elisabetta : “Che caxxo gridi !” Barack : “Vaffan…. te, la crema abbronzante, i tacchi alti ed il Viagra !!!”D. Telegraph bacchetta BerlusconiLONDRA, 2 APR – ”G20: le battute sessiste di Silvio Berlusconi, i doppi sensi, e gli scherzi da liceale”, titola il Daily Telegraph nei servizi sul G20. In una corrispondenza da Roma, il quotidiano sottolinea che il premier italiano si vanta della sua abilita’ di comunicare con la gente normale ”ma si e’ costruito una reputazione di autore di gaffe sulla scena internazionale”. E rileva che ”i suoi 3 mandati da primo ministro sono stati punteggiati da battute sessiste, doppi sensi e scherzi da liceale”.

  3. Berlusconi porta sfiga …..e ora pure il terremoto!!!!!!!!!!!Quello di Veltroni, quello che aveva aperto una nuova stagione della politica non più basata sulla necessità di considerare gli avversari politici dei nemici da abbattere. Dimenticato, ripudiato anche il Pd del 25 ottobre scorso, quello che era sceso in piazza proprio al Circo Massimo. Buttato nel cestino con un clic. Oggi il Pd è quello raffigurato nella vignetta di Giannelli sul Corriere di ieri: il segretario portato sotto braccio da Bersani e D’Alema.È un altro centrosinistra. E lo si capisce da subito. Il palco che allora Veltroni volle quasi a metà della grande vasca tra il Palatino e l’Aventino, stavolta è stato collocato in fondo. Niente più palco tra la gente ma la vecchia struttura in alto e distante dalle prime file. Niente più effetti scenici. La Cgil voleva dare una prova di forza. Anche fisica. Basta con la politica di plastica, basta esigenze televisive prima di tutto, niente più immagini di sfondo da rivista di viaggi come le cartoline d’Italia da Assisi alle colline toscane. No, il sindacato torna a dettare la linea. Con un salto all’indietro di sette anni: il riferimento culturale è la manifestazione del marzo 2002 sempre al Circo Massimo voluta da Cofferati, due giorni dopo l’omicidio di Marco Biagi.Il sindacato detta la linea, il partito esegue. E la linea prescrive unità della sinistra, già Casini è fuori da questo schema: se lo ripigli il Cavaliere. Ecco, Berlusconi. Torna a campeggiare sugli striscioni. Qualcuno contro la Gelmini, qualcosa contro Brunetta. Ma soprattutto lui, Silvio. Il mostro. Il cattivo. Quello che l’Italia va a rotoli e lui se la ride. Lo sporco. E naturalmente anche il fascista. Eccola lì, l’accusa che non si sentiva più. Aridaje. Lo dice l’operaio di Pomigliano in cassa integrazione quando accusa la polizia del governo fascista che li ha picchiati mentre protestavano; protesta che consisteva nel blocco dell’autostrada ma questo non lo si dice. Epifani non lo nomina per tutta la mattinata. Ma un’ora e mezza dopo, sullo stesso palco, gli basta citare «il presidente del Consiglio» perché dalla folla si levi un coro di fischi e annesso coretto «buffone, buffone». In mezzo ci sono i cortei. E c’è il cartellone con Rocco Siffredi e la scritta: «Si è fatto 200mila donne» e a fianco Berlusconi con la didascalia «L’ha messo nel… a 16 milioni di italiani». Non manca il richiamo alla resistenza, altro cartellone: «Una mattina, mi son svegliato, e ho trovato il Berluscon…».Uno striscione: «Berlusconi, con l’ottimismo non si mangia». Quello che non ha dubbi: «Berlusconi porta sfiga». Quello sorridente: «Il ghigno del male». Quello scolastico: «Berlusconi, 5 in condotta: bocciato». Quello culinario: «Il cuoco Berlusconi sta cucinando gli italiani». Il Che. Le magliette di Che Guevara. Le bandiere di Che Guevara. Gli striscioni di Che Guevara. Il medico siciliano che parla dal palco conclude gridando: «Hasta la victoria siempre». Guerriglieri, rivolta sociale, battaglia. È una sinistra che sembra distante anni luce da quella post Prodi. Il Pd va solo a ruota. Franceschini si fa il suo pezzo di corteo mentre Veltroni da leader del partito non aveva mai voluto scendere in piazza con il sindacato. Comanda Bersani. O Fassino.È un Pd che si fa indicare dal sindacato la strada, dove deve ora inseguire Antonio Di Pietro nella gara a chi la spara più grossa contro il Cavaliere. È una piazza dove non si vedono bandiere bianche con il simbolo tricolore del partito. O se ne vedono, sporadicamente. Qualcuna in mezzo a quella selva di bandiere rosse. È la piazza che sancisce la ricomposizione di tutta la sinistra unita, quella che va appunto da Franceschini a Fidel Castro. Ricompaiono volti che sembravano svaniti. Sbattuti fuori dal Parlamento dagli elettori. Al popolo della sinistra piace anche se al vertice rischia già di sfuggire di mano. Se ne rende conto pure Massimo D’Alema, l’ultimo big ad andare via, che viene fermato mentre raggiunge l’auto da uno che gli urla contro: «Fai qualcosa tu, Massimo. Quello davvero arriva al 51%. Noi che altro dobbiamo fare? Mettere le bombe?». L’ex premier si spaventa, si imbarazza, prova a sdrammatizzare: «Qui c’abbiamo anche il bombarolo», e gli dà un buffetto. La miccia è accesa. L’hanno accesa. E ora?

  4. Berlusconi, ai superstiti del terremoto: “E ‘come un fine settimana di campeggio” NON C’E’ GIORNO CHE NON RIDONO DI NOI IN TUTTO IL MONDO!MA LO VOLETE FERMARE O NO???E’ VERGOGNOSO!!!TAPPATEGLI LA BOCCA UNA VOLTA PER TUTTE, PERCHE’ OGNI VOLTA CHE LA APRE FA DANNI!DA: publico.esEl primer ministro italiano, Silvio Berlusconi, ha aconsejado a los supervivientes del seismo del lunes en Los Abruzos (centro), alojados provisionalmente en tiendas de campaña, “tomárselo como un fin de semana de camping”, afirma este miércoles la televisión alemana N-TV. “No les falta de nada, tienen atención médica, comida caliente… Claro que su refugio actual es completamente provisional pero, justamente, hay que tomárselo como un fin de semana de camping”, ha respondidido a una pregunta de la periodista sobre la situación de los damnificados.Las autoridades italianas estiman que unas 17.000 personas se han quedado sin hogar, la mayoría de las cuales están instaladas en tiendas de campaña levantadas en los suburbios de L’Aquila, capital provincial de Los Abruzos.Según la Protección Civil italiana, citada por la prensa local, otras 250 personas murieron en el terremoto acontecido la madrugada del lunes, que también dejó “algo más de 1.000” heridos, cien de ellos en estado grave.Rescates y réplicasDesde el lunes se han rescatado a 150 personas con vida de debajo de los escombros. El martes por la noche se sintieron más réplicas del terremoto en L’Aquila. La más fuerte de ellas, de 3,7 en la escala de Richter, se registró poco antes de las 06.30 locales, según el instituto de geofísica y de vulcanología italiano.

  5. ecco il motivo x cui non voto piu’ x i compagni: siete sempre sciacalli. non capite niente, siete tarati. parlate invece delle cravatte di super lusso del difensore dei lavoratori -si fa x dire- invece di speculare sulle battute -anche se fuori luogo di berlusconi

  6. Italia, paese troppo disugualeOggi in economia domina, quasi del tutto incontrastata, la teoria neoclassica basata su un’impostazione che raccoglie il consenso della stragrande maggioranza sia degli economisti sia dei policy makers, sebbene divisi loro stessi sul piano politico, che condividono un metodo scientifico e alcuni princìpi e strumenti teorici per l’analisi del comportamento dei singoli individui, raggruppati in due grandi categorie: i consumatori e i produttori. Gli uni e gli altri sono considerati come soggetti che “massimizzano” il loro obiettivo. I consumatori l’utilità, i produttori il profitto. Il modello di sviluppo neoliberista prevalso negli ultimi decenni, proprio seguendo questo schema, ha assorbito come componente strutturale l’alterazione della distribuzione del reddito e l’accentuazione delle diseguaglianze sulla base di una massimizzazione dei profitti fondata su uno spirito di deregolazione dei mercati e talvolta di innovazione finanziaria selvaggia sostenuta da una cultura del debito. L’equilibrio economico è stato così ricercato con l’indebitamento delle famiglie e con le distorsioni delle bilance commerciali, inducendo alla modellazione di politiche economiche e distributive sostanzialmente irresponsabili, basate sull’autoregolazione dei mercati e la dismissione della responsabilità pubblica.A questo si sono aggiunte le interazioni tra trasformazioni nei mercati del lavoro e trasformazioni nei mercati dei capitali per garantire l’efficienza economica prima ancora che l’equità. In un’intervista su Repubblica del 2 aprile, l’economista Jean-Paul Fitoussi, nel richiamare l’esigenza di un ripensamento degli affari politici, economici e sociali, sostiene che “la dottrina è arrivata ad accettare che le disuguaglianze fossero considerate un fattore positivo di crescita e dinamismo economico”. Il rapporto capitale-lavoro su cui si sono costruiti i modelli di economia appare sostanzialmente modificato. La quota di reddito nazionale assegnata al lavoro dipendente si è ridotta notevolmente a fronte di una crescita della rendita, nemmeno del rendimento del capitale (nell’accezione classica, appunto). Per evitare la crisi e le disuguaglianze all’origine della stessa bisognava rompere l’alleanza tra rendita e profitto a scapito del lavoro. Eppure, è dentro la scelta di sostenere i maggiori profitti all’insegna di una rivoluzione tecnologica che si è scelto di ridimensionare il welfare e la rappresentanza sociale.Il quotidiano Le Monde, ispirandosi a un famosa pubblicazione della Graduate School of business di Chicago, scriveva a ottobre 2008 “Salviamo il capitalismo dai capitalisti”. Senza entrare dunque nel giudizio del “mito” di un’economia dei profitti in grado di soddisfare i bisogni, oggi è necessario ammettere che l’irrazionalità dei rapporti tra produzione e consumo non tiene conto in sé di alcuna garanzia di sviluppo e, in un momento di crisi come questo, nemmeno di crescita. L’Italia è il sesto paese più diseguale tra quelli Ocse nella distribuzione del reddito, grazie alla forbice nella distribuzione del reddito dettata, da un lato, dalla sistematica riduzione sul valore aggiunto della quota dei redditi da lavoro a fronte di un aumento di quella dei redditi da capitale; dall’altro, dall’allargamento – all’interno della quota di reddito nazionale andata al lavoro – del ventaglio delle diseguaglianze, lungo tutta la scala distributiva delle retribuzioni.Elaborando i dati dei Caaf Cgil sui redditi da lavoro dipendente, emerge un’asimmetria nella distribuzione del reddito a sfavore delle classi di reddito medio-basso, in cui si trova la massima concentrazione di lavoratori. In Italia, pertanto, la percentuale di persone che non supera i 30mila euro netti individualmente è pari a circa il 90% dei dichiaranti (un universo di circa 1.265.000 persone). Circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1.000, di cui oltre il 60% sono donne. A tutto questo si aggiungono gli oltre 7,5 milioni di pensionati che, secondo i dati dell’Inps, guadagnano meno di mille euro netti mensili. Secondo l’ultima Indagine sui bilanci delle famiglie (Banca d’Italia, 2008) il 10% delle famiglie più ricche possiede quasi il 45% dell’intera ricchezza netta delle famiglie italiane. A una perdita di potere d’acquisto dei redditi delle famiglie con persona di riferimento operaio o impiegato nel periodo 2002-2008 ha corrisposto una crescita dei redditi delle famiglie di imprenditori e liberi professionisti: il reddito disponibile familiare tra il 2002 e il 2008 registra una perdita di circa 1.599 euro nelle famiglie di operai e 1.681 euro nelle famiglie con “capofamiglia” impiegato, a fronte di un guadagno di 9.143 euro per professionisti e imprenditori.Le disuguaglianze alle origini della crisi che stiamo attraversando riguardano perciò soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. Nella crisi queste disuguaglianze non potranno che accentuarsi. L’impatto della crisi sulla distribuzione del reddito e sull’equità, considerando l’abbattimento delle retribuzioni per effetto del ricorso agli ammortizzatori sociali, produrrà un ulteriore perdita di potere d’acquisto. Nella crisi, infatti, un lavoratore in cassa integrazione a “zero ore” per un mese vede il suo stipendio passare dai 1.430 euro netti in busta paga ad appena 762 euro; una lavoratrice in cig, sempre a zero ore, con uno stipendio mensile di 1.100 euro netti passerà a 634 euro netti. Per capire il perché della scelta della Cgil di sostenere occupazione, redditi e investimenti è sufficiente pensare se quei due lavoratori sono sotto lo stesso tetto. E ancora, se il figlio in collaborazione perde il posto e si trova senza reddito (già basso, mediamente 610 euro netti). Se a perdere il posto è un lavoratore dipendente, ma dei servizi, ad esempio del commercio, se – e solo se – ha i requisiti per l’indennità di disoccupazione, potrà ottenere un sostegno di 693 euro netti, contro il suo salario mensile di 1.155 euro.Non è davvero necessario rimarcare l’inesattezza delle teorie fondate sul trade-off tra crescita e welfare: la stessa Francia ne rappresenta un esempio significativo, con lo Stato sociale che fa da “stabilizzatore automatico” dell’economia. In sostanza, in Italia come in tutti i maggiori paesi industrializzati, bisogna ripensare a una politica dei redditi e dell’acquisizione dei guadagni di produttività, comprendendo in esse anche la regolazione dei mercati de lavoro. In tal senso, per analizzare le cause di bassa crescita strutturale e dell’impoverimento relativo dell’economia italiana, bisogna adottare come punto di partenza un modello che valorizzi il lavoro e la crescita della produttività generata dallo stesso lavoro – come suggeriscono gli economisti “classici” (come Smith o Ricardo) – che si basa sul ruolo del salario come fattore di spinta all’introduzione da parte delle imprese di nuovi macchinari e tecnologie e, al tempo stesso, sulla formazione e la specializzazione dei lavoratori come elemento fondamentale di innovazione e sviluppo. Occorre, inoltre, una rielaborazione dell’intervento dello Stato in termini di politiche fiscali. Avendo in questi anni riscontrato una perdita di potere d’acquisto difficile da recuperare con la contrattazione, appare indubbiamente necessaria una “nuova progressività” del sistema fiscale e un nuovo schema di incentivazione/disincentivazione, in particolare quando si vuole rilanciare la crescita anche attraverso le componenti della domanda interna. Specialmente nelle economie post-industriali, in cui le classi sociali non sono più rigidamente separate tra capitalisti e lavoratori e dove un’ampia fascia di popolazione è estranea ai rapporti tipici del mercato del lavoro, è chiaro che è la distribuzione secondaria (o personale) a rivestire il maggior interesse.

  7. Silvio Berlusconi – tessera n° 1816 della P2, raccomandava delle ragazze da assumere in Rai…il premier pero’ sostiene che «la TV pubblica è pagata dagli italiani e pertanto non si possono fare trasmissioni come AnnozeroDopo aver ascoltato le affermazioni degli onorevoli Gasparri e Cicchitto in Tv riguardo la trasmissione Annozero, ho “preso” tastiera monitor e unità centrale e mi accingo a scrivere una email. E-mail che sarà indirizzata a diverse testate giornalistiche nazionali e alla trasmissione Annozero (spero che la leggano). Quello che (non) mi stupisce è che i nostri “parlamentari” parlano di accertare le responsabilità, di indagini, di procuratori, di giudici… ma non parlano di prevenzione e di certezza della pena per i responsabili. Riguardo alla puntata di Annozero, devo dire che su molti aspetti non sono stato d’accordo con quanto è stato detto da Santoro in trasmissione mentre nelle vignette di Vauro non c’è stato nulla, a mio avviso, di sconveniente. Premesso ciò, non condivido assolutamente le affermazioni ed i provvedimenti di Massi. La libertà di stampa, di parola e di critica è fondamentale per la sopravvivenza di uno stato democratico. Ed ora passiamo agli on. Gasparri e Cicchitto. La P2 E’ una loggia massonica che si è prefissa di portare nuovamente la dittatura in Italia. Fabrizio Cicchitto: fascicolo n. 945, tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980 (fonte: wikipedia). Maurizio Gasparri: …è stato l’artefice della cosiddetta “legge Gasparri” (una legge che viola le norme europee) che permette a Rete 4 di occupare un canale Tv in maniera abusiva. Violare le normative europee significa che gli italiani pagano di tasca propria le sanzioni che l’Europa ci impone per tali violazioni. Quindi, l’on. Gasparri ed il suo compagno Cicchitto, farebbero bene a tacere quando sostengono che «la TV pubblica è pagata dagli italiani e pertanto non si possono fare trasmissioni come Annozero». Voglio aggiungere, infine, che il leader del PdL (e cioè il sig. Silvio Berlusconi – tessera n° 1816 della P2) raccomandava delle ragazze da assumere in Rai (telefonata Saccà-Berlusconi del 21/06/2007 ore 18,40 – Internet è pieno di tali files audio), ragazze che sarebbero state assunte e pagate con i soldi degli italiani senza un regolare concorso pubblico. Quindi i sig.ri Cicchitto e Gasparri, prima di dire stupidaggini, dovrebbero guardare in casa loro (il PdL), fare un esame di coscienza (credo che l’abbiano anche loro una coscienza) e, in ultimo, considerare che non tutti gli italiani sono dei c… (come vorrebbero loro).Antonio Carmine Cerquone Giulianova

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