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NUOVO GAP E PRIMI NEMICI USCITI ALLO SCOPERTO


Domani un chilo di pane, uno di pelati, due di patate e sei uova a tre euro e mezzo. Intanto scritte di contestazione sulla bacheca di Rifondazione accanto alla pubblicizzazione dell’iniziativa

Di Eliseo Zanzarelli  (SENZACOLONNE)

FRANCAVILLA FONTANA – Domani mattina presso la locale sede di Rifondazione Comunista nuovo appuntamento coi Gap, gruppi d’acquisto popolare, che ogni due settimane consentono alle famiglie di risparmiare sulla spesa: un chilo di pane, uno di pelati, due di patate e sei uova a tre euro e mezzo. Intanto però qualcuno muove le prime critiche all’iniziativa: probabilmente la scorsa notte, sono comparse alcune scritte di protesta sulla bacheca nei pressi della sezione accanto al volantino che pubblicizzava il consueto appuntamento coi prodotti a prezzo di costo. Qualche scettico nei confronti dei Gap ha infatti invitato i rifondatoli ad andare a lavorare e pensare alle cose serie, tipo procurare posti di lavoro, anziché promuovere simili distribuzioni. L’episodio non preoccupa ma fa sorridere i responsabili del partito che minimizzano: “Significa che i Gap funzionano e cominciano a dar fastidio a qualcuno, sappiamo solo che puntualmente ogni due settimane, da circa un mese a questa parte, la richiesta supera di gran lunga l’offerta”. Le scritte sono state subito coperte con un nuovo volantino.

Tornando al gruppo d’acquisto, domani quarto appuntamento col risparmio. Coi Gap è possibile infatti risparmiare sulla spesa. In che modo? Semplice, organizzandosi in gruppi di consumatori e acquistando all’ingrosso, trattando il prezzo direttamente col produttore, senza intermediari e conseguenti “ricarichi”. Quattro alimenti di prima necessità a soli tre euro e 50 centesimi. Cifra a prova di raffronti presso qualsiasi rivendita al dettaglio, meno cara del 50 per cento o più rispetto all’offerta media di mercato. Nessun introito è provenuto finora e proverrà ai promotori dall’attivazione del Gap francavillese, come gli stessi rifondaroli specificano: “Il Gap può essere riconosciuto come ente associativo o come informale gruppo di persone  che si mettono d´accordo per ordinare direttamente il prodotto al distributore. Quello che lo contraddistingue è il fatto che esso è un soggetto associativo senza scopo di lucro costituito al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale. Costituiamo un gruppo informale di consumatori che decidono di acquistare prodotti di prima necessità. Non si ricarica in alcun modo il prezzo sul prodotto, dal momento che esso dev’essere lo stesso di quello che viene stabilito con il produttore. Logica conseguenza è la regola del <<più si è, meglio è>>, perché meglio si contratta il prezzo con il produttore”. Questa, in sintesi, la “forza”, il potere contrattuale di un Gap: “Essere un Gruppo d´acquisto popolare perciò vuole dire risparmiare, ma anche chiedersi che cosa c´è dietro a un determinato bene di consumo. Utilizzando i criteri della filiera corta, della garanzia di acquisto di quantità importanti per il produttore, di riduzione al minimo di imballaggi e confezionamenti, dell’assenza di spese in pubblicità e dei trasporti ridotti al minimo con la scelta di produttori locali, potremo abbattere decisamente i costi di determinati prodotti. Parte specifica dell’attività del Gruppo d´acquisto popolare è una coscienza critica verso il consumo e i metodi  produttivi che attivano il mercato”.

Un modo semplice, al di là dei detrattori notturni, per fronteggiare la crisi, apprezzato sempre più dalle famiglie, numerosissime ogni due venerdì presso il locale circolo “Che Guevara”.

 

 

 

 

NUOVO GAP E PRIMI NEMICI USCITI ALLO SCOPERTOultima modifica: 2009-03-26T11:10:18+01:00da
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