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SECONDO GAP, ALTRO SUCCESSO, TUTTO ESAURITO, CRESCONO I CONSENSI



Di Eliseo Zanzarelli ( DAL
quotidiano senzacolonne )

FRANCAVILLA FONTANA – La gente entrava con cinque euro e 50 centesimi tra le mani e usciva con due chili di patate, uno di pane farina e pelati, tre scatolette di tonno e sei uova. È successo nella mattinata di ieri presso la sede di Rifondazione Comunista in corso Umberto, dove è stato lanciato il secondo Gap, gruppo d’acquisto popolare: acquisto di generi di prima necessità all’ingrosso e successiva rivendita, senza ricarichi né conseguente guadagno, a prezzo più che conveniente. Si tratta di un rimedio concreto per fronteggiare la caduta libera del potere d’acquisto delle famiglie e la cosiddetta sindrome della terza settimana, da cui purtroppo sempre più gente è suo malgrado affetta. Questo il motivo del grande successo tributato dalla cittadinanza all’iniziativa, in quest’ultima più che nella precedente occasione: se quella volta sono state distribuite, sempre a prezzo modico, 25 buste piene zeppe di prodotti, questa ne sono state distribuite oltre 50. E in occasione del prossimo appuntamento c’è addirittura in programma di aumentare ancora le disponibilità. Tanto, perché la richiesta ha pure ieri di gran lunga sopravanzato l’offerta: diversi potenziali partecipanti al gruppo sono stati rimandati alla prossima iniziativa, che, con prodotti differenti, vedrà la luce tra una decina di giorni.
A spiegare meglio l’iniziativa, gli stessi responsabili del “Prc”, guidato dai cosegretari Emanuele Modugno, Raffaele Emiliano e Ivana Andriulo: “Si tratta di un programma – fanno sapere – dal forte valore sociale. I Gap si propongono infatti di fronteggiare l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e la progressiva diminuzione del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni. L’iniziativa, che è partita da Roma, cerca di rompere il ricatto, per il quale se non arrivi a fine mese devi mangiare prodotti di bassa qualità. Associandosi come consumatori, infatti, si riesce sensibilmente a ridurre il prezzo del pane e di altri alimenti di prima necessità. Questo obiettivo si raggiunge sostanzialmente perché il gruppo di acquisto contratta il prezzo direttamente dal produttore, saltando ogni tipo d´intermediazione”.
Nessun introito è provenuto e proverrà ai promotori dall’attivazione del Gap francavillese, come gli stessi rifondaroli specificano: “Il Gap può essere riconosciuto come ente associativo o come informale gruppo di persone  che si mettono d´accordo per ordinare direttamente il prodotto al distributore. Quello che lo contraddistingue è il fatto che esso è un soggetto associativo senza scopo di lucro costituito al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale. Costituiamo un gruppo informale di consumatori che decidono di acquistare prodotti di prima necessità. Non si ricarica in alcun modo il prezzo sul prodotto, dal momento che esso dev’essere lo stesso di quello che viene stabilito con il produttore. Logica conseguenza è la regola del < >, perché meglio si contratta il prezzo con il produttore”.
Un solo gruppo d’acquisto, per ora, a titolo dimostrativo e per lanciare la proposta, ma in futuro: “È opportuno lavorare per moltiplicare i gruppi di acquisto, in maniera tale da rendere il nostro intervento ancora più capillare. Infine i Gap devono essere in grado di articolare nel nostro territorio una campagna contro il caro vita che chieda alle istituzioni di intervenire per bloccare i prezzi. Il gesto di fare la spesa può assumere una forte e chiara valenza sociale, economica e politica. Prendere consapevolezza di questo potere permette di elaborare una strategia di condizionamento della politica di approvvigionamento, produzione e distribuzione delle imprese.
In questa fase di grave crisi economico-finanziaria assume una valenza prioritaria il prezzo al dettaglio dei beni di prima necessità, sottoposti ad ingiustificati aumenti”.
Questa, in sintesi, la “forza”, il potere contrattuale di un Gap: “Essere un Gruppo d´acquisto popolare perciò vuole dire risparmiare, ma anche chiedersi che cosa c´è dietro a un determinato bene di consumo. Utilizzando i criteri della filiera corta, della garanzia di acquisto di quantità importanti per il produttore, di riduzione al minimo di imballaggi e confezionamenti, dell’assenza di spese in pubblicità e dei trasporti ridotti al minimo con la scelta di produttori locali, potremo abbattere decisamente i costi di determinati prodotti. Parte specifica dell’attività del Gruppo d´acquisto popolare è una coscienza critica verso il consumo e i metodi  produttivi che attivano il mercato”.
E tra dieci giorni circa si replica. Gli iscritti francavillesi al partito, i primi e unici ad aderire all’iniziativa nazionale qui in Puglia, sono già al lavoro per individuare prodotti fornitori e prezzi più convenienti per il prossimo appuntamento. Con alcune certezze ulteriormente rafforzate dopo l’esperimento di ieri: i Gap piacciono, interessano pressoché tutte le fasce d’età e funzionano. Un modo semplice e intuitivo per fronteggiare la crisi.

SECONDO GAP, ALTRO SUCCESSO, TUTTO ESAURITO, CRESCONO I CONSENSIultima modifica: 2009-02-28T19:16:00+01:00da
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